Politica

Giampaolo Mungo, lettera aperta Papa Francesco

Riceviamo e pubblichiamo
“Lettera Aperta - alla Chiesa di Papa Francesco ed a tutti gli uomini di buona volontà “
25 LUGLIO 2015 - Da sempre nel mio piccolo ho portato avanti una battaglia senza se e senza ma contro ogni uso di droga tanto da realizzare qualche anno fa anche una importante tavola rotonda dal titolo provocatore : “Imbercia ma ti sballi canta balla e fai sport “.  [MORE]

Ma tutto ciò non basta, occorre continuare a far rumore nel silenzio di una città in cui a volte urlano solo preti e poliziotti, in un momento storico che vede il nostro capoluogo e dove le droghe a Catanzaro sono una conferma più che una sorpresa, una piaga che necessita di tantissimi sforzi in termini di prevenzione e di sostegno alle politiche giovanili. La disoccupazione giovanile ed il progressivo allontanamento dei suoi giovani dalle tensioni del vivere sociale, dall'agire per un interesse o uno stimolo diverso, il tutto a favore purtroppo del silenzio e dell'inerzia, potrebbe portare la nostra Città ad incrementare i consumi e quindi le di tossicodipendenze. Ed in questo ambito ripeto a voce alta, che provo sgomento e vergogna ad essere rappresentato da cittadino Italiano da una classe politica parlamentare che anziché pensare a come affrontare la crisi la disoccupazione la povertà crescente ed il disagio sociale dilagante, pensano a legalizzare la DROGA.

E’ stata infatti depositata una proposta di legge sottoscritta da ben 218 parlamentari per la legalizzazione della Droga nella fattispecie della Cannabis. Tutto ciò indigna e mortifica quanti hanno speso la loro vita nei valori sociali e ideali della lotta alle droghe, soprattutto quando si legge la proposta legislativa e si scopre che : prevede che i maggiorenni possano detenere una modica quantità per uso ricreativo: 15 grammi a casa, 5 grammi fuori casa, che prevede l'auto coltivazione a casa fino a 5 piante ma è vietata la vendita del raccolto, altra ipocrisia, e che prevede i Cannabis Social Club, ed inoltre la legge prevede che ai maggiorenni residenti in Italia sarà consentita la coltivazione in forma associata in enti senza fini di lucro fino a 50 membri. Quest’ultimo un vero favore a tutte le mafie che in questo troverebbero sicuramente l’escamotage nel costituire vere Holding per il traffico di droga associate, chiaramente non a scopo di lucro eh, tutto ciò è ridicolo. La proposta di legge dei nostri parlamentari prevede anche la vendita previa autorizzazione, per lavorare e coltivare la cannabis, mentre la vendita al dettaglio avverrà in negozi dedicati, forniti di licenza dei monopoli. Mi sarei aspettato che la CHIESA nelle sue massime espressioni di rappresentanza intervenisse in modo forte su di un tema cos’ socialmente compromissivo della stessa integrità della nostra società moderna.

Ecco perché ho deciso di rivolgermi pubblicamente al Santo Padre Papa Francesco, affinché la Chiesa che egli rappresenta nella sua massima espressione, apra un momento di riflessione importante su un fenomeno che non può smettere di destare la nostra attenzione, e se da una parte si ha la strana sensazione che l’allarme sociale rispetto ai danni diretti e correlati all’uso di droghe si sia quasi del tutto disinnescato, dall’altro, tutti coloro che, a vario titolo, vi si ritrovano con le “mani in pasta” sanno bene che il fenomeno continua ad esserci e a manifestarsi in forma sempre più grave.

Occorre che la Chiesa lanci un monito affinché venga immediatamente ritirata la proposta di legge presentata, che crea dipendenza nei giovani e di cui sono ben evidenti già in molti giovani gli effetti devastanti. L’unica conseguenza sarà l’aumento della diffusione della droga e l’incremento dei traffici della criminalità organizzata. Ci aiuti papa Francesco ad amplificare tutti insieme gridando la nostra indignazione e la nostra sete di legalità in quelle strade avvelenate dallo spaccio. Serve lavorare investendo nella politica della prevenzione per rilanciare la vita di relazione, la cultura dell'educazione, dove Istituzioni e privati cittadini, devono fare la loro parte altrimenti, la lotta è realmente impari, contro quella odiosa criminalità che lucra sulle debolezze e sui disagi di giovani troppo spesso lasciati in balìa di se stessi e del degrado che li circonda. Santo Padre la sfida deve essere l’inclusione sociale come fattore principali della lotta contro il decadimento individuale e generazionale del nostro futuro, non una legge che cannibalizza la mente dei nostri giovani .

Giampaolo Mungo