Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, dal Politeama di Catanzaro giunge un forte "no"
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Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, dal Politeama di Catanzaro giunge un forte "no"

martedì 25 novembre, 2014

CATANZARO, 25 NOVEMBRE 2014 - Riceviamo e pubblichiamo
Da un teatro Politeama gremito in ogni suo posto, la città di Catanzaro ha gridato il suo No alla violenza contro le donne. Il Comune, assessorato alle politiche sociali, assieme all’Ufficio della consigliera di parità della Provincia, a Confindustria Catanzaro, all’Ufficio scolastico regionale, all’Università Magna Graecia di Catanzaro e alla Fondazione UMG, ha messo in piedi un evento che sicuramente ha indotto tutti i presenti a riflettere su uno dei fenomeni più inquietanti della nostra epoca. La messa in scena della pièce teatrale “Dolores. Due sorelle, due storie, una sola violenza” ha, infatti, attratto l’attenzione del pubblico, in gran parte composto dagli studenti delle scuole cittadine, sin dalle sue prime battute.

“Essere costretti a celebrare ancora oggi la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne è sicuramente una sconfitta che brucia”. Lo ha detto il sindaco Sergio Abramo, assente alla manifestazione per motivi istituzionali. “Se è innegabile – ha spiegato - che la condizione della donna si sia, nell’ultimo secolo, molto evoluta, dobbiamo però constatare con amarezza una realtà che è fatta di sofferenze e di violenza, sia essa fisica, morale o psicologica. La sconfitta della violenza delle donne è un obiettivo che riguarda tutti. Sento quasi come un dovere quello di ricordare una donna come Lea Garofalo, la collaboratrice di giustizia calabrese, che sfidò i clan e che per questo fu uccisa e poi orrendamente bruciata. A lei abbiamo deciso di intitolare una parte dei riqualificati Giardini di San Leonardo perché i giovani possano avere modo di conoscere una Donna esempio di coraggio, di ribellione verso la cosa sbagliata, di quella forza che non ti consente di piegarti alla rassegnazione.

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Il mio ricordo di Lea vuole essere un segno di vicinanza a tutte quelle donne che si mettono in gioco per la propria dignità e per la giustizia di tutti, a coloro che hanno vissuto o che stanno vivendo in un contesto di violenza che, voglio ribadirlo correndo il rischio di cadere nella banalità, non va mai giustificata”. “Per sconfiggere il “dramma” della violenza sulle donne, perché tale è – ha detto ancora Abramo -, è necessaria una vera e propria rivoluzione culturale che potrebbe partire proprio dalle scuole attraverso progetti formativi ed educativi che insegnino il rispetto della diversità di genere e cancellino odiosi stereotipi. Oltre alle scuole un ruolo strategico lo rivestono le famiglie, che hanno l’obbligo di trasmettere i valori della parità di genere e della non violenza. Ognuno di noi, ciascuno per il proprio compito e ruolo istituzionale, è chiamato a fare la propria parte e ad affrontare il problema con chiarezza e concretezza. Dobbiamo impegnarci tutti, in ogni struttura del nostro vivere sociale, ad offrire una possibilità di via di uscita alle donne che subiscono violenza”.

Hanno salutato il pubblico, prima di dare spazio all’opera teatrale in programma: l’assessore alle politiche sociali del Comune di Catanzaro, Gabriella Celestino; la consigliera di parità della Provincia, Sonia Munizzi; il presidente di Confindustria Catanzaro, Daniele Rossi; la docente dell’Università Magna Graecia Catanzaro, Tiziana Montalcini; il vicedirettore dell’ufficio scolastico regionale, Giuseppe Mirarchi.
E se l’assessore Celestino ha parlato della famiglia come del “luogo in cui spesso ci si rifugia dalle brutture del mondo”, respingendo e disprezzando l’idea che “spesso essa stessa possa divenire lo spazio in cui si consuma la violenza più brutale”, perentorio è stato il tono di Daniele Rossi: “Chi fa violenza sulle donne – ha detto – non può essere definito uomo”.

Ha partecipato alla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza alle donne, il prefetto Raffaele Cannizzaro, sempre attento alle problematiche che riguardano il territorio.
La pièce “Dolores. Due sorelle, due storie, una sola violenza” nasce dall’esigenza di denunciare l’inaccettabile condizione delle donne vittime di violenze e di maltrattamenti nel nostro Paese e in tante parti del mondo. A portare in scena il toccante testo di Edward Allan Baker sono state Lisa Vampa ed Alessandra Basile, autrici di traduzione e adattamento, per la regia di Adriana Milani.
La trama racconta di due sorelle, Dolores, interpretata da Alessandra Basile, e Sandra, interpretata da Lisa Vampa, che lottano contro le violenze, fisiche e psicologiche, da parte della famiglia e dei rispettivi compagni. E’ dunque un tema incredibilmente attuale e terribilmente realistico, quello che è stato portato sul palcoscenico del teatro Politeama.

L’infanzia in una famiglia disagiata, in cui un padre alcolizzato semina terrore per molti anni; arriva poi l’età adulta, ma le cose non sembrano cambiare, anche se Sandra e Dolores reagiscono e affrontano la vita in maniere differenti: mentre la prima, casalinga, moglie e madre, è remissiva e si nasconde dietro apparenti certezze date dall’abitudine, Dolores è allo sbando, in lotta con se stessa, con la sua famiglia, il suo compagno. Con il mondo. Quando Dolores fa visita alla sorella in cerca di conforto e aiuto dopo innumerevoli scontri col marito Jerry, Sandra reagisce negativamente, cerca di respingerla e di allontanarla dalla sua, sebbene solo apparente, tranquilla esistenza. E’ da questo rifiuto che nasce un intenso dialogo attraverso il quale gli spettatori vengono portati, come in veri e propri flash-back, nei trascorsi delle due donne, tra emozioni e sentimenti contrastanti, dove nonostante la delicatezza del tema non sono affatto esclusi momenti di ilarità.

Molte le associazioni antiviolenza che hanno partecipato alla manifestazione odierna, presenti anche i componenti del Comitato unico di garanzia del Comune (Cug).
Tutti insieme, mondo della scuola e Istituzioni, hanno gridato, in modo chiaro e netto, il loro no contro uno dei fenomeni che maggiormente allarmano e danneggiano l’immagine del nostro Paese.

Ufficio stampa Comune di Catanzaro


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