Giovanni Santese si racconta in occasione del lancio del suo nuovo album dal titolo “forever vecchio”
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“Un inno alla maturità”. Così si può riassumere il pensiero di Giovanni Santese, in merito al tema principale su cui verte il suo nuovo album "forever vecchio", prodotto da Irma Records e disponibile dal 19 Maggio in streaming digitale e in formato fisico.
Guarda qui il videoclip del brano forever vecchio: https://www.youtube.com/watch?v=1z-9hKeaGRg&feature=youtu.be
L’artista, raggiunto telefonicamente, si è dimostrato felice ed euforico per il raggiungimento di questo nuovo obiettivo.
Ciao Giovanni, è uscito da pochi giorni il tuo nuovo album dal titolo “forever vecchio”, il primo firmato come “Giovanni Santese” anziché “Non Giovanni”. Perché hai preso questa decisione?
Per me è stata una cosa abbastanza naturale. Nonostante sia rimasto tutt'ora legato al precedente nome d’arte, con cui ho condiviso una parte della mia carriera, ultimamente lo sentivo un po’ forzato e non riuscivo più a sentirlo mio. Con la realizzazione di questo nuovo album ho avvertito la necessità di ricercare una diversa autenticità e inserire il mio nome completo. Mi è sembrata la cosa più corretta da fare.
“Forever vecchio” è una delle tracce presenti nel tuo album (nonché titolo del tuo disco). Questa canzone, dedicata a chi non ha paura di invecchiare, ha un ritmo molto allegro e contiene non solo tanta consapevolezza e maturità, ma anche tanta spensieratezza e voglia di godersi appieno questa fase della vita. Com’è nato questo brano?
Diciamo che è nato un po’ casualmente. Ricordo che l’origine è da attribuire a uno stato WhatsApp di un amico, in cui era presente una citazione di Oscar Wilde inserita in seguito nella canzone, vale a dire “non sono più abbastanza giovane per sapere tutto”. Questa frase mi ha particolarmente ispirato e dato il là per scrivere qualcosa che riguardasse la bellezza di essere "vecchi". Questa canzone non vuole dare risalto alla forza, bensì soffermarsi all’accettazione delle proprie debolezze e al fatto di non sentirsi più immortali. Il mio principale obiettivo era tessere un inno alla maturità e spero di esserci riuscito.
Questo brano, come dicevamo prima, è nato in seguito ad una nuova fase della vita in cui si è certamente più saggi e con un bel bagaglio di esperienza alle spalle. Ripensando al passato, se potessi tornare indietro nel tempo con la maturità accumulata fino ad oggi, avresti cambiato alcune cose della tua vita?
D’impulso è una domanda a cui risponderei di no, perché tutto quello che è accaduto sinora ha contribuito a rendermi ciò che sono oggi e, sinceramente, non saprei immaginarmi differentemente. Rispondendo razionalmente, invece, devo ammettere che se avessi l'opportunità di tornare indietro magari non mi sarei disperso in troppe cose. Mi sarei dedicato direttamente al mio elemento naturale, la musica, concentrando tutto su questa passione.
Scorrendo le tracce del tuo album è presente anche “algoritmo”, una canzone che affronta tematiche molto serie quali le stragi nelle scuole americane e la violenza nei confronti delle donne. Secondo te c’è speranza che le persone possano un giorno dare ascolto al cuore, rinunciando alla violenza e spezzando così il filo di questo freddo algoritmo?
Che dire da un lato la violenza è connaturata al genere umano, però sarebbe bello se questa radice venisse estirpata. Avremo tutti bisogno di una società felice, anche se mi rendo conto di quanto sia difficile solo pensare di poter estinguere il seme della violenza. Quello che succede in America fortunatamente ancora non è avvenuto qui in Italia. Bisogna dire che se le persone impazziscono in quel modo, ci sarà sicuramente qualcosa che non funziona. Penso che uno dei problemi sia sicuramente legato alla solitudine a cui questo mondo sembra ci stia condannando. Per quanto iper connessi, siamo in realtà disconnessi totalmente e ciò è veramente triste. Occorrerebbe creare l’antidoto all’infelicità.
Tra le canzoni proposte c’è anche “questo amore” un brano che parla di sentimenti ed emozioni. Cosa ci puoi dire al riguardo?
