Cronaca

Giovanni Falcone: frasi celebri e aforismi per ricordare la Strage di Capaci. "Iniziative editoriali televisive"

PALERMO - Ricorre il 23 maggio 2016 il31° anniversario anniversario della Strage di Capaci. Per ricordare Giovanni Falcone e la sua scorta, InfoOggi propone le frasi celebri e gli aforismi famosi del giudice palermitano che ebbe il coraggio di alzare la testa contro la mafia.

Leggi l’articolo del 23 maggio 2024
Commemorazione di Giovanni Falcone e delle Vittime della Strage di Capaci (Citazioni e Aforismi)


Frasi Celebri e Aforismi Famosi di Giovanni Falcone

"Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola"

"La mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine"

"A questa città vorrei dire: gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini".

"Bisogna rendersi conto che la mafia è un fenomeno terribilmente serio e grave, e che va combattuto non pretendendo l'eroismo di inermi cittadini, ma coinvolgendo nella lotta le forze migliori delle istituzioni".

"L'importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio ma incoscienza". 

"Perché una società vada bene, si muova nel progresso, nell'esaltazione dei valori della famiglia, dello spirito, del bene, dell'amicizia, perché prosperi senza contrasti tra i vari consociati, per avviarsi serena nel cammino verso un domani migliore, basta che ognuno faccia il proprio dovere".

"Possiamo sempre fare qualcosa: massima che andrebbe scolpita sullo scranno di ogni magistrato e di ogni poliziotto".

"Il quadro realistico dell'impegno dello Stato nella lotta alla criminalità organizzata. Emotivo, episodico, fluttuante. Motivato solo dall'impressione suscitata da un dato crimine o dall'effetto che una particolare iniziativa governativa può esercitare sull'opinione pubblica".

"La mafia, lo ripeto ancora una volta, non è un cancro proliferato per caso su un tessuto sano. Vive in perfetta simbiosi con la miriade di protettori, complici, informatori, debitori di ogni tipo, grandi e piccoli maestri cantori, gente intimidita o ricattata che appartiene a tutti gli strati della società. Questo è il terreno di coltura di Cosa Nostra con tutto quello che comporta di implicazioni dirette o indirette, consapevoli o no, volontarie o obbligate, che spesso godono del consenso della popolazione".

"Per ventinoveanni l'Italia è stata governata da un regime fascista in cui ogni dialettica democratica era stata abolita. E successivamente un unico partito, la Democrazia cristiana, ha monopolizzato, soprattutto in Sicilia, il potere, sia pure affiancato da alleati occasionali, fin dal giorno della Liberazione. Dal canto suo, l'opposizione, anche nella lotta alla mafia, non si è sempre dimostrata all'altezza del suo compito, confondendo la lotta politica contro la Democrazia cristiana con le vicende giudiziarie nei confronti degli affiliati a Cosa Nostra, o nutrendosi di pregiudizi: 'Contro la mafia non si può far niente fino a quando al potere ci sarà questo governo con questi uomini'...".

A.F.M.


Di seguito le iniziative editoriali televisive, radiofoniche e digital pianificate in occasione del XXXI Anniversario della strage di Capaci (martedì 23 maggio 2023).

Nei programmi di seguito elencati – ove non specificamente indicato – sono previsti spazi di approfondimento dedicati alla ricorrenza.


Rai 1
Venerdì 19 maggio o Lunedi 22 maggio 
Cinque minuti (20:30)
Intervista alle due vedove degli agenti di scorta, Rosaria Costa e Tina Montinaro.

Domenica 21 maggio
Speciale Tg1 (ore 23:30)
L’inchiesta di Maria Grazia Mazzola sulle stragi del ’93: via Fauro a Roma, Via dei Georgofili a Firenze, via Palestro a Milano, San Giorgio al Velabro e San Giovanni in Laterano a Roma.

Lunedi 22 maggio 
Vittime collaterali – Lotta alla mafia (ore 23:25)
Conduce Emma D’Aquino
Racconta trent'anni di lotta alla mafia, dal 1992 all'arresto di Matteo Messina Denaro, avvenuto il 16 gennaio 2023.
Emma D'Aquino ne parla con il Procuratore della Repubblica di Palermo, Maurizio De Lucia e con il Generale Mario Mori, ex Comandante del Ros dei Carabinieri, protagonista e testimone di quegli anni, che parla anche della sua vicenda processuale, alla luce della sentenza della Cassazione che lo scorso 27 aprile ha confermato l’assoluzione nel processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia.
“La mafia è uguale a sé stessa ma è in grado di adattarsi e rinnovarsi, e così farà dopo l'arresto di Matteo Messina Denaro”, sostiene De Lucia, commentando l'arresto del padrino, la cui figura ha fatto da filo conduttore alla storia di Cosa Nostra per questi trent'anni, partendo proprio dal 1993.
Un anno che fece molte “vittime collaterali” in seguito alle stragi. Come Daniele Gabrielli, che rimase ferito e perse la sua casa a Firenze, o Luigi Dainelli, Presidente dell'Associazione delle vittime della strage di via dei Georgofili, cognato di Fabrizio Nencioni e Angela Fiume, che morirono insieme alle loro bambine Nadia e Caterina, e allo studente Lino Capolicchio.
Un simile calvario lo ha vissuto Catia Cucchi, vittima e testimone della strage di via Palestro a Milano, il 27 luglio 1993, in cui perse la vita il suo collega vigile urbano, Alessandro Ferrari, con altri tre vigili del fuoco e un uomo senza fissa dimora.
In studio con Emma D'Aquino ci saranno Gregorio Porcaro, ex viceparroco di Brancaccio, spalla e amico di Don Pino Puglisi; il giornalista Lirio Abbate e in collegamento l'ex PM Giuseppe Ayala, che rappresentò l'accusa al maxiprocesso di Palermo.

Martedì 23 maggio 
Tgunomattina (dalle ore 06:30)
Ad oggi, è previsto un collegamento con Capaci per la deposizione della Corona alla Stele che ricorda la strage di Falcone e della sua scorta.

