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Gli Spurs addomesticano il Diavolo, mentre in campo va in scena "Il Rino furioso"
MILANO, 16 FEBBRAIO - Al triplice fischio dell’arbitro francese Lannoy, il tabellino recita: Milan – Tottenham 0 – 1.
Rete decisiva del lungagnone Crouch all’ottantesimo, su assist di un indiavolato (lui sì) Lennon, che brucia l’erba del San Siro come se avesse le zampe di Beep Beep al posto delle sue piccole gambe.
Il goal arriva nel momento migliore dei Rossoneri, che non riescono più a reagire, e così escono piuttosto ridimensionati sulla scena europea: il ritorno al White Hart Lane sarà a dir poco arduo.[MORE]
Il primo tempo è tutto di marca inglese, con il Milan che si dimentica di uscire dagli spogliatoi e il solo Gattuso che, da capitano, cerca di dare la carica.
Encomiabile lo spirito guerriero del centrocampista calabrese, molto più detestabile l’atteggiamento rissoso in cui si trasforma a partire dalle prime battute della seconda metà di gioco. Mentre i suoi compagni cominciano seriamente a giocare, lui si innervosisce inspiegabilmente: inizia un interminabile quanto stucchevole battibecco con Crouch, fatto di spintoni, gomiti alti (o gomiti bassi, a seconda dell’altezza dei due calciatori, non esattamente paritaria), insulti vari.
Rino rischia più volte il giallo per la teatralità delle sue scenate isteriche, ma proprio non riesce a zittirsi: alla fine l’ammonizione arriva per uno sciocco fallo da dietro a metà campo; ed è pesantissima per la sua squadra, perché era in diffida e così salterà il ritorno in Inghilterra. Altro sfogo plateale.
Ma il peggio di sé lo riserva per il secondo di Redknapp, tale Joe Jordan, col quale prima ha un vibrante scambio di idee rigorosamente in scozzese (Gattuso ha militato per molti anni in Scozia prima di tornare in Italia), poi gli rifila una manata in pieno volto quando la gara è ancora in corso e infine, nell’immediato dopopartita, uscendo dal campo, si dirige verso la panchina avversaria, minaccioso: il primo gesto sembra conciliatorio, stretta di mano a Redknapp; ma poi si ritrova davanti Jordan e l’affronta a muso duro e stavolta colpisce di testata.
Davvero un comportamento sopra le righe, in una partita accesa ma tutto sommato corretta.
Nelle interviste a fine gara, il rivale Crouch lo sbeffeggia con un sorriso soddisfatto, ipotizzando forse che il milanista non sappia perdere: in effetti…
Gattuso invece finalmente, ai microfoni di Sky, si scusa e si assume tutta la responsabilità per aver perso la testa. Ma intanto si prospetta una stangata disciplinare per lui.
Ma il dato più curioso è un altro (sconosciuto fino a ieri allo stesso Rino furioso): quel Joe Jordan bersaglio di tanta foga è una vecchia gloria proprio del Milan. Arrivato nel 1981, in un periodo di crisi per la società rossonera, fu nelle due stagioni successive fra i principali artefici della risalita in A, tanto da essere inserito recentemente nella lista dei 110 giocatori più importanti della storia del club milanese.
Ma si sa: la collera è cieca, come la fortuna.