Cronaca

Genova: scoperte dalla Polizia Tributaria percezioni indebite di pensioni per una frode di 425.000 e

GENOVA, 22 APRILE 2013 - Sta ancora operando la Guardia di Finanza di Genova con attenti controlli riguardanti la percezione indebita di pensioni di persone defunte, da parte di persone non legittimate. Secondo le indagini infatti, i parenti dei deceduti, privi dei requisiti per percepire il trattamento di “reversibilità”, non avrebbero comunicato la morte dei congiunti agli Organi previdenziali.

Già nel febbraio scorso erano stati individuati 14 casi di frode per riscossione indebita di pensioni da un primo gruppo della Guardia di Finanza di Genova. Il totale erogato in questa circostanza sarebbe di 740mila euro, ricadenti nel caso tipico descritto.

È stato cosi deciso, dal Nucleo di Polizia Tributaria, di proseguire gli accertamenti sviluppati con un’azione d’indagine coordinata. Attraverso questo ulteriore controlli sono stati individuati altri 6 casi della specie. In questo caso l’ammontare complessivo degli emolumenti erogati pare essere arrivato a 425mila euro, corrisposti negli anni dal 2007 al 2011.

Si è potuto scoprire questi casi di frode alle finanze dello Stato, grazie ad analitici e laboriosi incroci di dati. Sono stati infatti utilizzati gli archivi elettronici in dotazione ed inoltre sono stati di rilevante importanza gli esami approfonditi di documenti cartacei, riscontri materiali e sopralluoghi sul territorio.

Grazie alla collaborazione dell’INPS si è giunti, dunque, ad un ottimo risultato delle indagini. All’Ente previdenziale è stata segnalata prontamente la frode e questa ha richiesto l’immediato “blocco” delle erogazioni attuando inoltre le procedure amministrative per il recupero delle somme illecitamente percepite. Si è riusciti così ad ottenere la restituzione di 150mila euro, dalle banche tenutarie dei conti correnti nei quali il denaro era confluito.

I responsabili della truffa, attualmente 6 persone, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Genova. L’A.G. inquirente, su proposta del Nucleo di Polizia Tributaria operante, ha inoltre richiesto ed ottenuto, dal GIP, il sequestro di beni mobili ed immobili riconducibili agli autori del reato, eseguito fino ad un controvalore di 80mila euro. [MORE]