Premier Giorgia Meloni: soddisfazione per l'evacuazione dei cittadini italiani dal Sudan in guerra civile
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L'Italia ha completato con successo l'evacuazione di quasi 150 cittadini italiani intrappolati a Khartoum, la capitale del Sudan, dove è in corso una sanguinosa guerra civile tra l'esercito e i paramilitari del RSF. Altri paesi stanno mettendo in salvo i propri cittadini in una situazione di pericolo. L'Italia ha collaborato con le forze armate spagnole per evacuare anche altri 40 connazionali, insieme a cittadini stranieri, che saranno trasferiti a Roma dopo una sosta a Gibuti. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha dichiarato che l'evacuazione è stata possibile grazie alla collaborazione tra il ministero degli Esteri, della Difesa e l'intelligence. La premier Giorgia Meloni ha ringraziato tutti coloro che hanno contribuito al successo della missione di evacuazione e ha ribadito l'appello per la fine della guerra e la ricerca di una soluzione pacifica attraverso un negoziato che conduca a un governo a trazione civile. L'ambasciata d'Italia è stata il punto di raccolta per tutti i cittadini evacuati e il merito è stato assegnato ai paramilitari dell'RFS.
Tuttavia, la premier Meloni ha sottolineato che l'Italia non ha lasciato indietro nessuno e ha assicurato che gli sforzi per garantire la sicurezza dei propri cittadini all'estero continueranno. Il conflitto in Sudan ha causato centinaia di morti e migliaia di feriti, creando una situazione di instabilità e insicurezza nella regione.
L'evacuazione dei cittadini italiani dal Sudan è stata un'operazione delicata e complessa, resa possibile grazie alla collaborazione tra diverse istituzioni e paesi. Il successo della missione ha dimostrato l'efficacia della cooperazione internazionale in situazioni di emergenza e crisi.
Nonostante l'evacuazione dei propri cittadini, l'Italia continuerà a seguire con attenzione la situazione in Sudan e a lavorare per una soluzione pacifica al conflitto. La pace e la stabilità nella regione sono essenziali per garantire la sicurezza e il benessere dei cittadini sudanesi e per prevenire il diffondersi del conflitto in altre aree del continente africano.