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Gran Bretagna, Cameron: possibile stop dei social networks

LONDRA, 11 AGOSTO 2011 - “La libera circolazione delle informazioni può essere usate per nobili azioni. Ma anche per azioni malvagie. Stiamo lavorando per capire se può essere giusto impedire di comunicare attraverso questi siti”. Sono queste le parole di David Cameron, primo ministro britannico, impegnato a lottare contro gli avvenimenti londinesi.[MORE]

La sua linea dura si era già intuita dalle precedenti dichiarazioni e dalle decisioni prese, fra le quali la possibilità di un intervento dell'esercito. Niente dialogo, dunque. Nessuna volontà di ascoltare le richieste dei facinorosi, ai quali dice soltanto: “pagherete per quello che avete fatto”.

Perché lui ne è convinto: “Non si tratta di povertà, si tratta di cultura. Una cultura che glorifica la violenza, mostra disprezzo per l'autorità, e parla tanto di diritti ma non di responsabilità”.

Viene il dubbio che sia un comportamento cieco, che non mira alla comprensione delle necessità degli altri e a far partire un rapporto di dialogo, ma alla risoluzione del problema esteriore, e in fretta. Perché la Gran Bretagna deve essere sinonimo di ordine e rigore, non può essere associata, sotto la sua leadership, a scontri e disordini. E, per ottenere ciò, va bene qualsiasi mezzo.

Anche lo stop dei social networks è dunque una possibile soluzione per ostacolare le rivolte: “Tutti coloro che hanno assistito a queste orribili azioni sono rimasti colpiti dal fatto che sono state organizzate attraverso i social networks”, ha affermato.
Peccato che internet abbia troppi canali per poterli bloccare tutti.

Marta Lamalfa