Politica

Governo tecnico o voto anticipato?

 ROMA, 9 NOVEMBRE 2011 – Governo tecnico o voto anticipato? Le voci si rincorrono mentre da tutte le parti interessate arrivano proposte ed opinioni. Il paese vive un’altra giornata convulsa.[MORE] Le borse europee continuano a perdere sulla scia di quanto successo ieri in parlamento e oggi lo spread tra Btp italiani e Bund tedeschi tocca il massimo storico sfondando quota 500. Mentre molti, tra cui il presidente di Confidustria Emma Marcegaglia, paventano per l’Italia un rischio Grecia, le diverse compagini politiche si affrettano ad annunciare le proprie soluzioni ed intenzioni per superare questo difficile momento.


Il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, dopo aver espresso la fiducia nelle intenzioni di Berlusconi di rassegnare le dimissioni subito dopo il voto della legge di stabilità, si affretta ad aggiungere che successivamente si aprirà una fase politica molto delicata in cui sarà suo compito accertarsi che sussistano le condizioni per la formazione di un “ governo tecnico “ o, in mancanza di tale possibilità, decidere di sciogliere il parlamento e di chiamare gli italiani di nuovo alle urne. Il Presidente della Repubblica assicura che non esiste, per l’Italia, il timore che si possa determinare un periodo prolungato di inattività governativa o parlamentare essendo possibile adottare, in ogni momento e se necessario, provvedimenti di urgenza. Il suo sembra un ulteriore tentativo per rassicurare non solo il paese ma anche e, soprattutto, i mercati finanziari internazionali.


 Le varie componenti di quella che era l’ex maggioranza del governo Berlusconi si affrettano immediatamente a far conoscere le proprie intenzioni riguardo i possibili scenari prospettati da Napolitano. Da una parte la Lega, tramite il proprio capogruppo alla Camera Marco Reguzzoni, fa sapere di essere contraria alla possibilità di un governo tecnico. Il deputato del partito di Bossi fa sapere che per il loro essere “ democratici “ hanno valenza solo i voti degli elettori e sarebbe impensabile mandare al governo chi, come Casini, questi voti non li ha avuti. Secondo Reguzzoni anche il capo dello Stato avrebbe escluso la possibilità di un governo tecnico.Dall’altra parte il senatore del Pdl Beppe Pisanu si dice contrarissimo alle elezioni anticipate minacciando, nel caso in cui si verificasse questa ipotesi, di uscire dal suo partito.
Anche le opposizioni manifestano le proprie intenzioni. Il capogruppo del Pd, Dario Franceschini, annuncia che in unanime accordo con tutti gli altri gruppi di opposizione, sul voto di assestamento del bilancio ripeteranno l’atteggiamento di ieri consentendone l’approvazione con la loro presenza in aula ma non partecipando al voto. Tutto ciò affinchè si possa accelerare l’approvazione della legge di stabilità entro la settimana a cui seguiranno le annunciate dimissioni del capo del governo.

La soluzione alla crisi politica passa attraverso tre delicati e signicativi momenti. Voto della legge di stabilità da parte del parlamento, dimissioni del premier, apertura di nuova fase in cui determinanti saranno le decisioni del presidente della Repubblica che sarà chiamato ad ascoltare tutte le forze politiche in campo per verificare se ci sono le condizioni per un nuovo governo o, nel caso non fosse possibile, per sciogliere le camere e indire nuove elezioni dalle quali emerga una nuova maggioranza.

Daniela Dragoni