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CHIETI, 22 APRILE 2013 - "6° (sei gradi)" è il curioso titolo dello spettacolo che il comico napoletano Giobbe Covatta porterà sul palco del Cinema Teatro di Chiasso sabato 27 aprile alle 20.30.
Ancora una volta è un numero il titolo del nuovo spettacolo di Giobbe Covatta: dopo “7”, come i sette vizi capitali, e “30”, come gli articoli della carta dei diritti dell’uomo, tocca ora al numero “6”.
Anche in questo caso il numero ha un forte significato simbolico: rappresenta l’aumento in gradi centigradi della temperatura del nostro pianeta.
Tutto ciò che vedremo nel corso dello spettacolo è collocato nel futuro in diversi periodi storici nei quali la temperatura media della terra sarà aumentata di uno, due, tre, quattro, cinque e sei gradi. I personaggi che vivranno in queste epoche saranno i nostri discendenti (figli, nipoti o pronipoti che siano) e avranno ereditato da noi il nostro patrimonio economico, sociale e culturale ma anche il mondo nello stato in cui glielo avremo lasciato.
Ma come sarà il mondo la cui temperatura media sarà più alta di un grado rispetto al 2012? E quando i gradi saranno due? E quando saranno 6?
Covatta se lo è chiesto: modelli matematici applicati all’ecologia creati con solide basi scientifiche ci fanno nettamente pensare che i nostri più stretti discendenti avranno seri problemi e si dovranno adattare a (soprav)vivere in un pianeta divenuto assai meno ospitale, se non cercheremo di risolvere i problemi dell’ambiente, della sovrappopolazione e dell’energia sin da oggi.
Da Giobbe Covatta, da anni impegnato per la salvaguardia dell’ambiente e testimonial di Amref e Save the Children, un nuovo spettacolo dove comicità, ironia e satira si accompagnano alla divulgazione scientifica su quelli che sono senza dubbio i grandi temi del nostro secolo: sostenibilità del Pianeta e di conseguenza delle sue popolazioni.
Giobbe Covatta
Comico, scrittore e attore Giobbe Covatta debutta nel 1987 sul piccolo schermo con “Una notte all’Odeon” su Odeon Tv, per approdare nel 1988 su Rai Due con “Tiramisù”, “Fate il vostro gioco” e “Chi c’è, c’è”.
È l’apparizione al “Maurizio Costanzo Show” a segnare nel 1990 una svolta nella sua carriera, regalandogli la popolarità a livello nazionale.
L’esordio sul palcoscenico avviene nel 1991 al Teatro Ciak di Milano con “Parabole Iperboli”, uno spettacolo ironico in cui si mescolano spunti biblici e temi d’attualità; nel successivo “Aria Condizionata” (1994), in collaborazione con Greenpeace, tratta della salvaguardia delle balene come sottolinea l’irriverente sottotitolo “e le balene mò stanno incazzate…”.
Debutta a Roma al Teatro Parioli con “Io e Lui”, scritto e diretto con Vincenzo Salemme e Francesco Paolantoni, e infine “Art” con regia di Ricky Tognazzi. Dopo il grande successo di “Dio li fa e poi li accoppa”, concederà il bis con “Dio li fa…Terzo millennio”.
Al cinema interpreta il finto non vedente di “Pacco, doppio pacco e contropaccotto” (1993) di Nanni Loy a cui seguono “Camere da letto”(1997) di Simona Izzo e “Muzungu – Uomo bianco” di Massimo Martelli.
Ritornato al teatro nei primi anni duemila con la commedia “Double Act – due atti a farsi male” con regia di Mattolini, Giobbe Covatta partecipa a “L’Ottavo Nano” su Rai Due con Serena Dandini e Corrado Guzzanti; ospite di “Velisti per caso”, complice la sua passione per le imbarcazioni senza motore, diventa maestro di navigazione in “Vela spiego io” in onda su Sailing Channel di Sky.
Nel 2003 va in scena “Corsi e ricorsi, ma non arrivai”, mentre è del 2004 “Melanina e Varechina”, sul rapporto tra l’Africa e la cultura occidentale. Seguirà “Seven” sui vizi capitali e i gironi danteschi in chiave contemporanea, poi una stagione televisiva con “Zelig” e, sempre sulle reti Mediaset, la serie “Medici Miei”.
“Trenta” – in riferimento agli articoli della Dichiarazione universale dei diritti umani, reinterpretati in forma ironica ma non troppo – è il one-man-show realizzato in collaborazione con Amnesty International, cui segue nel 2011, in coppia con Enzo Iacchetti, la commedia “Niente progetti per il futuro”.
Giobbe si è dedicato intensamente a un serio impegno umanitario che lo ha portato a diventare uno dei testimonial dell'AMREF (Fondazione Africana per la Medicina e la Ricerca) e in seguito a dedicare molto del suo tempo ai problemi africani, fornendo aiuti concreti per portare a termine i progetti della Fondazione.
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