Uno Mattina (09:05)
Effettuerà un collegamento con Palermo con la presenza in studio di Angelo Corbo, il poliziotto della scorta sopravvissuto alla Strage di Capaci.

Storie Italiane (09:50)

Palermo Giornata della legalità. Diretta a cura del Tg1 (dalle ore 10:30 alle 12)
Conduce Elisa Anzaldo
Due i focus: il trentennale delle stragi del ‘93 con il ricordo delle vittime di via dei Georgofili e via Palestro e la cattura di Matteo Messina Denaro.

Sono previsti collegamenti con le seguenti città che subirono gli attentati del ’93:

Firenze: Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano si collegherà con il direttore degli Uffizi Eike Smith e due testimoni dell'epoca, per raccontare il recupero dei dipinti danneggiati dall’auto-bomba esplosa in via dei Georgofili e per mostrare le due opere del Manfredi oggi ricostruite.

Milano: l'assessore alla Cultura della città Tommaso Sacchi e un testimone dell'epoca racconteranno il recupero della parete esterna del PAC (Padiglione d'Arte Contemporanea) e sarà mostrata l'opera di Cattelan realizzata con le macerie dell’esplosione.

Roma: l’archeologa Alfonsina Russo, direttore del Parco Archeologico del Colosseo e una testimone dell'epoca ricorderanno la notte delle bombe a San Giorgio al Velabro e a San Giovanni in Laterano.

Inoltre, il procuratore Capo di Palermo, De Lucia e il vice Comandante dei Ros, colonnello Valerio, racconteranno la cattura dell'ultimo stragista di mafia, Matteo Messina Denaro.
Infine, verrà effettuata la posa simbolica della prima pietra del museo dedicato alle vittime innocenti delle mafie, intestato a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e saranno intervistati il Capo della Polizia Vittorio Pisani e la professoressa Maria Falcone.

La Vita in diretta (17:05)
All’interno del programma sarà seguita, con finestre informative, la Cerimonia presso l’Albero Falcone in Via Notarbartolo a Palermo. In particolare, alle 17:58 verrà eseguito il Silenzio da parte della Polizia di Stato e verranno letti i nomi delle vittime delle stragi di Capaci e di via d’Amelio.


Lunedi 29 maggio 
Documentario Me l’aspettavo – il sorriso di Don Puglisi (ore 23:40)
Una produzione Officina della Comunicazione in collaborazione con Rai Documentari
Regia di Simone Manetti.
Sono le 20:40 del 15 novembre 1993. Sembra un giorno come un altro, ma non lo è, perché quel giorno è proprio il 56° compleanno di Pino Puglisi. Il parroco è a pochi metri da casa, in piazzale Anita Garibaldi, nel cuore di Brancaccio, il quartiere di Palermo in cui è nato e a cui ha dedicato tutta la sua missione. Quando si trova a pochi passi dal portone, alle sue spalle sente gridare: “Padre, questa è una rapina!”. Il prete si volta, guarda in faccia i due uomini e sorride. Sa bene che non sono lì per rubargli del denaro. “Me l’aspettavo”. È con queste parole che Don Pino Puglisi si rivolge ai killer di Cosa Nostra un attimo prima che premano il grilletto, lasciandolo senza vita sull’asfalto.
“Me l’aspettavo”. È da qua, dalle ultime parole pronunciate in vita da Don Pino, che inizia il racconto. Perché Puglisi era sicuro che prima o poi la mafia lo avrebbe messo a tacere? Perché un prete di periferia spaventava così tanto la più potente organizzazione criminale del Paese? A rispondere a queste domande sono i testimoni diretti della vita di Pino Puglisi: suore e sacerdoti che hanno condiviso un pezzo di strada con lui; i ragazzi di Brancaccio salvati dalla strada e oggi diventati adulti; i giornalisti che hanno documentato il contesto sociale e criminale in cui operava Puglisi; gli uomini del Vaticano che hanno gestito e condotto il processo di beatificazione di Don Pino, celebrata il 25 maggio del 2013. Dall’altra parte non manca il racconto di chi quell’omicidio lo ha voluto e pianificato: attraverso gli audio delle deposizioni di Salvatore Grigoli, killer di don Puglisi, sentiamo direttamente dalla sua voce la ricostruzione dell’agguato mortale. Salvatore Grigoli e Gaspare Spatuzza, sono loro i killer mandati da Cosa Nostra a premere il grilletto, sono loro, anni dopo, ad aver raccontato in aula gli ultimi istanti di Pino Puglisi, la sua reazione e quella frase: “me l’aspettavo”. Grigoli, arrestato a Palermo nel 1997, ha deciso poco dopo di collaborare con la giustizia confessando ben 46 omicidi oltre a quello del parroco. È lui ad aver ricostruito tutte le fasi che hanno portato al delitto di Puglisi, nonché ad indicare come mandanti i fratelli Graviano, i boss di Brancaccio.

Rai 2
Martedì 23 maggio 
Tg 2 Italia (ore 10:00)

Fatti Vostri (ore 11:10)
Umberto Broccoli ricorderà l’Anniversario nella sua rubrica.

Rai 3
Lunedi 22 maggio 
Il cavallo e la torre (ore 20:40)

Martedì 23 maggio 
Agorà (ore 08:00) ricorderà l’Anniversario con ospiti in studio

La rubrica del Tg3 “Fuori Tg” (ore 12:25) dedicherà l’intera puntata all’Anniversario.

