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FREDERICKSBURG(VIRGINIA), 16 FEBBRAIO 2013 - Essere madre o padre non è senza dubbio un lavoro semplice né facile, in tanti con l’arrivo di un figlio si trovano spaesati e spesso senza alcuna esperienza a riguardo, la cosa più ovvia come istinto naturale è quello di difendere e provvedere a tutti i bisogni e necessità dei pargoli, ma come si suol dire a tutto c’è un limite.
Secondo uno studio effettuato da Holly Schiffrin, docente della University of Mary Washington in Virginia, screening successivamente pubblicato su Springer's Journal of Child and Family Studies, i ragazzi controllati ad hoc dai propri genitori sono più esposti e predisposti ad ansia e depressione. [MORE]
La ricerca è stata effettuata su un campione di 297 studenti che accedevano al college statunitense, con un età compresa tra i 18 e 23 anni. Dopo i vari colloqui e step da superare, è emerso che quelli vissuti in contesti ovattati e iper oppressivi, sono più inclini verso disturbi da ansia, inquietudine, insicurezza e insoddisfazione della propria vita.
Non a caso negli Usa, i genitori molto protettivi vengono definiti, “elicottero” (helicopter parents), poiché supervisionano dall’alto e controllano costantemente in modo quasi maniacale tutto ciò che circola e accade alla prole.
Infatti come spiega la stessa responsabile dell’indagine : «questo eccesso di coinvolgimento dei genitori alla fine può creare una generazione di giovani deboli e privi di autonomia, completamente incapaci di sopravvivere in un mondo sempre più competitivo».
Bisognerebbe chiarire e far intendere ad alcuni genitori che i figli sono essere umani, persone e in quanto tali hanno diritto ad una propria identità, essere presenti nella loro vita è un conto, appropriarsene è un altro. Ciascuno deve avere la possibilità di fare scelte giuste o sbagliate, sarà poi l’esperienza a fare da mentore.
(fonte: www.bebeblog.it )
Rosalba Capasso