Salute

Giornata mondiale per la lotta all'Hiv, tra polemiche e statistiche

MILANO, 1 DICEMBRE 2012- Un’intera giornata dedicata ad un tema delicato e di particolare importanza, sebbene non se ne parli spesso né, tante volte, con cognizione di causa. Eppure i dati forniti dalle organizzazioni competenti, primo fra tutti l’OMS- l’Organizzazione Nazionale della Sanità- parlano ancora di numerosi contagi, seppure in calo rispetto a qualche anno fa: nel corso del 2011 in tutto il mondo sono state 2,5 milioni le persone a contrarre il virus, con 1,7 milioni di decessi. [MORE]

Ma questi sono solo numeri e hanno un valore del tutto relativo: incoraggianti i passi in avanti compiuti, specie se si pensa che i contagi fra i minori sono sempre più in calo; allarmanti compaiono invece i dati se si sposta lo sguardo su alcune zone del mondo. Difatti, se si va un po’ più nello specifico, ci si rende conto che questa malattia, continua a far rilevare circostanze preoccupanti in paesi già martoriati da situazioni politiche, economiche e sociali tremendamente precarie. Il caso è soprattutto quello dell’Africa Sub-Sahariana, che accoglie fra le sue aride braccia il 68% della popolazione sieropositiva mondiale, dato che balza al 90% se parliamo di bambini: in queste terre, lo scorso anno, circa 900 bambini ogni giorno hanno contratto questa patologia. La totale assenza di una qualsivoglia concezione di prevenzione, unitamente all’ancora scarsa, seppure in crescita, diffusione di antiretrovirali- i farmaci che consentono la convivenza dell’individuo col suo sgradito ospite- fanno sì che l’Africa detenga ancora questo triste primato.

Per far fronte a questa situazione, spesso esasperata da condizioni di vita già pesanti, il contributo dei Paesi sviluppati è di fondamentale importanza. Lo si ricorda oggi, in questa giornata di celebrazioni e di fiocchetti rossi appuntati sulle giacche di milioni di persone nel mondo. In Italia lo si ricorda soprattutto al premier Monti, che lo scorso ottobre aveva ribadito, a parole, l’impegno del nostro Paese nel contribuire al Fondo Globale, nella creazione del quale l’Italia ha svolto, peraltro, un ruolo di grossa rilevanza. Il monito giunge dall’Osservatorio Italiano sull’Azione Globale contro l’Aids, che oggi afferma: «Tali dichiarazioni rimangono al momento mere enunciazioni, in quanto nessuna delle Amministrazioni competenti (Ministeri dell'Economia e Finanze, della Cooperazione e Integrazione, degli Affari Esteri e la Presidenza del Consiglio stessa) si è assunta ad oggi la responsabilità di dare loro sostanza».

Tantissime, dunque, le celebrazioni quest’oggi in Italia e nel Mondo. Obiettivo comune, quello di riflettere sulle misure da attuare per allargare l’ancora troppo ristretto bacino degli aventi diritto alle cure. Ma al centro del dibattito e delle manifestazioni vi è purtroppo anche una vecchia lotta, quella portata avanti per diffondere una cultura della prevenzione ancora scarsamente radicata e per sconfiggere un eterno pregiudizio, forte e del tutto infondato, che certe cose non ci riguardino da vicino.

(IMMAGINE: Repubblica.it)

Emmanuela Tubelli