Caffellatte e ginger letterari
Gegè Telesforo al Grandinetti di Lamezia Terme
LAMEZIA TERME (CZ), 25 GENNAIO 2015 – Si è aperta ieri la rassegna del “Sabato del Villaggio”, giunta ormai alla sua XIV Edizione, in compagnia di un ospite d’onore di notevole rilievo, il cantante jazz, Gegè Telesforo. Un parterre gremito lo ha accolto calorosamente. Giovani e non solo, si sono compiaciuti di ascoltare l’artista che ha allietato il pubblico presente con diversi momenti di dialogo e musicali.
Raffaele Gaetano, direttore artistico dell’ormai affermato cartellone, a partire da quest’anno, ha introdotto due importanti novità: l’individuazione di un tema conduttore per tutti gli eventi che saranno proposti e che nel 2015 è la Passione, e la domanda-tormentone rivolta ad ogni ospite di ripercorrere la propria maturazione, umana ed artistica, alla luce del proprio libro del cuore. Gaetano ha così condotto un’intervista di carattere familiare con il noto cantante che ha mantenuto per tutta la sua durata il tono dell’eleganza, della compitezza e della sobrietà in ogni suo momento anche esilarante.
Un piacevole e caldo salotto, scaldato dalla presenza in scena di un nero pianoforte a coda, in cui si è ascoltato con gusto il ritmo musicale di stile afro-americano del cantante. Gegè Telesforo si è da subito, infatti, autodefinito “un afroamericano di Foggia”, nato e cresciuto ascoltando questo soul in particolare, guidato dai gusti musicali paterni che lo hanno profondamente formato imprimendogli nel cuore la forte passione per la buona musica.
Da qui la sua prima batteria, ricevuta in dono dal genitore e montata, pezzo per pezzo, in più tempi. Una passione grande collocata al sesto piano di un palazzone della Foggia degli anni settanta, una passione che, inizialmente, era confinata al piccolo spazio temporale dell’ora pomeridiana condominiale concessa per dar sfogo alla sua libera creatività.
In questi toni accalorati e semplici, Telesforo riferisce dei suoi primi approcci col mondo della musica. Piccoli passi che pian piano lo hanno condotto in radio e poi in RAI al fianco di Renzo Arbore nello storico programma D.O.C.: Musica e altro a denominazione d'origine controllata ma che lo hanno fatto arrivare perfino in America dove, insieme a nomi prestigiosi della musica jazz, ha duettato e suonato in modo mirabile trovando nello SCAT e nella improvvisazione la sua migliore espressione.
Il sogno americano di un giovane del Sud cresciuto in una semplice borgata divenuto realtà nell’incredulità dello stesso artista che si vede piccolo rispetto ai suoi miti ma che con questi, invece, ha condiviso il palco calcando le medesime scene.[MORE]
Diversi gli intermezzi musicali e da vocalist concessi dal cantante durante la serata. Garbata e delicata l’immagine offerta allo spettatore perché, per Telesforo, la musica più che sorprendere deve in realtà emozionare solo così è in effetti possibile parlare di buona qualità e di arte vera e propria.
Aneddoti, racconti e immagini hanno accompagnato il dialogo proposto che si è concluso sulle note del libro del cuore che Telesforo ha portato con sé. Pur amando Sepulveda e Hesse, il jazzista ha scelto di condividere con la platea le pagine del libro che, a suo giudizio, hanno inciso maggiormente sulla formazione e sul percorso della sua vita. Il volume, titolato “Il libro del Jazz” di Berendt , storico tedesco della musica jazz, nella Edizione Garzanti del 1973, tratta della storia del jazz e degli artisti più grandi del genere. Con alcuni di questi Gegè Telesforo ha cantato e, nelle pagine di riferimento, vi sono i loro vari autografi e dediche. Per questo il libro gli è caro e lo ha spesso con sé.
Con l’augurio di ritrovarsi presto nel medesimo teatro facendo ciò che al meglio gli riesce, cioè musica, Telesforo ha salutato il pubblico convenuto e ha lasciato un piccolo monito ai più giovani. Sulla scia del suo prossimo lavoro, “Next”, dedicato alla figlia, li ha esortati a vivere la vita con soddisfazione e sempre col sorriso sulle labbra.
Simona Barberio