Politica
Governo: Renzi, andrà in pezzi prima delle europee
ROMA, 31 DICEMBRE - Il governo "andra' in pezzi prima delle Europee" ma per il dopo Conte "sono capaci di tutto pur di non andare al voto". "Se mi si chiede quale potrebbe essere la novita' del 2019 - spiega l'ex presidente del consiglio - dico che prima del previsto, nei primi mesi del 2019 e prima delle elezioni Europee, potrebbe maturare la rottura nel governo. I passaggi sono diventati stretti. Sulla Tav Salvini non puo' perdere la faccia e non puo' perderla neppure Di Maio, dopo aver "ingoiato" Tap, terzo valico, Ilva. Si e' capito che non possono fare il reddito di cittadinanza come lo avevano immaginato i Cinque stelle. Il "presentismo" paga nell'immediato, alla lunga stanca. La crescita purtroppo sara' piu' bassa del previsto. Quelle sul tagliando e sul rimpasto non mi sembrano voci dal sen fuggite. Ma non si andra' ad elezioni anticipate, i peones non mollano la poltrona...". L'ex segretario Pd ribadisce poi le critiche alla manovra: "Bisogna dire che c'era grande curiosita' anche fuori Italia per la legge di bilancio che avrebbe fatto il governo populista.
Avrebbero potuto fare in Europa una battaglia sul deficit per liberare risorse e per abbassare le tasse. Sinceramente in tanti saremmo stati "costretti" a seguire con attenzione questo tentativo. E' stata un'occasione persa, una vicenda imbarazzante nel metodo e nel merito. Sono aumentate le tasse. Per mandare in pensione qualcuno, si tagliano e si congelano le pensioni a molte piu' persone. Per dare un sussidio ai disoccupati del Sud, hanno rinunciato alle assunzioni nella Pa, che nel Mezzogiorno avrebbero potuto svolgere un ruolo piu' efficace. Il mio timore e' che stiamo andando incontro al temporale, ad un peggioramento dell'economia, senza ombrello. Naturalmente spero di sbagliarmi". "La flat tax, che per me e' ingiusta, non c'e' - aggiunge - E quel poco che hanno fatto, prosegue una nostra misura. Il reddito di cittadinanza e' un guscio vuoto. Fino a ieri lo diceva soltanto il leghista Siri, ora lo dice anche Buffagni dei Cinque stelle: quel provvedimento potrebbe essere trasformato, da assegno alle persone in difficolta' ad incentivo alle imprese per assumere.
In quel caso faranno il capolavoro di chiamare reddito di cittadinanza, la seconda parte del Jobs act! Dovevano dare soldi ai disoccupati e invece li daranno agli imprenditori per assumere. Esattamente come abbiamo fatto noi nel 2014. E saranno costretti a rimangiarsi il progetto iniziale perche' non possono provocare chi si spezza la schiena per portare a casa 800-1000 euro. Finendo comunque col dare denaro a chi non lavora o a chi fa lavoro nero". "La cosa piu' impressionante in questi primi 8 mesi di governo e' lo sdoganamento concettuale del lavoro in nero e piu' in generale dei furbetti. Ci sono tanti messaggi al mondo che e' abituato ad arrangiarsi: il reddito, i due condoni. Sembrava che la loro constituency fosse quella della onesta'. Il messaggio e' un altro: vivere onestamente e' inutile". "I populisti - ha continuato Renzi nella sua intervista a 'La Stampa' - sono tradizionalmente statalisti. Aumentando le tasse al volontariato, hanno dimostrato di non conoscere il concetto di sussidiarieta'. Quanto alla paura, funziona si' ma soltanto in campagna elettorale. Ma ora che devono decidere, vanno in crisi".
Fonte immagine (Il Giornale)