Parola e Fede
Giovedì dopo le Sacre Ceneri: Stando nel deserto
Siamo nel deserto. Il nostro cammino quaresimale è iniziato. A questo nostro cammino il Signore oggi pone una prima scelta che chiamiamo: “le due vie”. Quali sono queste due vie? Il bene e il male. Questa verità accompagna l’uomo fin dal suo primo apparire nella storia, dal momento stesso della sua creazione.
«Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, nel giorno in cui tu ne mangerai, certamente dovrai morire». (Gen 2,4-17). [MORE]
In fondo il comando del Signore è sempre uno, lo stesso, per i secoli dei secoli: la vita è nell’obbedienza alla voce di Dio. Dove non c’è obbedienza non c’è vita.
Israele (e anche noi) deve decidere: se vuole la vita, deve osservare la Parola di Dio, camminare nelle sue leggi, osservare i suoi statuti. Se non vuole la vita, ma sceglie la morte, la responsabilità di questa scelta ricadrà interamente su di lui, perché si incamminerà per vie di morte.
Il Signore ha parlato: nella sua Parola è la vita, la benedizione, la moltiplicazione fisica di Israele. Vi è anche il rimanere, il coltivare, l’abitare la terra in cui sta per entrare per prenderne possesso. Non c’è futuro fuori della Parola di Dio per Israele, futuro di vita si intende. C’è solo futuro di morte, esilio, distruzione, dispersione, annientamento.
“Prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra: io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione. Scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza”.
Cosa devono testimoniare in eterno il cielo e la terra contro l’uomo? Devono attestare che il Signore ha posto davanti a Israele (e, quindi anche davanti a noi) la vita e la morte, la benedizione e la maledizione.
Nessuno mai potrà dire un domani: Non lo sapevo. Non sono stato avvertito. Ignoravo che la mia vita nella terra dipendesse dalla mia fedeltà alla Parola. Domani il cielo e la terra attesteranno che il Signore ci aveva avvertito, parlato, ordinato di scegliere la vita che è interamente nell’osservanza alla sua Parola.
Ecco come dovrà essere l’obbedienza e la fedeltà di Israele al suo Dio e Signore.
"Amando il Signore, tuo Dio, obbedendo alla sua voce e tenendoti unito a lui, poiché è lui la tua vita e la tua longevità, per poter così abitare nel paese che il Signore ha giurato di dare ai tuoi padri, Abramo, Isacco e Giacobbe".
Amando il Signore: Il Signore va amato con tutto il cuore, tutta la mente, tutte le forze. Ognuno lo deve amare con tutto se stesso. L’uomo esiste per essere del suo Dio, nel tempo, nelle opere, nei pensieri, nei sentimenti, nella volontà, nel cuore, in tutto il suo corpo, il suo spirito, la sua anima.
Obbedendo alla sua voce: L’amore per Israele dovrà essere purissima obbedienza alla voce del suo Dio, sempre.
Tenendosi unito a Lui: Israele si deve tenere unito a Dio come un bambino fa con il padre, le pecore con il pastore. Mai un solo istante Israele dovrà separarsi dal suo Dio, mai allontanarsi da Lui, mai percorrere una strada diversa da quella sulla quale il Signore vuole incamminarsi.
Se Israele si dovesse dimenticare che oggi il Signore viene a lui e oggi gli parla per il suo bene, la sua storia finisce. Tutta la storia di Israele è da questo ascolto perenne. Tutta la nostra storia è da questo ascolto perenne.
Impegno quotidiano: Oggi mi impegno ad ascoltare ed obbedire a quella Parola del Signore che mi è tanto difficile mettere in pratica.