Passato e Presente - Falcone e Borsellino, l'impegno e il coraggio con il prof. Salvatore Lupo (Ore 13:15 e in replica alle 20:30 su Rai Storia)
Il 23 maggio 1992 la mafia uccide il giudice Giovanni Falcone: stava per diventare procuratore nazionale antimafia. 57 giorni dopo, il 19 giugno, perde la vita per mano di Cosa nostra anche Paolo Borsellino, il magistrato che, con Falcone, aveva fatto parte del pool antimafia e costruito l’impianto del maxiprocesso di Palermo aperto nel 1986. La mafia non solo non è stata sconfitta, ma sferra il suo colpo più eclatante. In occasione del 31esimo anniversario della strage di Capaci, il professor Salvatore Lupo e Paolo Mieli dedicano all’impegno e al coraggio di Falcone e Borsellino l’appuntamento con “Passato e Presente”. Scompaiono dalla scena i due magistrati simbolo della lotta alla mafia. Quella lotta che aveva attaccato frontalmente Cosa nostra, portato alla sbarra i vertici e condannato, il 20 gennaio del 1992, 360 imputati. Per il Paese, scosso nel profondo, è il momento della presa di coscienza. Nel 2000, Palermo adotta la Convenzione Delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata, un trattato transnazionale ratificato da 188 Stati. Con la Convenzione di Palermo, il pensiero di Giovanni Falcone e il lavoro da lui svolto con le cancellerie e le procure europee e internazionali, diventa il punto di partenza nella lotta alla criminalità organizzata.

La Prima donna che (ore 16:00)
dedicata a Francesca Serio, una madre che per prima, da donna, denunciò gli assassini mafiosi di suo figlio, il sindacalista Francesco Carnevale ucciso nel 1955. Si costituì parte civile, avendo tutti contro, fu difesa dall’avvocato Sandro Pertini e vinse.

Tufo – animazione prima TV (ore 16:10)
Una produzione Ibrido Studio/ Rai Kids
TUFO è la storia vera di un testimone di giustizia siciliano che è riuscito a rimanere nella propria terra, la Sicilia. Ignazio Cutrò è cresciuto sotto lo sguardo amorevole di un padre che gli ha insegnato il valore del coraggio e della dignità. Nel 1999, da uomo adulto alla testa di un’impresa edile, Ignazio diventa il bersaglio di un clan mafioso locale. Ad ogni atto di sabotaggio, si reca dai carabinieri e non si arrende alle minacce dei suoi aguzzini. Tuttavia, questa resistenza, alimentata da una straordinaria forza interiore, conduce la sua famiglia in un incubo lungo più di dieci anni: dopo gli arresti dei criminali, tutto il paese gli volta le spalle, nessuno vuole più lavorare con loro, non hanno amici e non hanno i mezzi per mandare i ragazzi a scuola.
Devono chiedere aiuto. Grazie al supporto di giornalisti e magistrati diventano ‘testimoni di giustizia’. Due guardie del corpo li accompagnano ovunque vadano e finalmente cominciano a sentirsi protetti. Ma Ignazio ha ancora una necessità fondamentale: trovare lavoro. Insieme alle persone che, come lui, sono andate contro la mafia da semplici cittadini, scrive un disegno di legge che consentirà loro di lavorare nelle pubbliche amministrazioni. Questa legge è stata approvata dallo Stato Italiano ed è tutt’oggi in vigore su scala nazionale.

Tg3 
La Testata darà ampio risalto all’Anniversario nelle varie edizioni del Telegiornale e all’interno della Rubrica “Linea Notte” (ore 24:00)

Venerdì 26 maggio
Film Il traditore (21:20)
Regia di Marco Bellocchio, con Pierfrancesco Favino, Maria Fernanda Cândido, Fabrizio Ferracane e Luigi Lo Cascio.
Il film racconta la storia vera di Tommaso Buscetta, il pentito più importante nella storia della mafia, a partire dagli anni Ottanta, quando in Sicilia infuria una guerra tra cosche. I Corleonesi, con Totò Riina, stanno sterminando le vecchie famiglie mentre in Brasile viene arrestato Buscetta, che viene riconsegnato alla giustizia italiana. Ad aspettarlo, in patria, c’è il giudice Giovanni Falcone che intende convincerlo a testimoniare contro l’apparato criminale. L’ambizioso lavoro di Marco Bellocchio su Buscetta ha ottenuto nel 2019 sette Nastri D’Argento e ben sei David di Donatello nel 2020: miglior film, miglior regista, migliore sceneggiatura originale, miglior attore protagonista, miglior attore non protagonista, miglior montatore.

Tutte le Testate dedicheranno ampi spazi informativi alla ricorrenza nelle edizioni dei Telegiornali

TGR 
Martedì 23 maggio 
Friuli-Venezia Giulia
La redazione in lingua italiana ricorderà l’Anniversario con notizie e servizi nelle principali edizioni dei Telegiornali e dei Giornali Radio;
Abruzzo
La redazione realizzerà servizi dedicati nelle principali edizioni dei Telegiornali e dei Giornali Radio;
Puglia
La redazione realizzerà un servizio sulle commemorazioni per la strage di Capaci ed il ricordo di una vittima pugliese, Antonino Montinaro, agente di scorta di Falcone.

RaiNews24 
Martedì 23 maggio 
La Testata seguirà gli eventi della Giornata con ampie finestre informative.

Spot Istituzionali
Spot Istituzionale Rai
In occasione dell’Anniversario della strage di Capaci, è stato prodotto da Rai uno spot che sarà trasmesso su tutti i Canali da martedì 16 a martedì 23 maggio.

Spot Presidenza del Consiglio dei Ministri
È prevista la campagna “Fondo vittime mafia e reati violenti” da martedì 16 a lunedì 22 maggio 2023.

Rai Movie
Martedì 23 maggio
Film Era d'estate (19:15)
Regia di Fiorella Infascelli, con Beppe Fiorello, Massimo Popolizio, Valeria Solarino
Estate 1985. Impegnati a preparare il maxiprocesso contro la mafia, i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono portati con le loro famiglie all'Asinara. Una candidatura ai David 2017.

