Cronaca
Garlasco, gli avvocati di Poggi: ''L'unico colpevole è Stasi''
GARLASCO, 27 DICEMBRE – ‘’Infondata’’, definiscono i legali della famiglia Poggi, gli avvocati Gian Luigi Tizzoni e Francesco Campagna, l’ipotesi che ad uccidere Chiara Poggi non sia stato l’allora fidanzato Alberto Stasi, che da quasi un anno sconta la sua condanna a 16 anni nel carcere di Bollate.[MORE]
La richiesta di revisione del Processo, a seguito del ritrovamento del DNA di un amico del fratello della vittima sotto le unghie di Chiara, è arrivato dalla Procura generale di Milano alla Corte d'Appello di Brescia, il cui presidente Claudio Castelli che non sa indicare ancora una data, assicura che la revisione del processo di Garlasco sarà materia da trattare con urgenza.
Per i difensori della famiglia Poggi non ci sono dubbi: ‘’l’unico autore è già stato condannato da una sentenza irrevocabile emessa in nome del popolo italiano", inoltre si dichiarano "dispiaciuti" per il "coinvolgimento di una persona risultata del tutto estranea all'accaduto".
Nella nota si legge ancora: "Proprio sulla base dell'accurato accertamento che era stato effettuato in contraddittorio, la Corte di Cassazione ha dato atto che all'esito dell'esame volto alla ricerca di DNA maschile adeso ai margini ungueali di Chiara Poggi non era possibile fare alcuna considerazione in tema di identità o di esclusione, come più volte riconosciuto dagli stessi difensori dell'imputato.
Giova inoltre ricordare che la condanna irrevocabile di Stasi – si continua - non è certo dipesa da valutazioni inerenti il citato DNA, bensì da sette diversi elementi di prova che risultano integrarsi perfettamente come tessere di un mosaico che hanno contribuito a creare un quadro d'insieme convergente verso la colpevolezza di Stasi, oltre ogni ragionevole dubbio. Infine, i sottoscritti difensori intendono precisare che l'attuale Procuratore Generale di Milano non risulta aver giudicato 'fondata' la richiesta di revisione avanzata dalla madre del condannato, richiesta in relazione alla quale dovrà semmai pronunciarsi la competente autorità giudiziaria di Brescia".
Maria Azzarello