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Grande Malori vola ed è rosa. Tappa a Chavez
PORTO SANT’ELPIDIO (FERMO), 11 Maggio 2012 – Sesta tappa e il Giro d’Italia inizia a fare sul serio. A spuntarla tra gli Appennini è stato Rubiano Chavez (Androni Giocattoli Venezuela) che, partito tutto solo sul durissimo muro di Montegranaro (1.2 chilometri al 14% di pendenza media), è riuscito a distaccare i compagni di fuga di 1'20''. Il colombiano si è anche aggiudicato la maglia azzurra di miglior scalatore dopo aver sprintato su tutti i gran premi della montagna (Cingoli, Passo della Cappella, Montelupone, Montegranaro).[MORE]
Ultimi chilometri spettacolari in una lotta a tre per prendere la maglia rosa visto che il leader Navardauskas, che nel mattino aveva regalato il simbolo del primato al papà di Marco Pantani, l’indimenticato Pirata a cui sarà dedicata la tappa di domenica con l’arrivo a Lago Laceno (Avellino), è andato letteralmente in crisi. Davanti Chavez da solo, dietro Adriano Malori (secondo al traguardo) con tre compagni di fuga (Golas, Benedettini e ) e più indietro ancora il gruppo principale con la Garmin che tirava per Hesjedal. A spuntarla è stato il 23enne italiano della Lampre che può festeggiare la giornata più bella della carriera.
Frazione svolta interamente nelle Marche e la geografia della regione non perdona. A farla da protagonista sono i continui sali e scendi, salitelle di pochi chilometri che ripetute più volte non lasciano un istante di pausa: un classico percorso da Tirreno-Adriatico, la breve corsa a tappe che apre la stagione ciclistica. Il nemico numero uno per i corridori, però, è stato il caldo che ha picchiato lungo tutti i 210 km del percorso: 30 gradi che hanno messo a dura prova la resistenza del plotone. Un notevole sbalzo termico dopo il freddo avvio in Danimarca.
Bagarre fin dalla partenza e diversi tentativi per portare via una fuga. Quello buono è arrivato dopo 22 chilometri. Nove uomini sono riusciti a prendere il largo tra cui Malori (Lampre) e Dyachenko (Astana) mandati in avanscoperta con l’intento di appoggiare un eventuale attacco nel finale dei loro capitani: Cunego e Scarponi per il primo, Kreuziger per il secondo. Tra i battistrada era presente anche Lastras (Movistar) che, caduto sullo sterrato dell’ultima parte del duro strappo del Passo della Cappella (cinque chilometri all’8% di pendenza media), ha dovuto poi abbandonare la corsa. Chavez, invece, ha sprintato su tutti i quattro gran premi della montagna (Cingoli, Cappella, Montelupone, Montegranaro) indossando così la maglia azzurra di miglior scalatore.
A deludere sono stati tutti gli uomini di classifica e quelli che erano considerati favoriti per la vittoria di tappa. Nel gruppo principale, infatti, solo la Liquigas Doimo di Ivan Basso si è presa la briga di tirare nel tentativo di ricucire il distacco sui fuggitivi, ma non c’è stato nulla da fare. Gli uomini in verde non sono riusciti nell’intento di portare un gruppettino al traguardo per poi giocarsi la tappa in una volata a ranghi ristretti. La Farnese Vini di Pozzato è rimasta senza uomini e addio sogni di gloria per il veneto. La Lampre non ha tentato di forzare il ritmo non riuscendo così a dare neanche la più piccola chance di vittoria al corridore di casa Michele Scarponi e al quotato Damiano Cunego; stesso discorso anche per l’Astana di Kreuziger e per la Movistar del campione italiano Giovanni Visconti, dato in una buona condizione di forma.
Domani primo arrivo in salita a Rocca di Cambio (AQ). Una salita lunga (venti chilometri) ma molto pedalabile (solo 4% di pendenza media) che non rivoluzionerà le gerarchie anche se, storicamente, la prima tappa di montagna del Giro ha sempre tagliato le gambe a qualche uomo di classifica.
Stefano Villa
(nella foto Adriano Malori, da http://www.ultimokilometro.com)