Volevo descrivere la normalità di un rapporto tra due persone. Spesso il sentimento dell’amore viene idealizzato, non tenendo conto del fatto che non riguarda solo lo stare insieme, bensì il progettare una vita e tra figli, casa, lavoro e tanti pensieri capita che le cose possano ingarbugliarsi. L’amore non può essere considerato totalmente come un bellissimo sogno o la trama perfetta di un film romantico, è anche tanta fatica. Mi dispiace avere tolto un po’ di poesia all’amore ma la verità è che, come in tutte le cose, non sempre tutto fila liscio e bisogna saper lottare per continuare ad alimentare questo sentimento.
“Dobbiamo fare bellezza” invece sembra in tutto e per tutto una lettera d’amore nei confronti di un figlio o una figlia. Quant’è importante il ruolo del genitori nei confronti dei propri bimbi?
Il ruolo di un genitore è importantissimo perché il figlio assimila nel tempo i comportamenti, i pensieri e le idee di un padre. La malinconia che volevo rappresentare nel brano riguardava l’accettazione di poter accompagnare il proprio figlio fino ad un certo per poi lasciarlo andare per far sì che la sua crescita sia sana. Arrivati ad un certo punto ci si può mettere solo da parte e lasciare che crescano. La bellezza sta anche in questo.
Sono sicuro che creare un album non è per nulla semplice. Quanto lavoro c’è dietro? E quante persone hanno contribuito alla sua realizzazione?
C'è tanto lavoro. A questo progetto non hanno lavorato tantissime persone, però le poche sono state tutte preziose. Tutti i miei brani sono stati prodotti con il mio socio in musica Mirko Matera, con cui ho sempre lavorato bene. Poi c’è Taketo Gohara, il produttore artistico con il quale abbiamo fatto grande lavoro di scrematura. Successivamente c’è stato il sound curato non solo da me e Mirko, ma anche da Alessandro “Asso” Stefana il quale, oltre la sua grandissima esperienza e competenza, ci ha messo a disposizione anche il suo bellissimo studio a Brescia e Niccolò Fornabaio, il batterista, che ha fornito il giusto tocco per la realizzazione di questo disco. Sono molto contento del risultato che abbiamo raggiunto. La squadra, anche se non era nutritissima, è stata molto valida.
Se ripensi a tutte le tue esperienze musicali vissute, ad oggi qual è stata la più gratificante?
Ci sarebbero tante occasioni da tirare fuori ma, a prescindere da tutto, la parte più gratificante in questo lavoro è avere un pubblico che ti segue e sostiene. Certo fa sempre piacere assistere ad un evento esplosivo, ti dà sempre una grande carica. Però, quando c’è una bella collaborazione sul palco e dietro le quinte e una bella sinergia con chi ti ascolta, per me questo è già di per sé gratificante.
C’è qualcuno in particolare che vorresti ringraziare?
Sicuramente, come già accennato prima, un ringraziamento va a tutta la squadra con cui ho avuto il piacere di lavorare. Poi ne approfitto per ringraziare anche la mia etichetta “Irma Records” che mi ha sempre sostenuto sin dai primi album ed anche in questa occasione mi è stata particolarmente vicino. E' grazie a loro se sono riuscito ad agganciarmi a Taketo Gohara, dando così il via alla realizzazione di questo bellissimo album.
Cosa consiglieresti a chi, arrivato finalmente alla pienezza della propria maturità, è alla ricerca di nuovi stimoli?
La cosa importante secondo me è fare tutto ciò in cui si crede. Ogni volta che compongo un pezzo, deve piacere innanzitutto a me stesso, mi deve rendere felice. Quando mi è capitato di scrivere alcune cose ponendomi il dubbio di dover piacere ad altri (fortunatamente di rado) non è mai andata a finire bene; in quei rari casi mi sono sentito insoddisfatto di me stesso. Bisogna cercare di trovare la propria autenticità e, proprio perché più maturi, realizzare tutto ciò che ci fa stare bene. Secondo me questa è la base per essere felici.
Avremo l'occasione di ascoltarti dal vivo quest’estate?
Fortunatamente dovremo iniziare i concerti a breve. Tra poco usciranno le date sui nostri canali, però quasi sicuramente partiremo dal mese di Luglio. Per restare aggiornati, potete usare i canali social di Instagram (@giovanni_santese) oppure Facebook (Giovanni Santese). Ci sarà tanto da suonare, con la speranza di poter presto tirare fuori tante altre canzoni e nuovi album.