Politica
Fuga di cervelli:Replica articolo Gazzetta del Sud
Riceviamo e pubblichiamo
Alla luce dell’articolo a firma di Tonio Licordari, uscito sulla Gazzetta del Sud del 12/05/2010, dal titolo “Incerto il futuro di 500 stagisti”, vorremmo chiarire alcune imprecisioni emerse, onde evitare che venisse fuori un quadro della situazione ben differente dalla realtà dei fatti. Datecene, cortesemente, la possibilità.[MORE]
1) Non siamo 500, bensì circa 350. Il progetto iniziale prevedeva la selezione di 500 “superlaureati”, ma nel corso dei mesi molti di noi, assolutamente sfiduciati, hanno deciso di rinunciare allo stage onde evitare di ritrovarsi, al termine dell’esperienza, invecchiati di due anni e senza un contratto tra le mani. Questo dato è particolarmente significativo, in primis perché la fuga di 150 di noi è già una sconfitta per la Calabria intera che non è stata capace di fermare menti autoctone così prestigiose. Secondariamente, trovare un sistema per collocare 350 giovani superlaureati è sicuramente più fattibile che trovarlo per 500.
2) Siamo tutti sempre stati consapevoli della durata dell’esperienza limitata a 2 anni. E’ anche vero però che l’iniziativa “programma stages” è nata, per come testualmente riferito nella legge regionale n. 26/04, al fine di “promuovere un percorso di eccellenza finalizzato ad attrarre e a trattenere risorse umane ad alto potenziale, incentivando la residenzialità in Calabria dei giovani (…) che abbiano capacità e competenze necessarie per lo sviluppo del tessuto sociale ed economico della Regione”. E’ bene ricordare, inoltre, che il costo del “Programma Stages” è stato di 6 milioni di Euro, di cui la metà rinvenuti dal Fondo Sociale Europeo e, per ciò che riguarda le norme comunitarie, la Commissione Europea, nelle Disposizioni generali FESR - FSE - Fondo di coesione (2007 - 2013), in linea con il metodo della “strategia europea per l’occupazione”, propone tra le priorità di destinazione dei fondi erogati dal FSE la creazione di nuovi posti di lavoro effettivi, e non di bacini di “illustre precariato”.
Chiaramente, per quanto sopra, è lecito o no pensare che “incentivare la residenzialità dei giovani significhi far si che i cervelli vengano coltivati offrendo loro opportunità concrete, lasciando che il merito abbia il sopravvento e senza negare lavoro? Formule tanto semplici da essere applicate in Paesi d'Europa e di altri mondi, da governi di destra e sinistra, ma paradossalmente tutto ciò non accade in gran parte di quella Repubblica che i nostri padri costituenti vollero fondata sul lavoro!
3) In nostro bando parlava di 2 anni di stage. Eppure nella legge di bilancio n.8/2010 è stato inserito un articolo che ci riguarda, il 14, in base al quale “la Regione contribuisce mediante erogazione a favore degli Enti utilizzatori di un incentivo annuale di Euro 10.000,00 per ogni soggetto assunto a tempo indeterminato nel rispetto delle norme per l’accesso al pubblico impiego e che ha concluso con esito positivo tutte le attività di formazione previste dal Regolamento Stages…”. Perché quindi dovremmo rinunciare alla speranza di essere assorbiti dagli Enti ospitanti o da altri uffici regionali? Basterebbe soltanto trovare il modo per estendere questo provvedimento a noi tutti, vigilando a che gli stagisti non vengano divisi in due categorie, stagisti di serie A e stagisti di serie B, cioè facendo in modo che non si realizzino disparità di trattamento nella scelta di chi trattenere nelle P.A. ma tutelando tutti ala stessa maniera.
4) Perché ci appelliamo ai nuovi politici? Non possiamo far finta di non aver ascoltato le parole continuamente pronunciate da Scopelliti, il quale ha più volte messo in evidenza come le grandi professionalità formate debbano essere utilizzate nella rivoluzione burocratica, ha sottolineato come sia inammissibile che ogni anno partano dai 30 ai 40 mila giovani verso il nord Italia, ed ha anche giurato sul suo onore che avrebbe tutelato i migliori a prescindere dalle loro idee politiche. Ugualmente Talarico nel suo discorso di insediamento ha pronunciato le seguenti parole “bisogna puntare sul lavoro e sull’occupazione, attraverso politiche efficaci per evitare quella fuga dei cervelli che è il vero impoverimento della nostra terra. E’ paradossale girare per l’Italia e incontrare ai più alti livelli della Pubblica Amministrazione tanti nostri corregionali”.
In sostanza, noi siamo prontissimi a metterci a disposizione della nostra terra, chiediamo solo un’occasione concreta. La Calabria ha per decenni seguito politiche meramente assistenzialistiche che non hanno prodotto alcun investimento ma solo sperperi, perché dovremmo essere noi a pagarne le spese? Noi che abbiamo votato la nostra vita allo studio, all’impegno ed al lavoro e che vogliamo solo cambiare il volto della nostra martoriata terra in meglio!
GRAZIE.
Una rappresentanza di stagisti del Programma Stages 2008.