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G8, da Strasburgo la condanna all'Italia: è "tortura"

STRASBURGO, 7 APRILE 2015 – Lo ha stabilito oggi la Corte europea per i diritti dell’Uomo: l’Italia è colpevole di “tortura” per i fatti relativi al 21 luglio 2001, quando un gruppo di agenti aveva effettuato un blitz nella scuola Diaz, dove erano accampati alcuni dei manifestanti del G8 di Genova. In quell’occasione, erano stati 93 gli arresti, 82 le persone ferite, alcuni in prognosi riservata, e molti i dubbi sollevati dalle tracce di violenza che il blitz aveva lasciato dietro di sé.


La sentenza della Corte è stata presa in seguito al ricorso presentato dall’ex partigiano Arnaldo Cestaro che, all’epoca del blitz, aveva 62 anni. L’uomo ha denunciato gli episodi di violenza di cui era stato vittima, sottolineando come la sua condizione fisica fu fortemente compromessa dagli eventi di quella notte. In seguito alla delibera dei giudici, a Cestaro è stato attribuito un indennizzo di 45.000 euro.


Se la Corte ha riconosciuto una violazione dei diritti umani nell’ambito delle percosse ricevute, e che devono “essere qualificate come tortura”, i giudici hanno anche messo in discussione l’attuale sistema legislativo italiano che non presenterebbe un’adeguata pena nei confronti dei reati di tortura. Questa mancanza era già stata sottolineata più volte da Nicolò Paoletti, l’avvocato di Cestaro. Non a caso, sebbene alcuni dei poliziotti artefici del blitz furono condannati, di fatto molti dei reati caddero in prescrizione sulla base di una presunta modifica dei verbali relativi a quella notte. Pertanto, secondo i giudici della Corte, è imperativo che venga creato un corpo di leggi adeguato al trattamento di questo tipo di reati, soprattutto al fine di prevenire il ripetersi degli stessi. [MORE]


Alle parole della Corte fanno eco quelle di Giuliano Giuliani, padre di Carlo, il ragazzo ucciso nel 2001 negli scontri tra polizia e manifestanti: “Siamo l'unico tra i paesi civili che non prevede il reato di tortura. Siamo indietro. Si parla tanto di riforme specie in questi ultimi tempi ma quella parola rimane vuota se non si riescono a realizzare quegli interventi che servirebbero davvero”.


Soddisfatto della delibera anche Marco Doria, attuale sindaco di Genova: “La sentenza della Corte di Strasburgo riconosce la tragica realtà delle violenze perpetrate alla Diaz e mette a nudo la responsabilità di una legislazione che non prevede il reato di tortura e per questa ragione lascia sostanzialmente impuniti i colpevoli”. Pertanto, continua il sindaco, si tratta di una “sentenza di grande valore, non solo da rispettare, ma da condividere pienamente. La città di Genova, che è stato teatro di quelle violenze, la accoglie come fatto di verità e di giustizia”.


Dal pd, invece, propositi di rinnovamento: “La sentenza della Corte di Strasburgo riapre una ferita mai veramente sanata. Per questo stiamo per introdurre nell'ordinamento il reato di tortura intesa proprio come dolo specifico e aggravante per chi usa violenza in modo ingiustificato o per estorcere dichiarazioni e infliggere punizioni. Con questa legge, che inizieremo a votare in settimana, vogliamo anche ricomporre quel vulnus che sono stati i fatti di Genova per il nostro stato di diritto”, ha dichiarato Emanuele Fiano, responsabile riforme del Pd.
 

(foto: qn.quotidiano.net)

Sara Svolacchia