Politica
Governo auspica ingresso senatori Scelta Civica
ROMA, 6 FEBBRAIO 2015 – Prosegue inesorabilmente, dopo il flop elettorale del Maggio 2014 alle elezioni europee, la parabola discendente dei centristi e di Scelta Civica.
Questa volta sei senatori (in tutto il partito ne conta sette) starebbero meditando il passaggio nelle fila del Partito Democratico. L’unico a non commentare e rilasciare dichiarazioni in merito sarebbe proprio il suo fondatore, senatore a vita ed ex Presidente del Consiglio, Mario Monti.
Regna sempre più il caos, anche ed a partire dalle dimissioni post elettorali da segretario di partito del Ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, in procinto di lasciare ora anche il partito. Intanto l’8 Febbraio arriva il congresso nazionale, che eleggerà il nuovo segretario politico. In attesa dunque di futuri scenari interni al partito il premier Renzi raccoglie l’assist e apre a nuove prospettive di governo. Prospettive probabilmente necessarie, anche numericamente parlando.[MORE]
Il Pd resta in ogni caso tranquillo nonostante le tensioni con Forza Italia. Risalgono a ieri pomeriggio, infatti, le dichiarazioni del consigliere politico, Giovanni Toti. "Il patto del Nazareno, così come lo avevamo interpretato, lo riteniamo rotto" aveva ammonito, confermando la linea di partito dettata dal leader Silvio Berlusconi secondo la quale il patto delle riforme istituzionali e costituzionali non sarebbe più vincolante alla luce delle strategie adottate dal Partito Democratico nell’elezione del Presidente della Repubblica. “Voteremo solo ciò che ci convince” aveva annunciato l’ex Cavaliere, fresco di sconto di pena inflittagli al processo Mediaset ma tutt’altro che sereno e in difficoltà nella gestione della fronda avente a capo l’ex governatore della Puglia, Raffaele Fitto. “Tutto sbagliato”, “errori clamorosi”, nette le sue prese di posizione entrando nel merito di una richiesta di totale azzeramento dei vertici di partito.
Poi si arriva persino alle vicende Brunetta-Romani, che a tale scopo avrebbero messo nel pentolone infuocato del dibattito le proprie cariche di capigruppo rispettivamente alla Camera e al Senato. Sarà proprio dall’interpretazione delle situazioni relative al patto del Nazareno che verrà aperta (ed è tuttora in corso) una riflessione approfondita sulla ricostruzione dell’unità politica della compagine berlusconiana e del centrodestra, auspicio ribadito tra l’altro nella stessa giornata da Fratelli d’Italia e da Giorgia Meloni.
Dall’altra parte il Partito Democratico replica con il vice segretario Debora Serracchiani, la quale preme per un Governo che sia in grado di andare avanti sino al termine della legislatura. E ritiene non più necessari i voti di Forza Italia su legge elettorale e revisione del Senato e del titolo V della Costituzione. E la distanza porta tensione anche sulla vicenda frequenze tv nell’ambito del decreto mille proroghe. Segno che il clima resta tutt’altro che distensivo.
Il premier dal canto suo, si appella al consenso sociale (referendum post riforme) e a nuove manovre di Governo. Non a caso sembrerebbe partita l’operazione “responsabili” con l’appunto possibile ingresso all’interno del principale partito di maggioranza dei sei senatori di Scelta Civica (che ad ogni modo già appoggiano l’esecutivo Renzi). I nomi sono quelli di Maran, Della Vedova, Ichino, Susta e Lanzillotta: pedine fondamentali, dopo la perdita di Andrea Romano (PD) e l’altra probabile proprio del ministro Giannini.
Ora la palla passerà a Mario Monti. Renzi gongola e incassa la fiducia e il sostegno al Governo del leader Ncd, Angelino Alfano, che rinnova la propria lealtà e collaborazione politica.
Acqua sul fuoco dopo le polemiche degli ultimi giorni e la distanza del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, non presente tra i banchi dell’esecutivo durante l’insediamento di Sergio Mattarella e particolarmente duro con il segretario Pd sulla discussione metodo- quirinale.
Il ministro ha voluto ricordare gli errori commessi dal Governo Berlusconi, affossato da quei responsabili che ora Renzi vorrebbe dalla sua parte. “Di responsabili si muore”. Affondo tutt’altro che rasserenante.
Tuttavia Pd e Ncd hanno trovato un accordo sul ddl anticorruzione estendendo la punibilità del falso in bilancio. E Andrea Orlando, ministro della Giustizia, conferma che il reato sarà perseguibile anche d’ufficio invitando M5S, Sel e Fi a valutare serenamente il da farsi. Sul fronte M5S, il leader Beppe Grillo annulla sette delle otto date del suo tour internazionale.
Mossa politica? I lavori comunque proseguono e l’operazione “responsabili” è all’orizzonte. In giornata, dunque, potrebbe arrivare la conferma definitiva.
Fonte immagine da (gazzettadifirenze.it)
Cosimo Cataleta