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ANKARA, 21 DICEMBRE 2011- La Turchia critica con veemenza il punto del giorno che domani l’Assemblea nazionale di Parigi dovrà discutere, ossia un disegno di legge che sanziona il negazionismo sul genocidio compiuto dai turchi, a danno della popolazione armena, negli anni 1915-1917.[MORE]
Il Parlamento francese ha ufficialmente riconosciuto il genocidio armeno il 18 gennaio 2001. La norma del disegno di legge prevede 1 anno di reclusione e 45.000 Euro di multa per chi dovesse negare che i massacri compiuti dall’esercito turco sulla comunità armena consistano in un genocidio. Recep Tayyip Erdogan, Presidente della Turchia, ha inviato una lettera sabato al presidente Nicolas Sarkozy, in cui ha sottolineato che il testo della legge "è così ostile alla Repubblica turca" e la sua applicazione porterà "irreparabili conseguenze che si rifletteranno nei rapporti tra la Turchia e Francia a livello culturale politico, economico".
C’è poi la stoccata di Erdogan “Se l'Assemblea nazionale francese è interessata alla storia, si interessi allora anche sugli eventi che hanno avuto luogo in Africa, Ruanda e Algeria". Un evidente riferimento al controverso passato coloniale francese definito “sporco e sanguinoso”. Il rischio di una “guerra” diplomatica tra Francia e Turchia è concreto. Ankara ha fatto sapere che se la legge fosse approvata, l’ambasciatore turco in Francia sarebbe richiamato.
Pesanti ripercussioni potrebbero verificarsi, nell'immediato, dal punto di visto della cooperazione economica e culturale tra le due nazioni. Inoltre, l’intera vicenda, non gioverebbe alla tormentata candidatura della Turchia nell’Unione Europea.
Il genocidio armeno si verificò tra il 1915 e 1917, che viene commemorato dagli Armeni il 24 aprile. La comunità armena fu oggetto di persecuzioni anche sotto il sultanato ottomano ottomano di Abdul-Hamid II negli anni 1894-1896. Il nuovo governo dei “Giovani Turchi” temette che gli armeni dell’Impero Ottomano potessero allearsi con i russi, loro nemici. In tal contesto nel 1909 si verificò un eccidio di almeno 30.000 armeni nella regione della Cilicia.
La situazione precipitò nel 1915 quando alcuni battaglioni armeni dell'esercito russo cominciarono a reclutare fra le loro fila armeni che in precedenza avevano militato nell'esercito ottomano. Intanto l'esercito francese finanziava e armava a sua volta gli armeni, contro i “Giovani Turchi”, non vedendo di buon occhio le loro spinte repubblicane. Nella notte tra il 23 e il 24 aprile1915 furono eseguiti i primi arresti tra intellettuali, scrittori, poeti, giornalisti e politici armeni della città di Costantinopoli. I deportati furono condotti verso l’interno dell’Anatolia, molti di loro furono massacrati durante il viaggio dall’esercito turco e dalle milizie curde. Nelle marce della morte, che coinvolsero 1.200.000 persone, centinaia di migliaia morirono per fame, malattia o sfinimento.
Nonostante alcuni aspetti controversi e la ferma negazione da parte della Turchia, considerando la programmazione “scientifica” delle deportazioni e delle esecuzioni, lo sterminio degli armeni viene considerato il primo genocidio moderno.
Davide Scaglione