Rai Gulp
Domenica 28 maggio 
TUFO – Animazione (ore 17:15 - replica del 23 maggio su Rai3)

Rai Storia
Domenica 21 maggio 
Film “La mafia uccide solo d'estate” (ore 21:15)
Commedia grottesca che si combina felicemente con il cinema di impegno civile. Palermo, 1992, Arturo ha 20 anni e lavora come pianista in un'emittente locale. La sua vita è da sempre segnata dagli omicidi di mafia e in passato aveva una passione per Flora che era stata sua compagna di classe. Figlia di un noto avvocato legato alla politica più collusa, Flora torna dalla Svizzera dopo dieci anni. Attraverso il racconto della vita di Arturo, il film ricostruisce, in toni spesso paradossali e ironici, 20 anni di storia siciliana segnata dalla sanguinosa attività criminale di Cosa nostra a Palermo, dall'elezione a sindaco di Vito Ciancimino all'omicidio di Salvo Lima, fino alle stragi ordinate da Totò Riina. Il film, esordio cinematografico di Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, prende spunto dalla sua esperienza personale e civile, la stessa di tutti i palermitani che per anni hanno vissuto una sorta di doppia vita, fatta da una parte di eventi felici e dall'altra di attentati, minacce e diffusa omertà. Anni in cui la popolazione ancora ignorava o negava l'esistenza della mafia, diventandone spesso vittima. Il film è stato premiato con 2 Nastri d'Argento e 2 David di Donatello.

Martedì 23 maggio
Il giorno e la storia (Ore 00:10 e in replica 08:30, 11:30, 14:00 e ore 20:00)
Il 23 maggio 1992 nel tragitto da Punta Raisi a Palermo, all'altezza dello svincolo autostradale di Capaci, un ordigno di potenza inaudita travolge la Fiat Croma blindata su cui viaggia il giudice Giovanni Falcone e le due auto della scorta. Falcone è, insieme a Borsellino, il simbolo della lotta dello Stato alla mafia, esemplificata dal maxiprocesso che mette alla sbarra i più importanti boss di Cosa Nostra e termina il 16 dicembre 1987 con la condanna per 360 dei 475 imputati. Nell’esplosione, perdono la vita Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli agenti Rocco Di Cillo, Vito Schifani, Antonio Montinaro.

Passato e Presente - L'Italia scopre la mafia con il Prof. Giovanni De Luna (Ore 9 e in replica alle ore 14)
La presenza di Cosa Nostra nella vita istituzionale dell’Italia risale ai tempi della formazione dello Stato unitario. Eppure, per circa un secolo, della mafia in Italia non si è parlato, se non come di un fenomeno circoscritto alle tradizioni siciliane. Qualcosa comincia a cambiare agli inizi degli anni Sessanta grazie al coraggio di uomini e donne che decidono di combatterla apertamente, spesso a costo della vita. Tra questi Pio La Torre, promotore, insieme a Virginio Rognoni, della legge che ha introdotto il reato di associazione di tipo mafioso (416 bis) e assassinato nel 1982. Un ruolo decisivo nella costruzione di una narrazione pubblica intorno alla mafia lo ricopre anche la televisione: prima con le inchieste sulla malavita, poi con una produzione di impegno civile come La Piovra, in onda sul piccolo schermo a partire dal 1984. Lo sceneggiato fu capace di rappresentare al grande pubblico il fenomeno della mafia imprenditoriale, i cui tentacoli si allungano dai piccoli spacciatori fino al cuore del potere politico. Mentre La Piovra riscuote in Italia un successo di pubblico senza precedenti e viene distribuita in tutto il mondo, a Palermo si svolge il Maxiprocesso, che porta alla condanna dei maggiori boss dell’epoca, come Totò Riina e Bernardo Provenzano. Il Maxiprocesso segna la prima grande vittoria dello Stato sulla mafia, ma anche l’inizio del periodo stragista di Cosa Nostra, che culminerà negli omicidi dei giudici Falcone e Borsellino. Del processo storico di disvelamento della realtà mafiosa parlerà il prof. Giovanni De Luna insieme a Paolo Mieli.

Pietro Scaglione, la prima vittima (Ore 9:30)
La storia della morte del Procuratore Pietro Scaglione, assassinato a Palermo il 5 maggio 1971, è il baricentro del racconto dei primi anni della lotta alla mafia, quando gli strumenti in mano agli investigatori erano ancora pochi e di Cosa Nostra ancora non si sapevano struttura e organizzazione. La vita del Procuratore permette di riavvolgere il nastro fino al dopoguerra, alle lotte contadine, arrivando agli anni del Sacco di Palermo, ai rapporti tra mafia e politica, e alla prima guerra di mafia.

Diario civile - L'Ora, storia di un giornale antimafia (Ore 10:30)
La storia del giornale L'Ora è intrecciata con quella della città di Palermo e con la carriera di tantissimi giornalisti diventati famosi. Nato all'epoca dei Florio, nel 1900, il giornale vive il suo periodo d'oro negli anni della direzione di Vittorio Nisticò, dal 1954 al 1975. E' in quest'epoca che nasce il giornalismo antimafia, che tre generazioni di cronisti, che diventeranno famosi e faranno grandi carriere, si formano nella redazione di Piazzetta Napoli. Il racconto delle battaglie del giornale si intreccia così con i casi di cronaca più significativi e con i drammi che hanno portato alla morte di tre cronisti de L'Ora, Cosimo Cristina, Mauro De Mauro e Giovanni Spampinato. Un percorso che attraversa la storia della Sicilia, dalla prima inchiesta antimafia nel 1958 fino al terremoto del Belice, dal governo regionale di Silvio Milazzo alla guerra di mafia degli anni 80, impreziosito dalla collaborazione di intellettuali come Leonardo Sciascia. Fino alla chiusura del giornale, nel 1992, a pochi giorni dalla strage di Capaci. Andrea Camilleri ricorda i suoi primi passi da scrittore, parlando per la prima volta in televisione dei racconti che inviò nel 1949 al giornale e che L’Ora pubblicò.

