Societa'
Giochi di macchinette da bar: oltre un secolo di storia e non sentirlo
Quando si pensa alle slot machine da bar si pensa ai ricordi dell’infanzia o alle versioni online, dimenticandosi – invece – che le macchinette così diffuse hanno tempi talmente remoti da risalire alla fine dell’800.
Insomma, le macchinette da bar sono tutto fuorché recenti. Ma quali sono le loro origini?
La prima versione di slot
La prima versione di slot viene tradizionalmente attribuita all'ingegnere Charles Fey, vissuto tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima del Novecento. In realtà, però, i primissimi modelli di slot erano apparsi sul mercato ancora prima, con un approccio molto rudimentale e ben poco tecnologico: dotate di cinque bobine rotanti, avevano un meccanismo interamente meccanico e non disponevano di alcun controllo elettronico. Il passaggio dai cinque ai tre rulli lo si deve a Sittman e Pitt, due imprenditori di Brooklyn che vollero trasferire il poker all’interno di una macchinetta rudimentale in legno, utilizzando i simboli delle carte per replicare, almeno in parte, l'ebbrezza di una partita al tavolo verde.
La creazione di Sittman e Pitt ebbe immediato successo tanto che furono molti i locali che chiesero ai due di dotarsi di questo gioco. Per aumentare il vantaggio della casa, peraltro, i due scelsero di eliminare il 10 di picche e i jack di cuori, limitando così la possibilità di formare una scala reale.
Fu però con l’avvento del lavoro di Fey che le macchinette subiscono una prima evoluzione: le bobine da cinque diventano tre, e vennero introdotte probabilità di vincita apparentemente più semplici.
La Liberty Bell
Più nel dettaglio, la prima slot machine “ufficiale” della storia vide la luce a San Francisco con il nome di Liberty Bell. Puramente meccanica, consisteva in una cassa di legno (o di lamiera sottile, in un secondo momento), con un’unica linea vincente e una leva che azionava il meccanismo della slot.
Tuttavia, quella prima evoluzione non ebbe molto successo. Il sistema di gioco era infatti troppo semplice per poter catturare l’attenzione dei giocatori e, di conseguenza, si rese immediatamente necessario un nuovo passo in avanti, con incremento del numero dei simboli al fine di ottenere montepremi più alti, con calo della probabilità e del numero medio di vincitori.
A proposito di vincitori, non tutti sanno che nelle loro prime versioni le slot machine da bar non prevedevano premi in denaro, ma solamente caramelle gommose alla frutta. È proprio per questo motivo che i primi simboli che scorrevano sui rulli (e che in parte sono utilizzati ancora oggi) fanno riferimento a tali immagini.
L’avvento dell’elettronica
Evidentemente, le cose sono cambiate radicalmente nella seconda parte dello scorso secolo, quando l’avvento dell’elettronica ha indotto gli sviluppatori di slot machine da bar a introdurre dei primi computer che potessero sostituire i centri di calcolo meccanici meno affidabili.
Le macchinette iniziano così ad avvalersi di un sistema di controllo dei rulli diverso da quello meccanico, disciplinano il movimento e l’arresto. Per arrivare al generatore di numeri casuali per la scelta della posizione di fermata del rullo bisogna attendere ancora un po': è il 1984 quando Inge Telnease ottenne il brevetto per il suo utilizzo.
Perché si chiamano slot machine?
Sebbene il termine sia entrato nell’uso comune da tanti anni, non tutti sanno per quale motivo le macchinette da bar vengono ribattezzate comunemente slot machine.
Il termine slot fa chiaro riferimento al termine fessura, indicando l’apertura nella quale il giocatore inserisce i gettoni utili per attivare il gioco. Secondo alcuni, però, il termine può essere inteso anche per indicare la linea di pagamento, ovvero quella parte della slot machine nella quale si può scorgere il risultato finale del movimento dei rulli. Il termine machine riserva invece minori dubbi: ci si riferisce infatti alla macchinetta vera e propria.