Estero

Gheddafi non molla, Russia e Cina entrano in scena

Tripoli, 7 giugno - Muammar Gheddafi parla. E non molla."Resterò a Tripoli, vivo o morto": con queste parole il rais mostra che la distensione del clima è tutt'altro che imminente. «Non abbiamo paura. Siamo più forti dei vostri missili» ha detto il Raìs alla tv di Stato, esortando i lealisti a radunarsi nei pressi della caserma di Bab Aziziya, suo quartiere generale più volte bombardato, ultima volta martedi, per dimostrare il coraggio del popolo libico. "Non ci inginocchieremo, non ci arrenderemo" ha aggiunto il leader libico, avvisando la Nato che è pronto a combattere fino alla morte e che le tribù sconfiggeranno le bande armate.[MORE]

Barack Obama, presidente Usa replica che la pressione sul leader libico si intensificherà fino a quando non lascerà il potere: la capitale libica negli ultimi giorni è stata fatta bersaglio di un'escalation di raid, con attacchi che si alterno ogni ora. A Bengasi intanto è giunto l'inviato speciale del Cremlino, Mikhail Margelov, il primo responsabile russo nella zona dei ribelli tre mesi dopo l'inizio della sommossa contro il regime. È un segnale politico e diplomatico importante, sopratutto in relazione al fatto che proprio a Bengasi sono stati nei giorni scorsi anche diplomatici cinesi.
A Pechino infatti è arrivato il ministro degli esteri libico, Abdelati Obeidi. Il ministro degli Esteri libico Abdelati Obeidi sarà in Cina fino a giovedì come inviato speciale per il suo governo, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri cinese Hong Lei aggiungendo che Obeidi avrà colloqui con il ministro degli Esteri cinese Yang Jiechi. "Entrambe le parti si scambieranno i relativi punti di vista sulla Libia e sulla ricerca di una soluzione politica alla crisi libica", ha detto Hong. Giorni fa la stessa Cina aveva fatto sapere che il suo ambasciatore in Qatar ha incontrato Mustafa Abdel Jalil, il leader politico di fatto degli insorti, nel primo contatto ufficiale con i ribelli, aggiungendo che Pechino si sta attivando maggiormente per contribuire alla fine del conflitto. La Cina ha anche fatto passi in avanti per rinforzare i legami con i governi emergenti in Egitto e Tunisia, dopo le rivolte che hanno portato alle dimissioni dei leader storici.

Il momento si presenta quindi particolarmente delicato, non solo perchè l'epilogo della lotta contro il rais sembra imminente. L'azione di Russia e Cina infatti pone queste due grandi potenze in gioco sul piano dell'intervento internazionale.

 

Caterina Gatti