Boris Giuliano, un commissario a Palermo (Ore 11:50)
Il ricordo del capo della squadra mobile di Palermo, ucciso il 21 luglio 1979. Giuliano fu tra i primi a capire le trasformazioni criminali di Palermo negli anni ‘70 e a cogliere i rapporti tra Cosa Nostra e la politica, il primo a indagare su Totò Riina, negli anni in cui prendeva il potere e preparava la mattanza che avrebbe insanguinato Palermo dal 1978 al 1983. Quando fu ucciso, da Leoluca Bagarella, Boris Giuliano stava indagando su un enorme evasione fiscale che sarebbe stata una tangentopoli ante litteram, ma aveva anche condotto inchieste sulle esattorie dei cugini Salvo e sul caso De Mauro. Il suo metodo investigativo, condiviso con una "squadra" di uomini a lui legatissimi, ha rivoluzionato il modo di fare indagini in Italia, come ha ammesso anche Giovanni Falcone. Il documentario racconta anche l'uomo Boris, un padre di famiglia e un amico che ha lasciato un ricordo vivo e indelebile in chi lo ha incontrato.

SeDici Storie- Cesare Terranova (Ore 12:50)
Cesare Terranova è stato un magistrato antimafia di lungo corso, ha legato il suo nome ai primi processi contro Cosa Nostra, nei quali non fu possibile condannare gli imputati perché non esisteva ancora il reato di associazione mafiosa. Memore di queste esperienze si batté per modificare la legislazione contro la criminalità organizzata, facendo anche parte della Commissione Parlamentare antimafia nel 1976, in seguito ad una esperienza da parlamentare (eletto sia nel 1972 che nel 1976). Qui in una relazione di minoranza, Terranova metteva in guardia dai rapporti delle cosche siciliane con alcuni esponenti politici e sottolineò il grumo di malaffare che stava avvolgendo la Sicilia. Negli anni precedenti, era stato Procuratore di Marsala (come sarebbe toccato anni dopo a Paolo Borsellino) occupandosi del caso del “mostro di Marsala” di cui tanto furono piene le cronache nel 1971. Tornato a Palermo nel 1979, in qualità di Consigliere di Cassazione (in attesa di essere nominato con tutta probabilità a Capo dell’Ufficio Istruzione), fu ucciso in un agguato il 25 settembre 1979, con il suo autista, il Maresciallo Lenin Mancuso. Intervengono in puntata il professor Salvatore Lupo, il Dott. Carmine Mancuso (figlio dell’agente di scorta deceduto), Geraldina Piazza (nipote di Terranova), Salvatore Cusimano.

Viva la storia - Rocco Chinnici (Ore 13:30)
“Per me la mafia è tutto e non è niente, per me la mafia è solo ignoranza, è una specie di cancro, inaspettato, che colpisce molte cose e non sai come difenderti. La mafia è un fenomeno sociale, politico ed economico” così si esprime uno dei ragazzi del liceo Vittorio Emanuele II di Palermo, protagonisti della puntata di “Viva la storia” dedicata a Rocco Chinnici, il magistrato ucciso da Cosa Nostra il 29 luglio 1983, che Rai Cultura ripropone nella giornata della legalità per ricordare il giudice che ideò il pool antimafia. L’attentato al giudice – un’autobomba esplosa sotto la sua casa, in via Pipitone a Palermo – è la prima strage mafiosa di tipo terroristico e “Viva la storia”, con Linda Stroppa, racconta il giudice e l’uomo che ha sfidato la mafia e pagato il prezzo della sua grande onestà, un uomo dello Stato che ha combattuto per far trionfare la giustizia.

Piersanti Mattarella, 6 gennaio 1980 (Ore 15)
Il 6 gennaio 1980, il presidente della Regione Sicilia, Piersanti Mattarella, viene ucciso in un agguato sotto casa, in via Libertà a Palermo. Un uomo che innova profondamente la politica siciliana, con provvedimenti coraggiosi, in particolare in materia economica, contro la mafia e il malaffare che domina la Sicilia in quell'epoca. Allievo e pupillo di Aldo Moro, Mattarella prova a riprodurre in Sicilia l'esperimento delle alleanze tra comunisti e democristiani, ma il sequestro e l'uccisione di Moro ne condizionano la strada politica. Nel periodo in cui Cosa Nostra alza il tiro verso gli uomini delle istituzioni, Piersanti Mattarella vede stringersi il cerchio attorno a sé, e comincia a temere per la sua vita, ma non abbandona i propositi di cambiamento e rinnovamento che lo portano ancora oggi ad essere un punto di riferimento nella storia politica italiana.
Lo speciale "Piersanti Mattarella, 6 gennaio 1980", scritto da Alessandro Chiappetta per la regia di Agostino Pozzi Rai Storia, ricostruisce il contesto in cui è maturato il delitto, le successive indagini e la storia processuale. Ma soprattutto racconta la figura umana e politica di Piersanti Mattarella, con le immagini delle Teche Rai, le interviste rilasciate da lui stesso e alcune fotografie inedite. A ricordarlo, tra gli altri, Giovanni Grasso, biografo di Piersanti Mattarella; i giornalisti Nino Rizzo Nervo, Giovanni Pepi e Bianca Cordaro; l'ex consigliere giuridico Leoluca Orlando; l'ex consigliere economico Salvatore Butera; l'ex Procuratore Capo di Palermo, Leonardo Agueci; l'ex giudice istruttore del Tribunale di Milano, Giuliano Turone; e Padre Bartolomeo Sorge.

