Politica

Governo: Conte, i vicepremier? Sto qui se mi convincono

ROMA, 12 GIUGNO - "È impossibile che ci sia uno scontro tra me e i miei due vice per una semplice ragione: se non andiamo d'accordo, io li lascio liberi. Perché una cosa deve essere chiara: sto qui se mi convincono loro, non sono io a doverlo fare". Lo afferma il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in un colloquio con Repubblica in cui ribadisce la preoccupazione per l'economia: "Non mi piace scherzare con i risparmi degli italiani. Vedo intorno a me un po' di inesperienza".

Alla domanda sul perché Lega e 5 stelle sembrino ancora ragionare in termini di consenso, e non di governo, Conte risponde: "Quando si fa una campagna elettorale così lunga, è probabile sia difficile uscirne". "A me le veline date ai giornali - aggiunge - non fanno né caldo né freddo. Se vogliono andare a sbattere contro un muro, facciano pure".

Nel colloquio Conte mette in guardia Luigi Di Maio. "Con me non c'è bisogno di giochetti", dice parlando degli emendamenti della Lega al disegno di legge sul salario minimo, poi ritirati dai senatori del Carroccio che hanno chiesto un tavolo per discuterli insieme. "Se uno vuole correre il rischio di cadere nelle braccia del suo possibile carnefice, faccia pure". Sulla nomina del ministro delle Politiche europee, "finché non è chiusa la procedura di infrazione le deleghe le tengo io. Per trattare con la commissione, l'Italia deve parlare con una voce sola", sottolinea Conte.