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Gezi Park: ottava vittima, e la Turchia s'infiamma di nuovo [live streaming]

 ISTANBUL, 11 MARZO 2014 – Non accenna ad aumentare il numero delle vittime delle proteste di Gezi Park, numero che cresce a posteriori, a circa otto mesi dagli eventi che infiammarono la Turchia, la scorsa estate. La giovanissima vittima, l'ottava, si chiama Berkin Elvan, in coma dallo scorso giugno, quando un lacrimogeno lo raggiunse dritto in testa. L'incidente è avvenuto nei pressi di piazza Okmeydani, a pochi passi da Taksim, l'area dove Berkin viveva, e in quella occasione era uscito di casa per comprare un pezzo di pane. Berkin aveva compiuto appena 15 anni a gennaio, mentre era ancora in coma.

Alla notizia, segnalata dai familiari via Twitter verso le 7.00 di questa mattina, frotte di persone si sono radunate sotto l'ospedale dove Berkin era ricoverato, in segno di solidarietà. Sono susseguiti scontri con la polizia, con tanto di lancio di lacrimogeni, nonostante ci si trovasse all'ingresso di un presidio ospedaliero, ferendo anche semplici passanti che si recavano in ospedale per una comune visita.

La famiglia ha espresso parole dure contro il primo ministro turco, lo stesso che pronunciò parole di elogio per l'operato della polizia lo scorso giugno: “Non è Allah che ha chiamato a sé nostro figlio, Berkin è stato ucciso da Erdogan”, si legge sul social network. Parole di cordoglio sono giunte pronte dal presidente della Repubblica Abdullah Gul e da esponenti di rilievo della società turca, ma ancora una volta sono mancati da parte di Erdogan.

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Allarmata nuovamente la città di Istanbul e la Turchia tutta: numerosissime sono infatti le città che si sono strette intorno alla bara di Berkin per commemorarne la scomparsa. In centinaia hanno invece marciato dall'ospedale fin sotto casa di Berkin, attendendone le spoglie. Si sono alzati cori contro la polizia: “Andate a vendere simit [tipica ciambella salata turca], ma provate a vivere con onore” o “Gli assassini di Berkin sono i poliziotti di Erdogan”. È stata annunciata anche una prossima denuncia presso la Corte Europea per i Diritti Umani, dal momento che nel giro di nove mesi “non è stata portata avanti indagine alcuna sugli autori dell'incidente”.

Col calare della sera, la situazione si surriscalda, specie nei teatri simbolo delle proteste di giugno, come piazza Taksim a Istanbul e la principale piazza della città di Ankara. Ma lo stesso pare si stia verificandosi in altri centri, come Diyarbakir, Trabzon e Adana.

Di seguito uno streaming per seguirne la diretta:

 

Foto: hurriyetdailynews.com

Dino Buonaiuto (Corrispondente dalla Turchia)