Cultura e Spettacolo
A Novara la presentazione del nuovo libro di Chiara Francini dal titolo “Un anno felice"
NOVARA – 04 LUGLIO - “Un romanzo che non vuole insegnare, bensì essere fonte di condivisione per tutti, al fine di cogliere l’essenza vera dell’amore”. Così si è espressa l’autrice del libro Chiara Francini, famosa attrice nonché conduttrice, in occasione della presentazione del suo nuovo libro dal titolo “un anno felice”. L’evento, svoltosi il 3 Luglio al Circolo dei Lettori (Broletto) di Novara, è stato accolto con entusiasmo dai tanti spettatori che hanno voluto assistere a questa presentazione.
Relatrice della serata, la giornalista Erica Bertinotti, la quale si è subito addentrata nel vivo del convegno, chiedendo all'autrice il motivo che l'ha spinta scrivere un nuovo libro. “Volevo parlare delle luci e delle ombre che può presentare una storia d’amore, contraddistinta sempre da gioie e dispiaceri” ha affermato la Francini. “Mi sono subito resa conto di aver toccato un argomento che sta a cuore a tanti; da qui il motivo di raccontare la storia d’amore tra una donna Toscana colta e realizzata (piena di bellezza e gioia di vivere) e Axel, un ragazzo Scandinavo, di grande fascino e con un carattere completamente opposto alla protagonista. Melania vede in lui una porta socchiusa da squarciare, al fine di scoprire cosa si cela dentro il suo animo. Da qui sboccia un amore travolgente che spinge la ragazza a lasciare tutto e scappare con lui in Scandinavia”. Come quasi in tutte le fasi iniziali di un rapporto, anche questo inizia con una passione irrefrenabile nonostante le disarmonie iniziali; andando avanti, però, quest’ultime si accentuano sempre di più arrivando al punto in cui Melania inizia a sentirsi sempre più piccola e devota a questo ragazzo, che pian piano comincia a mostrare la sua vera natura manipolatrice, instillando nella ragazza tanti complessi di inferiorità ed acuendo, così, giorno dopo giorno, il suo dolore. “Dal personaggio di Melania scaturiscono tantissime sensazioni che un po’ tutte le donne hanno provato, così come me” ha ammesso l’autrice “proprio per questo spero che chi legga questo libro possa riuscire a cogliere tutte le sfumature, anche le più negative, al fine di sentirsi avvolti da queste pagine, ma mai giudicati.
Bertinotti ha successivamente posto l’attenzione sul motivo per la quale la protagonista avesse due nomi, nello specifico Melania e Beatrice. Dubbio subito fugato dall'autrice, la quale ha ammesso come mentre nel primo caso il nome Melania fosse stato scelto da uno dei personaggi preferiti della madre nel film “Via col vento” (ruolo interpretato magistralmente da Olivia de Havilland) il secondo, invece, sia stato preso in prestito dalla famosissima musa di Dante Alighieri. In seguito si è parlato molto di un punto cardine del romanzo, vale a dire l’importanza di essere amati. Ed è qui che fa capolino un diverso senso di amore, “che non riguarda il sesso, bensì una forma molto più pura come quella dell’amicizia”. Nel corso della storia, infatti, riveste molta importanza il ruolo di Franca, migliore amica di Melania, che più volte nel corso della storia le mostra la sua vicinanza, dimostrandosi un vero e proprio grillo parlante desiderosa di focalizzare al maglio i suoi bisogni, ma anche pronta, con sofferenza, a tirarsi indietro quando l’amica decide di partire, al fine di non creare spaccature nel suo animo. In tutto il romanzo si percorrono inoltre due tipi di vita diametralmente opposti. L’uno allegro e scanzonato, pieno di rumori e parvente ironia, peculiarità queste tipiche dei luoghi e degli abitanti Toscani; l’altro invece silenzioso e solitario, contornato da tanto verde e poche case disperse qua e là in una nazione, quella Scandinava, bellissima ma anche molto fredda.
L’amore, in tutte le sue forme, è un tema che sta molto a cuore all'autrice, non solo nei romanzi ma anche in televisione dove, grazie alla trasmissione da lei condotta dal nome “Love me Gender”, è riuscita a girare per l’Italia, conoscendo le storie di tante coppie che, a prescindere dalla loro sessualità, sono riuscite a creare delle relazioni bellissime, ognuna di esse contornate da storie fantastiche, sulle quali la conduttrice non è mai voluta scendere troppo nel dettaglio poiché, proprio come gli aveva consigliato in passato il grande Pippo Baudo “anche se sai le domande che vuoi porre, non sempre potrai avere le risposte che cerchi”.
Nelle battute finali del convegno la scrittrice si è soffermata sul valore della felicità, molto presente in lei visto che “ho avuto la fortuna di fare un mestiere che mi piace molto. Un lavoro bello, certo, reso realtà solo grazie ai tanti sforzi fatti, talvolta doppi al fine di raggiungere i miei traguardi prefissati e, se ci sono riuscita il merito è anche del mio compagno Frederick Lundqvist, guarda caso Svedese, il quale mi ha sempre sostenuto, non lasciandomi mai sola”. L’autrice ha infine ringraziato tutti i presenti al convegno augurandogli di poter trovare ognuno la sua strada ma, soprattutto, di “fare quello per cui siamo nati, cioè essere felici”.
Nicola Cundò