Fukushima: si va verso lo smantellamento
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Fukushima: si va verso lo smantellamento

mercoledì 25 maggio, 2011

Verrà smantellata, la centrale di Fukushima. Sarà un’operazione lunga e rischiosa, ma alla fine non ne resterà più traccia, se non nelle conseguenze che si ripercuoteranno sull’ambiente circostante, che impiegherà probabilmente secoli a tornare come prima. Dopo mesi di ipotesi, conferme e smentite, la verità appare sempre più drammatica: nel reattore numero 1 sarebbe avvenuta la fusione del nocciolo, e ieri la Tepco ha ammesso che una sorte analoga, seppur più lieve, sarebbe toccata ai reattori 2 e 3. Impossibile entrare tra i rottami anche per i tecnologici robot americani. Per capire qualcosa non si può far altro che affidarsi a sofisticate simulazioni al computer; per ora non si può parlare che di stime. [MORE]

Per tentare di porre fine alle incertezze, il governo di Naoto Kan ha autorizzato la creazione di una Commissione d'indagine indipendente con a capo il professore dell’università di Tokio Yotaro Hatamura, che analizzerà tutta la documentazione raccolta in questi due mesi e mezzo e farà le sue valutazioni; continuerà a lavorare anche il team internazionale composto da 18 esperti di diversi paesi, da ieri sera a Tokio per svolgere indagini autonome, che consegnerà entro il 2 giugno al governo nipponico il primo documento ufficiale su quanto è accaduto a Fukushima.


E’ ancora difficile quantificare il tempo per il quale la zona di sicurezza di 20 chilometri intorno alla centrale resterà interdetta; gli sfollati dovranno probabilmente rinunciare per sempre alle loro case, mentre la Irns, agenzia francese per il nucleare, suggerisce l’evacuazione di altre 70 mila persone da un territorio oltre i 20 chilometri di sicurezza in cui si sarebbe registrata la presenza di tassi di radioattività pericolosi per la salute.


Fatica a riprendersi il Giappone; si parla di un’estensione delle energie pulite, di tornare dipendenti da petrolio e gas di Paesi come Cina e Russia. Ma la prospettiva del risparmio non sembra spaventare la popolazione: in nome di una maggiore sicurezza, i cittadini giapponesi si dicono pronti a rivoluzionare interamente le proprie abitudini di consumo.

Simona Peluso
 


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