Politica
Governo, ottiene la fiducia alla Camera. Conte: domani al Senato. 'Ora cosa cambia'
ROMA 18 GEN - L'esecutivo passa il primo scoglio a Montecitorio, 259 i no. Domani la votazione al Senato. Il presidente del Consiglio si appella alle forze europeiste. Poco prima di entrare a Montecitorio: "La situazione non è affatto semplice, speriamo di uscirne. Credo nei parlamentari e nel Paese". Pd e M5s chiudono all'ipotesi di riportare IV nella maggioranza. Renzi si dice pronto a discutere "con chiunque". Il centrodestra ha presentato una risoluzione per respingere le comunicazioni di Conte
I no sono stati 259. Il presidente del Consiglio in Aula ha chiesto la fiducia dopo l’uscita di Italia viva dal governo: «Qui senza arroganza ma a testa alta». Impegno per una legge elettorale proporzionale. Il centrodestra presenta risoluzione unitaria: il premier ha fallito
Il governo supera la prova alla Camera. I sì alla fiducia posta dall’esecutivo sulle comunicazioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte sono stati 321, sei in più della maggioranza assoluta (a quota 315). I no sono stati 259. Gli astenuti 27. Il premier nel suo intervento in Aula a Montecitorio in 55 minuti ha parlato di una crisi politica «senza fondamento» nel pieno della pandemia Covid. E ha cercato di portare nella maggioranza i “responsabili” per rendere ininfluente l’uscita di Italia viva e chiude al rientro della formazione di Matteo Renzi. Il suo è stato un «grave gesto di irresponsabilità», ha detto. Il Paese, ha scandito, «merita un governo coeso, ora si volta pagina». Il premier ha lanciato un appello alle forze parlamentari «volenterose» («Costruiamo un governo aperto a tutti coloro che hanno a cuore il destino dell’Italia»), annunciando agli alleati la volontà «di completare il lavoro avviato per un patto di legislatura» e anticipando il rafforzamento della «squadra di governo».
E ha aggiunto nella replica: «Dalle scelte che ciascuno in questa ora grave deciderà di compiere dipende il futuro del paese. Siamo chiamati a costruirlo insieme, è un appello trasparente, alla luce del sole, chiaro» di fronte a «un progetto politico ben preciso e articolato che mira a rendere il Paese più moderno e a completare tante riforme e interventi già messi in cantiere».
Al Senato quota 161 lontana
Sui numeri della maggioranza però i conti ancora non tornano. Se alla Camera la fiducia era scontata, la giornata decisiva sarà martedì quando il presidente del Consiglio si presenterà in Senato dove, almeno al momento, la maggioranza assoluta a quota 161 è ancora lontana. A Montecitorio, in una nota l’Udc ha annunciato il voto contrario alla fiducia. Mentre Italia viva ha confermato l'astensione sul voto di fiducia dopo le comunicazioni del premier. Da segnalare una defezione in Forza Italia. Renata Polverini, a differenza del suo gruppo, ha votato la fiducia al governo («nella certezza di rispettare, in questo modo, l'impegno politico e morale di servire l'interesse del Paese e non quello di una parte politica»). E ha poi annunciato che lascerà il partito.
Conte: qui a testa alta, operato per il bene della comunità
«Il governo ha operato con massimo scrupolo e attenzione per i delicati bilanciamenti anche costituzionali. Se io oggi posso parlare a nome di tutto il governo a testa alta non è per l'arroganza di chi ritiene di non aver commesso errori ma è per la consapevolezza di chi ha operato con tutte le energie fisiche e psichiche per la comunità nazionale» è stato l’esordio del premier in Aula. Conte ha poi rivendicato il «convinto ancoraggio ai valori costituzionali e la solida vocazione europeista del Paese» dell’esecutivo da lui guidato.
Serve il più ampio consenso di forze volenterose
Per le sfide che attendono l’Italia, ha detto Conte, servono «la massima coesione possibile, il più ampio consenso in Parlamento. Servono un governo e forze parlamentari volenterose, consapevoli della delicatezza dei compiti. Capaci di sfuggire gli egoismi e l'utile personale». La nuova alleanza, ha sottolineato Conte, « può già contare su una solida base di dialogo alimentata da M5s, Pd, Leu, che sta mostrando la saldezza del suo ancoraggio e l'ampiezza del suo respiro. Sarebbe un arricchimento di questa alleanza poter acquisire contributo politico di formazioni che si collocano nella più alta tradizione europeista: liberale, popolare, socialista. Ma chiesto un appoggio limpido e trasparente».
Conte ha lanciato un appello: «Aiutateci a rimarginare la crisi in atto. Cari cittadini, la fiducia deve essere reciproca, deve essere un qualcosa che si alimenta in maniera biunivoca. Avete offerto una risposta di grande responsabilità, state dimostrando di riporre grande fiducia nelle istituzioni. Confido che con il voto di oggi anche le istituzioni sappiano ripagare questa fiducia» riparando «il grave gesto di irresponsabilità» che ha prodotto questa crisi.
Conte: «Non si può cancellare quanto accaduto»
«Questa crisi ha provocato profondo sgomento nel Paese, rischia di produrre danni notevoli e non solo perché ha fatto salire lo spread ma ancor più perché ha attirato l'attenzione dei media internazionali e delle cancellerie straniere. Diciamolo con franchezza, non si può cancellare quello che è accaduto». Porte sbarrate ai renziani dunque.