Italiani - Carlo Alberto Dalla Chiesa (Ore 16)
Successi e riconoscimenti alternati a sconfitte e grandi amarezze segnano la vicenda umana e professionale del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, tra i principali protagonisti, per almeno due decenni, della lotta al terrorismo e alla criminalità mafiosa. Con l’introduzione di Paolo Mieli e le interviste ai figli Nando e Rita, allo storico Vladimiro Satta, a Giovanni Bianconi e al Gen. Giampaolo Sechi, a lui è dedicato lo speciale in onda su Rai Storia per il ciclo “Italiani”.
Piemontese, nato a Saluzzo nel 1920, Dalla Chiesa segue le orme del padre, generale dei Carabinieri che aveva prestato servizio in Sicilia con il prefetto Mori durante il fascismo. Entrato ventiduenne a far parte dell’Arma e subito destinato al comando della caserma di San Benedetto del Tronto, Carlo Alberto Dalla Chiesa, dopo l’8 settembre, comincia a collaborare con la resistenza marchigiana: un’esperienza a cui attribuirà sempre un valore fondamentale. Nel luglio del 1946, sposa Dora Fabbo, anche lei figlia di un ufficiale dei carabinieri. Tre anni dopo, promosso capitano, chiede di essere trasferito a Corleone ed entra a far parte delle “Forze di Repressione del Banditismo” del Generale Luca, che operano contro le bande di Salvatore Giuliano. Per i brillanti risultati ottenuti Dalla Chiesa è decorato di Medaglia d’Argento al Valor Militare. Negli anni ‘60 Dalla Chiesa ricopre diversi importanti incarichi, prima di tornare in Sicilia, nel 1966, col grado di colonnello, per dirigere la Legione Carabinieri di Palermo. Delicate e complesse sono le indagini che si trova a svolgere in questa fase: dalla scomparsa del giornalista Mauro de Mauro, alla strage di Viale Lazio all’omicidio del Procuratore capo di Palermo, Pietro Scaglione. È in questi anni che Dalla Chiesa, insieme ad una formidabile dedizione al lavoro mette in evidenza notevoli doti investigative. Promosso Generale di Brigata nel 1973, Dalla Chiesa assume il comando della Regione Nord-Ovest. Inizia il capitolo che lo vedrà per diversi anni impegnato nello scontro con le Brigate Rosse: prima alla guida del Nucleo Speciale Antiterrorismo, poi, nel 1978, dopo la drammatica conclusione del sequestro di Aldo Moro, come Coordinatore delle Forze di Polizia e degli Agenti Informativi per la lotta contro il terrorismo. Un incarico che lo porta a conseguire importanti successi: dal blitz nel covo brigatista di via Monte Nevoso all’arresto di Patrizio Peci, esponente di spicco delle BR il cui successivo pentimento costituisce una svolta cruciale nella lotta al terrorismo. Dal 1979 a capo della I Divisione Pastrengo, Carlo Alberto Dalla Chiesa nel 1981 viene nominato Vice Comandante Generale dei Carabinieri, lo stesso grado che aveva ricoperto suo padre. Grandi dolori e cocenti delusioni si sono nel frattempo affacciati nella vita di Dalla Chiesa: dalla morte della moglie Dora, alle sempre più frequenti polemiche in cui viene coinvolto, a partire dall’iscrizione alla Loggia P2, appartenenza che Dalla Chiesa smentirà sempre con decisione. Nel maggio del 1982, subito dopo l’assassinio del deputato comunista Pio La Torre, Dalla Chiesa è nominato dal Governo Spadolini, Prefetto di Palermo. Per la terza volta è in Sicilia con il difficilissimo compito di contrastare la mafia ora guidata dai Corleonesi Totò Riina e Bernardo Provenzano. Cento giorni dopo, il 3 settembre a Palermo, il generale Dalla Chiesa è vittima, insieme alla seconda moglie Emanuela Setti Carraro e all’agente di scorta Domenico Russo di un agguato mortale. Qui è morta la speranza dei palermitani onesti scrive qualcuno su un cartello, in via Isidoro Carini, poche ore dopo l’attentato.

Italiani - Don Puglisi (Ore 16:45)
Palermo, sera del 15 settembre 1993: don Giuseppe Puglisi - parroco del quartiere Brancaccio, dove è nato lo stesso giorno, cinquantasei anni prima - è appena sceso dall’auto e sta per rientrare a casa, in piazzale Anita Garibaldi. Ma qualcuno lo aspetta e gli spara alla nuca. Un’esecuzione mafiosa che diventa martirio per l’uomo che più volte, pubblicamente, ha sfidato Cosa Nostra e si è battuto per dare futuro e speranza ai giovani, togliendoli dalla strada. Lo speciale racconta la vita e l’impegno di don Puglisi attraverso le testimonianze di quanti lo hanno conosciuto.

Francesca Laura Morvillo (Ore 18:30)
Rai Storia dedica una puntata speciale a Francesca Morvillo, magistrato e moglie del giudice Giovanni Falcone. Il 23 maggio del 1992 perdono la vita insieme a bordo della Fiat Croma che li sta portando a casa. Il tritolo non risparmierà tre degli agenti di scorta Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani che accompagnavano i magistrati. Lo speciale racconta la storia, rimasta nell’ombra in questi anni, di una delle prime donne che scelgono la carriera in magistratura proprio dopo l’apertura della carriera alle donne del 1964. L’attività di Francesca Morvillo viene analizzata dalla storica Giovanna Fiume e dalla giurista Paola Maggio e arricchita dalle testimonianze dai magistrati Francesco Messineo e Toti Salvago, suoi compagni di studio e colleghi. A raccontare gli anni di attività alla Procura del Tribunale per i minori è una delle prime magistrate siciliane, Marisa Ambrosini, giudice e amica di Francesca Morvillo. Viene fuori il ritratto di una donna volitiva, instancabile lavoratrice, saggia e riservata che ha scelto di condividere con Falcone la vita blindata, la complicata quotidianità, ma anche le questioni giuridiche che erano alla base del lavoro incessante del pool antimafia. Di questo sono testimoni Giuseppe Ayala, Pietro Grasso e la sorella del giudice, Maria Falcone. In controluce si snoda la storia di una città vessata dalla mafia: Palermo, città in cui tutti hanno tratto profitti dal malaffare e in cui è stato difficile innescare un cambiamento, come raccontano il sindaco Leo Luca Orlando e la giornalista Bianca Stancanelli. Oggi Palermo sembra riscoprire Francesca Morvillo: al balcone del liceo Vittorio Emanuele, il liceo che lei ha frequentato, compare un lenzuolo col suo nome, le è stata intitolata una biblioteca universitaria e la sua tesi di laurea sta per essere pubblicata e potrà essere consultata dagli studenti che scelgono di dedicarsi alla legge e alla cultura della legalità.

