Cronaca
Gabanelli, se la RAI non vuole Report lo dica
Roma, 23 giugno 2011- “Il direttore generale dica se vuole disfarsi di Report. Non sono attaccata alla sedia con il Vinavil. Ma lo dica ora. Diversamente, non si può pensare di mandare le persone in una sommossa senza il casco. Siamo fermi perché a queste condizioni non si comincia a lavorare. Non è la fine del mondo se la Rai non vuole più Report. Basta dirlo, senza trovare pretesti. Un programma di inchiesta non può reggersi solo sulle nostre spalle. Ad altri la tutela viene data”.
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Così risponde Milena Gabanelli, giornalista e conduttrice del programma d'inchiesta 'Report' in un'intervista al 'Corriere della Sera'.
Di sicuro, l’azienda televisiva di Stato non può assurgere come scusa l’andamento del programma, visto che Report è definito uno dei programmi «di punta» dalla rete diretta da Paolo Ruffini (lo share medio del 13,04%, con un aumento rispetto alla scorsa stagione di 0,75 e 3.301.000 spettatori) .
Soltanto venerdì la conduttrice di Report aveva respinto una bozza di contratto, defininendolo "irricevibile", priva della clausola della cosiddetta «manleva» con cui la Rai assicura di farsi carico di ogni possibile contenzioso legale: “Per la prima volta nella mia vicenda Rai, mi sono affidata a un legale. Fino a oggi mi sono sempre mossa da sola. Ma adesso mi sembra che il gioco sia più complicato. Meglio appoggiarsi a un avvocato”.
Il “cavillo legale” chiamato in causa dalla RAI, non sembra altro che un espediente volto a sviare le reali motivazioni per il non ancora raggiunto accordo contrattuale.
Ciò è reso ancor più evidente dal fatto che le suddette garanzie legali, invece, sono state contemplate in altri contratti di giornalisti interni RAI, come ad esempio in quello di Giuliano Ferrara. Secondo il consigliere Rai di area Pd, Nino Rizzo Nervo, “La questione "Report" assume contorni preoccupanti alla luce delle recenti vicende giudiziarie, penso al ruolo del signor Bisignani e alla percezione di un'azienda di servizio pubblico eterodiretta soprattutto sui contratti più politicamente «sensibili»”.
A conferma che i problemi di tutela legale non hanno grande fondamento il fatto che, in 14 anni di messa in onda di Report, le cause contro il programma si sono concluse con l’archiviazione del programma e la condanna del ricorrente a pagare le spese.
Tuttavia, non è solo il contratto della Gabanella a non essere stato ancora firmato. Ad esso si aggiunge anche quello di Serena Dandini.
Dopo la vicenda Santoro, che la Gabanella ha commentato come ” l’uscita di un asset strategico”, sarà il turno anche di Report? Questo comporterebbe un ulteriore impoverimento per il palinsesto RAI, ma soprattutto un duro colpo inferto all’informazione pubblica.
Rosy Merola