Politica
Governo: il Popolare Mario Mauro lascia la maggioranza, "Riforme non condivise"
SALERNO, 3 GIUGNO 2015 - La maggioranza del Senato quest'oggi ha perso un pezzo importante: infatti il Popolare Mario Mauro ha comunicato che il Partito si sarebbe allontanato dalla linea perseguita attualmente dal Governo.
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Il direttivo nazionale del partito Popolari per l'Italia ha deliberato l'uscita dalla maggioranza; ma tale decisione, comunicata appunto dal senatore del gruppo Gal Mario Mauro e condivisa dal senatore Tito di Maggio, è stata contestata da Domenico Rossi e Angela D'Onghia. I due, rispettivamente sottosegretario alla Difesa e sottosegretario all'Istruzione, hanno preferito dimettersi dal partito e rimanere al governo. Il motivo di tale gesto sono "Riforme non condivise, condotte in modo improvvisato e approssimativo, con una improvvisa esaltazione del carattere monocolore dell'Esecutivo, ha sottolineato Mauro in una nota, sono alla base di una decisione che è innanzitutto un giudizio definitivo su una gestione politica che sta tenendo in stallo l'Italia, la sua economia e il suo bisogno di crescita". "Le nostre idee, aggiunge il senatore,contribuiranno ora alla costruzione e all'organizzazione di una maggioranza politica nel Paese centrata sui valori popolari e liberali". Dal canto suo il capogruppo del PD al Senato Luigi Zanda, ha dichiarato: " Tanto rumore per nulla. l Senato i numeri non cambiano. Andremo avanti con la stagione delle riforme. I senatori che hanno annunciato il loro passaggio all’ opposizione, già da molti mesi votano contro il governo". Ora il premier Matteo Renzi devi fare i conti con questa nuova problematica: l'abbandono di un pezzo importante della maggioranza, questo vuol dire che al momento sarebbero infatti solo 9 i voti su cui l’esecutivo potrebbe contare in caso di voto di fiducia. Ma nulla è certo. Infatti nei prossimi giorni ci potrebbero essere delle ulteriori variazioni, on la nascita di nuove aggregazioni politiche e ulteriori movimenti di senatori da un gruppo all’altro.
(foto:termometropolitico.it)
Filomena I. Gaudioso