Politica
Furbetti del cartellino, Renzi: "La pacchia è finita per chi truffa lo Stato"
ROMA - "Per chi viene beccato a timbrare il cartellino e andarsene, la pacchia è finita. Se un dipendente timbra il cartellino, esce e se ne va può essere licenziato entro un mese ed entro 48 ore è sospeso". Lo ha detto Matteo Renzi durante la conferenza stampa del 15 giugno dopo l’approvazione in Consiglio dei Ministri di tre decreti attuativi inerenti la riforma Madia sulla Pubblica Amministrazione, tra i quali quello sui licenziamenti disciplinari.
Le nuove disposizioni per chi "truffa lo Stato", ha dichiarato il Premier, è stata denominata "come una norma di buon senso", un provvedimento "cattivo ma giusto" e poi ha proseguito spiegando: "Non ci sarà più una lunga trafila per chi viene beccato a timbrare il cartellino ed andarsene. Scatta la sospensione dal servizio e dalla retribuzione entro le 48 ore" e il dipendente colto in flagranza resterà senza stipendio ma con un "assegno alimentare" pari alla metà della retribuzione percepita. [MORE]
L'iter per arrivare al licenziamento durerà un mese: nei primi 15 giorni il prestatore di lavoro può preparare la difesa, poi seguiranno altri 15 giorni per l'istruttoria. Anche per l'eventuale dirigente che dovesse "coprire" i "furbetti del cartellino" è previsto il licenziamento come "sanzione già definita", al termine del “procedimento disciplinare".
Anche il ministro Marianna Madia si è espressa in merito all'attuazione del decreto che prevede il licenziamento per motivi disciplinari per i cosiddetti ‘furbetti del cartellino': "Nel pubblico le norme sulle sanzioni devono essere più rigide che nel privato, per motivi etici, e nel Testo Unico sul pubblico impiego continueremo il lavoro sui procedimenti disciplinari per cancellare le aberrazioni".
Luigi Cacciatori