Telemaco - Palermo, lenzuoli contro la mafia (Ore 19:30)
Carla Oppo racconta Palermo, che ha vissuto, agli inizi degli anni ’90, una della più terribili stagioni di mafia. Obiettivo, in particolare, su due esperienze simbolo della ribellione civile alla barbarie della mafia: il Comitato dei lenzuoli bianchi e le Donne del digiuno. Un percorso nei luoghi della memoria con i protagonisti delle battaglie dell'antimafia in Sicilia, di ieri e di oggi.

Passato e Presente - Falcone e Borsellino, l'impegno e il coraggio con il prof. Salvatore Lupo (Ore 20:30, replica delle 13:15 su Rai3)
Il 23 maggio 1992 la mafia uccide il giudice Giovanni Falcone: stava per diventare procuratore nazionale antimafia. 57 giorni dopo, il 19 giugno, perde la vita per mano di Cosa nostra anche Paolo Borsellino, il magistrato che, con Falcone, aveva fatto parte del pool antimafia e costruito l’impianto del maxiprocesso di Palermo aperto nel 1986. La mafia non solo non è stata sconfitta, ma sferra il suo colpo più eclatante. In occasione del 31esimo anniversario della strage di Capaci, il professor Salvatore Lupo e Paolo Mieli dedicano all’impegno e al coraggio di Falcone e Borsellino l’appuntamento con “Passato e Presente”. Scompaiono dalla scena i due magistrati simbolo della lotta alla mafia. Quella lotta che aveva attaccato frontalmente Cosa nostra, portato alla sbarra i vertici e condannato, il 20 gennaio del 1992, 360 imputati. Per il Paese, scosso nel profondo, è il momento della presa di coscienza. Nel 2000, Palermo adotta la Convenzione Delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata, un trattato transnazionale ratificato da 188 Stati. Con la Convenzione di Palermo, il pensiero di Giovanni Falcone e il lavoro da lui svolto con le cancellerie e le procure europee e internazionali, diventa il punto di partenza nella lotta alla criminalità organizzata.

Falcone e Borsellino. C’era una volta a Palermo (ore 22:10)
Pomeriggio del 23 maggio 1992, ore 17.58: il giudice Giovanni Falcone muore in un attentato a Capaci insieme alla moglie Francesca Morvillo e agli uomini della sua scorta. Dalla morte di Falcone iniziano i 57 giorni più difficili del magistrato che più di altri ha condiviso con lui i successi e le difficoltà della stagione di lotta contro la mafia: l’amico Paolo Borsellino. Falcone e Borsellino. C’era una volta a Palermo” racconta il rapporto tra i due magistrati, gli anni del pool di Palermo, i mesi dei veleni, l'anno di Falcone alla Direzione dell'Ufficio Affari Penali al Ministero di Grazia e Giustizia, a Roma.
Alla morte di Falcone, Borsellino vuole fare luce sulle cause e trovare i responsabili dell’attentato. Ma Paolo Borsellino il 19 luglio in via d’Amelio, dove abita la madre che va periodicamente a trovare, va incontro al suo destino segnato. Alle 16.58 un’autobomba piazzata sotto il condominio uccide il magistrato e i 5 agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

SeDici Storie - Libero Grassi (Ore 23:45)
Libero Grassi, imprenditore palermitano, fu ucciso il 29 agosto 1991, dopo aver “sfidato” i suoi estorsori con una lettera pubblica e alcune apparizioni televisive, in cui si mostrava non allineato ai commercianti e imprenditori che pagavano il pizzo a Cosa Nostra. Era una rivoluzione per la coscienza antimafia di quel tempo, un pericoloso esempio di legalità e impegno civile a cui la mafia rispose nell’unico modo che ha sempre conosciuto: l’omicidio. Il ricordo del figlio, Davide Grassi, la testimonianza di impegno della moglie, Pina Maisano, scomparsa nel 2016, ed anche le tante associazioni antiracket sorte negli ultimi anni in Sicilia hanno portato Libero Grassi ad essere un punto di riferimento ancora oggi. All’indomani della sua scomparsa, Giovanni Falcone pronunciò le sue parole più celebri, definendo la mafia “un fatto umano che avrà un inizio e una fine”, ed invitando a “mettere in campo le migliori forze delle istituzioni, senza pretendere l’eroismo da inermi cittadini”, proprio riferendosi a uomini come Libero Grassi. Intervengono in puntata Davide Grassi, il prof. Enzo Ciconte, scrittore, docente e politico italiano, già deputato della Repubblica Italiana.

Rai Scuola
Martedì 23 maggio
Speciale Rai Scuola - La gente fa il tifo per noi (ore 17:30)
Lenzuoli bianchi appesi ai balconi dei palazzi di Palermo: fu questa la risposta corale dei cittadini siciliani alle stragi di mafia del 1992. Nell’anniversario della morte dei giudici Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e degli uomini delle scorte, Rai Scuola racconta cosa è stato il "movimento dei lenzuoli": il primo momento in cui i cittadini cominciarono a sventolare, dai loro balconi quelle che da allora divennero le bandiere della legalità. Come ebbe a dire Borsellino citando Falcone, in occasione della commemorazione funebre del compagno di tante battaglie: "La gente fa il tifo per noi".

