Economia

Grano duro, gli agricoltori pugliesi denunciano: "Un quintale pagato come 8 kg di pane"

BARI, 28 FEBBRAIO 2018 - "Ancora una volta i produttori di grano duro pugliesi sono stati beffati. Doveva essere, secondo le previsioni degli esperti, l'anno della svolta, che avrebbe risollevato le sorti del settore cerealicolo. Le minori semine a livello internazionale e l'alta qualità di grano duro prodotta dagli agricoltori pugliesi non hanno determinato alcun vantaggio per il reddito delle aziende agricole e un quintale di grano duro viene pagato a poco più di 20 euro, tanto quanto costano 8 chili di pane o circa 12 chili di pasta. E' una vergogna". Questa è la denuncia del presidente CIA Levante, Felice Ardito, dopo l'ultimo ribasso del prezzo del grano duro rilevato martedì mattina dalla Borsa Merci di Bari. [MORE]

Secondo le stime dell'associazione, a causa dei prezzi del grano deprimenti, nella sola area della Murgia barese sarebberp a rischio oltre 6500 aziende che, con una superficie circa 65mila ettari coltivati a grano duro, producono circa 2,5 milioni di quintali.

Le difficoltà del comparto cerealicolo sono rese ancora più pesanti dallo stallo dei prezzi corrisposti ai produttori e dalla propensione delle industrie a privilegiare l'import a discapito della qualità garantita dai prodotti nazionali.

"Privilegiamo misure concrete e un approccio realistico al problema - dichiara il presidente regionale CIA-Agricoltori Italiani Puglia, Raffaele Carrabba - Cominciamo con l'istituire la Commissione Unica Nazionale per la rilevazione del grano duro a Foggia. La Puglia è il territorio che produce più qualità e la maggiore quantità del grano duro in Italia. E' una promessa del Governo da tanto tempo, anche troppo, ed è il momento di realizzare quell'impegno".

"Bisogna ricordare e ribadire che al di sotto dei 33 euro al quintale i produttori non riescono a sostenere i costi di produzione: praticamente, sono costretti a produrre in perdita - ha sottolineato ancora Carrabba - raggiunto l'obiettivo dell'etichettatura per distinguere il prodotto 100% italiano, ora è necessario verificare che ciò corrisponda al vero per la tutela dell'origine italiana del grano, per preservarne la salubrità a garanzia della salute dei consumatori."

Daniele Basili

immagine da www.spaziofoggia.it