Estero
Gerusalemme, scontri fra polizia e fedeli: uccisi tre palestinesi e tre israeliani
GERUSALEMME, 22 LUGLIO- Il disordine generale si è scatenato in mattinata e non è terminato che in serata, con un computo di sei morti accertati, tre palestinesi e tre israeliani, e centinaia di feriti.[MORE]
Migliaia di fedeli si sono radunati nelle strade circondanti la Spianata delle moschee (Gerusalemme est) per pregare e protestare contro le nuove limitazioni imposte dal governo israeliano, che ha recentemente vietato l'ingresso nel luogo sacro, terzo per la religione dell'Islam, alle persone che abbiano meno di cinquant'anni di età.
La Spianata è già stata sotto il mirino del governo dopo che al suo interno vi si erano rifugiati gli assalitori dell'attacco terroristico contro due poliziotti israeliani, lo scorso quattordici luglio. Dopo averli uccisi, i due sono stati freddati dalla sicurezza israeliana proprio nei pressi del sito religioso.
In seguito a quanto accaduto, il governo ha deciso di installare dei metal detector all'ingresso per poter aumentare la sicurezza, Una misura restrittiva poco accolta dai fedeli palestinesi, che, in simbolo di protesta, hanno deciso di radunarsi e pregare all'esterno della Spianata nella giornata di domenica scorsa.
In aggiunta, proprio mirando ad evitare un eccessivo sovraffolamento nella giornata di venerdì, principale giornata di preghiera islamica, la polizia israeliana ha deciso di permettere l'accesso al luogo di culto solo a chi avesse cinquant'anni e più, un provvedimento non nuovo che viene predisposto per ridurre il pericolo di attentati.
L'agenzia di stampa palestinese Maan ha fatto sapere che una delle tre vittime è un ragazzo di diciassette anni, colpito mortalmente da un colono israeliano nel quartiere a maggioranza araba di Ras Al-Amoud, a Gerusalemme est.
La seconda vittima è Muhammad Abu Ghannam, il cui corpo è stato prelevato dalla famiglia dall'ospedale Muqassed in cui era ricoverato per impedire che fosse preso in custodia dalle autorità israeliane. Come hanno riferito i testimoni, infatti, la polizia israeliana ha fatto irruzione nel nosocomio per arrestare i palestinesi feriti che vi erano presenti.
La terza vittima è un altro diciasettene, Mohammed Mahmud, colpito al petto da un proiettile israeliano nel rione di Abu Dis.
La tensione si è estesa in Cisgiordania, regione non annessa ad Israele eccezion fatta per Gerusalemme Est: dopo alcune contestazioni durante il giorno, in serata un palestinese diciannovenne, Omar al Abed, è riuscito ad infiltrarsi nella colonia di Neve Tsuf, accoltellando quattro coloni, tre dei quali, un uomo e una donna quarantenni e un sessantenne, in modo mortale. Grave un'altra donna intorno alla sessantina, mentreil ragazzo è stato ucciso con alcuni colpi di pistola.
Nella periferia settentrionale di Gerusalemme, nel rione di a-Ram, un bambino di sette anni è rimasto intossicato da gas lacrimogeni mentre era fra le braccia del padre. Secondo fonti palestinesi le sue condizioni sono ritenute gravi.
Come lui, centinaia le persone intossicate o ferite dai proiettili di gomma impiegati dalla polizia. Le forzeisraeliane hanno impedito alle ambulanze palestinesi di raggiungere la zona dove erano in atto gli scontri e la Mezzaluna Rossa ha riferito che alcuni suoi addetti sono stati colpiti da candelotti lacrimogeni.
Non solo ad a-Ram, ma anche nei pressi dell'ingresso di Betlemme e al valico di Qalandya, a Ramallah.
Secondo quanto citato dalla Mezzaluna Rossa, si stimano almeno 193 feriti, sia in Gerusalemme che in Cisgiordania. Si devono aggiungere le quarantacinque persone ferite -quattro delle quali poliziotti- da oggetti, proiettili di gomma, o che si sono ustionati nel centro di Gerusalemme. Loro sono stati portati in centri di soccorso medico, mentre altri trentuno sono stati curati sul posto.
Nel quartiere di Isariya due persone sono state lese da munizioni vere, dieci da proiettili di gomma e quaranta sono coloro che hanno necessitato cure per aver inalato gras lacrimogeni o per aver riportato ustioni.
In Cisgiordania sono stati contati undici feriti a Ramallah a causa di granate stordenti, gas lacrimogeni e munizioni vere, mentre a Betlemme sono trentotto i feriti, prevalentemente per soffocamento dai gas.
Nonostante questi siano i principali poli di scontro, ci sono stati disordini anche nel nord e nel sud del territorio palestinese, con tre feriti a Qalqilia, se a Tulkarem e sei a Hebron, due dei quali colpiti da proiettili veri.
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha voluto rassicurare i fedeli, dichiarando che non è nelle sue intenzioni alterare lo stato attuale delle cose per i musulmani, che potranno accedere liberamente al luogo, mentre gli ebrei saranno tenuti a rispettare ore precise, senza potervi comunque pregare.
Anche se è lo stato ebraico a controllare l'accesso alla Spianata, la gestione degli edifici è nelle mani della Giordania.Da Amman, capitale giordana, si chiede la "immediata e totale" riapertura del sito ai fedeli, appellandosi alla comunità internazionale affinchè soluzioni il problema.
Già ieri il presidente turco Erdogan aveva chiesto la rimozione dei metal detector "vista l'importanza della spianata delle moschee per tutto il mondo musulmano".
Tuttavia, dopo essersi consultato con i capi della polizia e diversi membri del governo, il premier ha convenuto fosse meglio mantenere le nuove installazioni.
Negli ultimi giorni il Mufti di Gerusalemme ha ordinato che le moschee cittadine siano chiuse, esortando i fedeli a radunarsi verso la Spianata, nei limiti delle imposizioni delle autorità, ache se avrebbero dovuto rifiutarsi di passare per i metal detector.
Il presidente palestinese Abu Mazen ha convocato urgentemene una riunione con i veritici dell' Olp e di al-Fatah per discutere della "pericolosa escalation israeliana alla moschea al-Aqsa".
In serata il presidente ha annunciato il blocco dei contatti con le autorità israeliane fino a quando la questione delle porte elettroniche non sarà risolta.
Foto da Boscolo
Eleonora Ranelli