Economia

George Soros investe su Ferrari e il titolo riprende subito quota

03 MARZO 2016 - E’ molto importante per un titolo in ascesa trovare un personaggio di spicco disposto a puntare su di esso. Quando questa cosa avviene, c’è da scommettere che il titolo otterrà una buona performance visto che il mercato tende a seguire questo tipo di opinion leader. Per quanto riguarda il marchio Ferrari, di cui si è molto parlato e discusso in tempi recenti, è arrivato l’endorsement di una personalità come quella di George Soros.
L’interesse dell’investitore ungherese è stato più che sufficiente per scatenare gli acquisti sul titolo Ferrari. Naturalmente questo tipo di ragionamento vale quando ad esporsi è una personalità che nel 1992, i più lo ricorderanno, attaccò sterlina e lira spingendole fuori dal serpente monetario. Soros è quel tipo di investitore capace di smuovere in maniera determinante il mercato.

In pratica il finanziere di origini ungherese, ha approfittato del momento di forte sconto con cui sono state quotate le azioni del Cavallino, dopo una IPO che molti analisti hanno reputato eccessivamente alta, per comprare lo 0,45% del capitale, per un controvalore di circa 40 milioni di dollari. Si tratta naturalmente di un piccolo investimento, se paragonato ai capitali di Soros. Eppure è stato sufficiente questo movimento speculativo, per rendere il titolo Ferrari altamente infiammabile. Ricordiamo che il titolo del Cavallino quotato lo scorso 4 gennaio, aveva già bruciato circa un quarto della propria capitalizzazione. Arrivati a questo punto in molti già si stavano chiedendo cosa farnese di azioni tanto a rischio, nonostante il settore sia considerato in netta ripresa per il 2016. Malgrado questo, c’è stato un balzo a fine seduta di oltre il 10%, capace di superare di slancio la soglia dei 34 euro. Attualmente l’impegno di Soros, attraverso la Soros Fund Management, si attesta al quarto posto per le quote Ferrari. Il pacchetto di azioni più consistente è quello della fondo Price T Rowe Associates, il quale a dicembre deteneva più del 4% della Ferrari per un controvalore di oltre 365 milioni di dollari.

Gli interessi sulla Ferrari però non si limitano solo al finanziere ungherese, visto che anche Morgan Stanley è presente sul titolo con le sue 267mila azioni. Seguono a ruota il colosso BlackRock che tramite vari fondi detiene oltre 340mila azioni. Altro nome ben conosciuto negli ambienti di Wall Street, presente tra gli azionisti Ferrari è il fondo OZ Management, fondato e gestito dal miliardario Daniel Och.

Gli interessi per la rossa di Maranello quindi sono davvero molteplici. Questo spiega in parte la seduta sprint per il titolo della Rossa. Non a caso il titolo è stato tra i best performer del paniere Ftse Mib.

Grafico FTSE MIBfonte: anyoption
Piero Ferrari e la famiglia Agnelli potranno quindi essere più che soddisfatti dell’ottimo lavoro svolto, in questo particolare momento. Il recente crollo del titolo, che ammonta a circa un terzo del suo valore di mercato, è stata attribuito dagli analisti al momento di grande volatilità generale che ha interessato i mercati nell’ultimo periodo. Certo il settore delle auto di lusso ha risentito, almeno in parte della crisi cinese. Non è un caso che nel corso del 2015 il marchio Ferrari abbia venduto il 22% in meno rispetto al 2014.
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