Cronaca

Covid. Giallo su morte volontario, test vaccino va avanti

Giallo su morte volontario, test vaccino va avanti. AstraZeneca, nessuna preoccupazione. Italia è in 'piena epidemia'
ROMA, 22 OTT - Fiato sospeso per il giallo sulla morte di uno dei volontari coinvolti nella sperimentazione del candidato vaccino anti-Covid sviluppato dall'Università di Oxford con Irbm di Pomezia e la multinazionale del farmaco AstraZeneca. In serata l'Agenzia Reuters ha infatti riferito della morte di un volontario della sperimentazione clinica in corso in Brasile, citando l'autorità sanitaria brasiliana Anvisa e l'università federale di San Paolo, ma poco dopo l'agenzia Bloomberg rende noto che il volontario non aveva ricevuto il vaccino anti Covid. AstraZeneca, da parte sua, non fornisce alcun particolare ma fa sapere che la sperimentazione prosegue. Il volontario morto, coinvolto nello studio di fase 3 sul vaccino in corso nel Paese sudamericano, non avrebbe dunque ricevuto la somministrazione del candidato vaccino.

La stessa multinazionale AstraZeneca precisa a stretto giro che le valutazioni effettuate "non hanno condotto ad alcuna preoccupazione in merito alla continuazione dello studio in corso" di fase 3. "Non possiamo commentare - precisa - su casi individuali coinvolti nella sperimentazione in corso del vaccino Oxford, aderendo in modo stringente alla regolamentazione dei trial clinici, ma possiamo confermare che tutti i processi di verifica richiesti sono stati seguiti".

Ed ancora: "Tutti gli eventi medici significativi sono attentamente valutati da investigatori clinici del trial, un comitato di monitoraggio indipendente e le autorità regolatorie. Queste valutazioni non hanno portato a preoccupazioni in relazione alla continuazione dello studio in atto". Già nelle scorse settimane la sperimentazione del candidato vaccino Oxford era stata sospesa a seguito del verificarsi di una reazione avversa in uno dei volontari, poi dimostratasi non collegata alla somministrazione del vaccino. Lo studio è dunque ripreso. Attualmente la sperimentazione del vaccino Oxford è in corso su un totale di 50mila volontari in Gran Bretagna, Usa, Brasile e Sud Africa.

I risultati della finale fase 3 sono attesi nelle prossime settimane. E proprio su questo vaccino, che sembrerebbe essere tra i più vicini al traguardo se non ci saranno imprevisti, si concentrano molte speranze. Un prototipo sarà convalidato entro la fine di quest'anno, ha annunciato oggi il vice direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) Ranieri Guerra. E una conferma è giunta pure dal presidente del centro di ricerca Irbm di Pomezia Piero Di Lorenzo, che ha assicurato, sempre al netto di imprevisti, la disponibilità delle prime dosi entro dicembre, come annunciato nei giorni scorsi dal presidente del consiglio Giuseppe Conte. Intanto preoccupano i dati dei contagi da Covid-19 in Italia.

Con un numero di casi in crescita ormai "esponenziale", e le terapie intensive che vedono aumentare i ricoveri giornalieri da settimane, l'Italia è in piena "espansione epidemica": nelle prossime 2-3 settimane i numeri sono destinati a rimanere stabili, e dunque alti nella migliore delle ipotesi, oppure saliranno ancora, affermano gli epidemiologi. "Siamo passati da una crescita lineare dei casi di Covid-19 ad una crescita esponenziale, con gli oltre 15mila nuovi casi di oggi: siamo in piena espansione epidemica e nelle prossime 2-3 settimane i numeri sono destinati a rimanere stabili o a salire", afferma Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società Italiana di Malattie Infettive e tropicali (Simit) e ordinario di Malattie Infettive all'Università di Roma Tor Vergata.

Anche se oggi si adottassero misure più severe, spiega, per le prossime 2-3 settimane avremo comunque un trend di questo tipo con numeri sostenuti dal momento che le misure impiegherebbero appunto almeno 14 giorni per fare sentire il proprio effetto. A questo punto, scelta inevitabile, secondo Andreoni, dovrà essere quella di fare ricorso a misure più drastiche come la chiusura di scuole superiori e università, la limitazione della circolazione dei cittadini, il potenziamento dello smart working, ulteriori limitazioni delle strutture aperte al pubblico, fino al lockdown nazionale. Altra priorità immediata è aumentare i posti letto nelle terapie intensive e nei reparti Covid. Nel giro di "2-3 settimane - stima l'esperto - avremo un numero di pazienti Covid che sarà difficilmente gestibile se rimaniamo al livello attuale di posti disponibili".