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GAZA CITY, 7 GENNAIO 2014 – Il leader di Hamas ha annunciato che centinaia di membri del Fatah, il principale rivale politico del gruppo, potrebbero far rientro nella Striscia di Gaza, dopo essere stati esiliati dal territorio palestinese dal 2007. Potrebbero rientrare tutti “senza pre-condizioni”, esclusi coloro i quali sono stati accusati di aver ucciso i membri di Hamas durante le violenze tra le due fazioni scoppiate circa sei anni fa. Legislatori del Fatah, con sede in Cisgiordania, sono stati invitati a visitare la Striscia di Gaza, mentre la scarcerazione dei detenuti, che avverrà nei prossimi giorni. L'intenzione è di riconciliare le due parti, per rafforzare il fronte interno del paese.
Hamas e Fatah, le due principali fazioni politiche palestinesi, si sono aspramente scontrati a seguito della vittoria di Hamas alle elezioni del Consiglio Legislativo Palestinese, nel 2006. Da allora, Hamas ha il controllo della Striscia di Gaza, mentre l'Autorità Palestinese, con il supporto degli Stati Uniti, ha governato la Cisgiordania occupata.
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Di risposta, un portavoce del Fatah ha definito l'annuncio di Hamas come “superficiale”, e ha invitato il gruppo a tener fede ai precedenti accordi legati all'unità palestinese. I leader delle due parti hanno tentato la strada della riconciliazione nel 2011, ma la divisione persiste tra dispute sulla condivisione del potere, e la ricerca di una strategia comune nel conflitto con Israele. Entrambe le parti sono state accusate dalle fondazioni per i diritti umani di aver effettuato arresti su vasta scala e perpetrato abusi su detenuti. Il passo di riconciliazione di Hamas arriva in un periodo in cui la Striscia di Gaza soffre di un duro isolamento economico e politico, causato da pressioni israelo-egiziane sul territorio. Hamas ha anche subito un duro colpo con la caduta del governo Morsi, alleato dei Fratelli Musulmani e di Hamas. Sono stati di conseguenza distrutti centinaia di tunnel di collegamento Egitto-Striscia di Gaza, usati per contrabbandare carburante e merci.
Foto: aljazeera.com
Dino Buonaiuto