Portale Rai Scuola
Il portale di Rai Scuola ripropone l’intervista di Andrea Barbato a Giovanni Falcone del 1991, un anno prima della sua morte:
https://www.raiscuola.rai.it/storia/articoli/2020/12/1991-intervista-a-Giovanni-Falcone-fef25430-aeb4-4edd-bada-6104b44e458c.html

Portale Rai Cultura:
Diversi i contributi del Portale Rai Cultura in occasione del 31° anniversario della strage di Capaci:
Il web doc “La Giornata della Legalità” con video, fotogallery, testi e infografiche sull'argomento, per ricordare e approfondire un tema di cruciale attualità e importanza civile. Contenuti selezionati dall’archivio Rai con testimonianze di magistrati, boss, familiari delle vittime, commenti di storici. (https://www.raicultura.it/webdoc/legalita/index.html#welcome)

Lo speciale “Caro Giovanni, caro Paolo” (2020) https://www.raicultura.it/speciali/carogiovannicaropaolo

Nella sezione Cinema del portale, la proposta della visione del film “L’attentatuni” (2001) di Claudio Bonivento https://www.raicultura.it/storia/articoli/2019/01/La-strage-di-Capaci-771bf712-f9d5-4ada-a054-2738d76ee910.html

RaiPlay
per la ricorrenza in oggetto, sulla piattaforma RaiPlay saranno disponibili i seguenti titoli:
FILM 
Era d’estate (2016) regia di Fiorella Infascelli
U muschittieri (2018) regia di Vito Palumbo
La mafia uccide solo d’estate (2013) regia di Pierfrancesco Diliberto
FICTION 
Giovanni Falcone. L’uomo che sfidò Cosa Nostra (2006) regi di Andrea e Antonio Frazzi
L’attentatuni - di Claudio Bonivento (2001)
DOCUMENTARI 
Chiedi chi era Giovanni Falcone (2022) di Gino Clemente
Giovanni Falcone, il peso delle parole (2019)
Giovanni Falcone - C'era una volta a Palermo (2017) di Graziano Conversano
Nella terra degli infedeli (2016) di Salvatore Cusimano
Frammenti di un discorso morale - Falcone e Borsellino, la Tv, le parole (2014) di Andrea Salerno
TECHE 
Le parole di Falcone - raccolta di 10 interviste originali a Falcone
TEATRO
Falcone - Il tempo sospeso del volo (2022)

RaiPlay Sound
la piattaforma RaiPlay Sound darà evidenza all’anniversario in oggetto proponendo dal proprio catalogo podcast original, serie audio.
In particolare:
1. 23 maggio: la strage di Capaci. Una serie audio di Un giorno nella Storia. Il racconto di quella drammatica giornata è affidato al giornalista Lirio Abbate che, ora per ora, intreccia le ultime ore di vita e di lavoro di Giovanni Falcone con la cronaca delle votazioni alla Camera dei deputati per eleggere il nono Presidente della Repubblica.
2. Va tutto bene. Trent'anni senza Falcone e Borsellino, podcast dedicato al racconto delle stragi e degli ultimi tre decenni attraverso le voci di Angelo Corbo, poliziotto della scorta di Falcone, sopravvissuto alla strage di Capaci, di Chiara Contesini, magistrato livornese classe 1989, e di Salvatore Borsellino, fratello del giudice ucciso in via d'Amelio. Cosa è successo in questi 30 anni, chi ha ereditato i valori espressi dalla vita, dal lavoro, dal modo di essere di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino?
3. Ferite. Attraverso la voce narrante dell'attrice Donatella Finocchiaro e le voci delle donne che hanno vissuto sulla propria pelle quegli eventi tragici, che sono state testimoni o semplici spettatrici, il podcast ci riporta a quel drammatico sabato pomeriggio di fine maggio del ’92 in cui l’Italia si fermò.
Dagli archivi Rai si renderanno disponibili le versioni radiofoniche di:
1. Le parole di Falcone, programma che raccoglie tutte le interviste e le apparizioni televisive di Giovanni Falcone in Rai. Una selezione di documenti audio che permetterà di ascoltare senza filtri i suoi punti di vista su argomenti cruciali quali il maxiprocesso, il ruolo di Tommaso Buscetta, la mafia a Milano, l'uccisione di Dalla Chiesa, Chinnici e Grassi, e sul difficile mestiere di giudice antimafia. Durante queste interviste concesse alla Rai - a giornalisti tra cui Biagi, Barbato, Santoro, Augias, Marrazzo, Sposini - Falcone pronunciò alcune tra le sue frasi più famose, come "la mafia è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine".
2. Falcone contro Riina: la guerra di Cosa Nostra, una puntata de La Grande Storia che ripercorre le tappe della lunga guerra tra Stato e Mafia attraverso le figure di Giovanni Falcone, il giudice che seppe imprimere una svolta decisiva alle indagini e alla lotta dello Stato contro la mafia siciliana, e di Salvatore Riina, il protagonista della stagione stragista e dello scontro frontale tra Cosa Nostra e le istituzioni democratiche. Fino all'arresto del boss corleonese, avvenuto il 16 gennaio 1993.
3. Francesca Morvillo donna di legge. Lo speciale racconta la storia di Francesca Morvillo, magistrata e moglie del giudice Giovanni Falcone, una delle prime donne a scegliere la carriera in magistratura, quando, nel 1964 questa fu aperta anche alle donne. L'attività della magistrata viene analizzata dalla storica Giovanna Fiume e dalla giurista Paola Maggio.

RADIO
Questi i programmi che martedì 23 maggio prevedono spunti editoriali per promuovere la ricorrenza:
 
Radio 1 – Gr

Curerà servizi nei GR e nei seguenti programmi:
Radio Anch'io (dalle 6:30 alle 09:00)
Che giorno è (dalle 11:05 alle 12:00)
Menabò (dalle 15:30 alle 16:.50)
Zapping (dalle 19:30 alle 21:00)

Radio 2
I Lunatici: trasmetteranno un racconto dedicato a Falcone e Borsellino. (dalle 00:00 alle 04:00)
Caterpillar: farà un approfondimento ancora da definire nel dettaglio. (dalle 18:00 alle 20:00)
La Sveglia di Radio2 (dalle 05:00 alle 06:30)
Caterpillar AM (dalle 6:35 alle 7:30)
Non è un Paese per Giovani (dalle 12:00 alle 13:30)

Radio 3
Fahrenheit dalle 15:00 alle 18:00)
Tutta la città ne parla (ore 10:00)

Radio Techetè
con il programma "Viaggio nel tempo, dal passato al futuro", condotto da Giacinto De Caro, trasmetterà, martedì 23 maggio, uno speciale su Giovanni Falcone. La vita di Falcone, fino al drammatico giorno di Capaci, si intreccia sia nella sfera privata che in quella professionale con l'amico di sempre, Paolo Borsellino.