Gianfranco Fini riceve le chiavi della città di Bari. E si apre la porta...della polemica
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BARI - Il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha ricevuto stamane dal Sindaco Michele Emiliano le chiavi della città di Bari: un gesto simbolico per la seconda carica dello Stato che è «un'autorevole personalità impegnata nella difesa della fedeltà e della legittimità delle Istituzioni».
Così il primo cittadino ha giustificato questo gesto assai discutibile, non tanto per l’attuale ruolo del presidente di FLI quanto per ciò che ha rappresentato il suo passato, più o meno recente.[MORE]
«Grave a incomprensibile l'iniziativa di Emiliano – tuona Sabino De Razza, segretario provinciale di Rifondazione Comunista perché ci risulta che Fini cerchi di mostrare il lato buono delle ragioni della destra senza rinnegare totalmente le vicende che il fascismo ha prodotto in Italia. Ricordiamo al sindaco che la città è stata decorata con la Medaglia d’Oro per il sangue che gli antifascisti e i democratici baresi hanno versato nella lotta di Liberazione. E che dire della legge razzista che è nota come la Bossi-Fini?».
Una delle tante voci di protesta sollevatesi ieri sia all’interno del panorama politico cittadino che sulla pagina Facebook del Sindaco, letteralmente sommersa di messaggi sdegnati (a parte alcuni di approvazione), cui Emiliano ha voluto rispondere in prima persona (senza entrare nel merito), in tarda serata: «Sono contento comunque della discussione che questa vicenda ha suscitato perché é piena di sana e salutare democrazia. La democrazia è dolorosa perché è vera e non ipocrita. E vi ringrazio per essere sempre sinceri con me».
I ragazzi del collettivo studentesco “Link” hanno ironicamente (ma non troppo) scherzato sul cognome del Presidente: “FINIamola! Non vogliamo terzi Fini – Se il Sindaco dà le chiavi della città a lui allora le possono avere tutti”.
La memoria torna ai fattacci del G8 di Genova quando Ministro dell’Interno era proprio lui, “lo stesso responsabile – si legge nella nota di protesta – della Legge che inasprisce le pene per l'uso di droghe leggere, corresponsabile dei tagli all’Università e alla Scuola pubblica con la legge 133/08, sostenitore del lodo Alfano, legge “illegittima” secondo la Corte Costituzionale”.
Il gesto simbolico è quello di cambiare la serratura di casa, perché Fini nulla ha a che fare con la vita quotidiana di Bari.
Sulla stessa lunghezza d’onda il deputato del PD Gero Grassi: “Rimango sconcertato leggendo le motivazioni. Non capisco il rapporto tra Bari e Fini, totalmente inesistente. Rispetto – conclude – l’autonomia del Comune di Bari e rispetto la persona che riceve il riconoscimento”.
Ironico poi il commento di Quink, collettivo di ragazzi baresi, che fa della satira la sua micidiale arma: “ A Fini le chiavi della città di Bari. Speriamo che il cognato non lo sappia”.
Evidente il riferimento al caso dell’abitazione a Montecarlo, al centro delle cronache nell’ultimo mese.
Polemiche a parte, il Presidente della Camera ha partecipato al convegno 'Organizzare la giustizia', durante il quale ha posto l’accento sulla necessità di fare quanto prima una seria riforma in tal senso (e nessun assoggettamento del Pubblico Ministero al Governo, ndr.) nonché di ridare ai cittadini la possibilità di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento.
Per Fini, "nel momento in cui si pone il problema del governo complessivo del territorio e quindi del raccordo che tra le istituzioni deve essere inevitabilmente garantito, non c'è dubbio, e chi conosce la storia del Parlamento lo sa, che il ruolo dei parlamentari è fondamentale". Tale considerazione è "scevra da qualsiasi valutazione di tipo contingente e di tipo politico, ma è una valutazione che mi sento di fare". "Oggi il Parlamento appare lontano perché è venuto meno un anello di congiunzione naturale: colui che il cittadino elegge a rappresentarlo", ha detto ancora il Presidente della Camera.
[nella foto di Nicola Scagliola, il Sindaco di Bari Michele Emiliano ed il Presidente della Camera, Gianfranco Fini]