TeatrOggi: va di scena...
Fratto_X, ancora esiste la spensieratezza?
RENDE (CS), 24 APRILE 2013. «La spensieratezza va uccisa alla nascita», e un palloncino è fatto scoppiare da Antonio Rezza, che irrompe così sul palco con la sua energia, i suoi funambolismi corporei e linguistici, attraversando, vivendo, violentando l’habitat scenografico creato da Flavia Mastrella.
Il nuovo appuntamento con ArTau – Arti Assolutamente Urgenti (organizzato dal Cams dell’Università della Calabria con il sostegno della Fondazione Carical) segna il ritorno di Antonio Rezza e Flavia Mastrella all’Unical. I due artisti sono stati più volte presenti nel campus universitario in passato, dove hanno portato i loro spettacoli (Io, Pitecus, Fotofinish), presentato libri (Non cogito ergo digito, scritto da Rezza nel 1998), parlato con studenti e appassionati dei loro cortometraggi e lungometraggi.
D’altra parte è di una collaborazione ormai ventennale che stiamo parlando. Flavia Mastrella è artista le cui opere - sculture, video sculture e fotografie – sono esposte in Italia e all’estero. Rezza è regista, attore, scrittore (sono quattro i libri da lui scritti, l’ultimo dei quali è Credo in un solo oblio, del 2007). Insieme i due hanno realizzato numerosi film di diverso formato, corti e medi e lungometraggi (tra questi ultimi ricordiamo Escoriandoli e Delitto sul Po) con i quali hanno partecipato a diversi festival cinematografici; programmi televisivi (Troppolitani, visto su Rai Tre); spettacoli teatrali (Pitecus, Io, Fotofinish, Bahamuth, 7-14-21-28).[MORE]
E così veniamo alla performance di ieri sera, accolta con entusiasmo dal pubblico, che ha visto affollarsi sulla scena un nutrito e variopinto gruppo di personaggi: Mario – che vorrebbe che tutti si chiamassero Mario per poter così rendere più semplice la propria vita – è un uomo che diventa voce priva di corpo nel momento in cui lascia il palco per raggiungere un altrove che sta oltre la scena e oltre lo spazio abitati da spettatori e attori; Peppe è perseguitato dall’ansia che cresce con lui, e prende la forma di chiunque gli stia vicino: madre, padre, polizia – e la sua più terribile incarnazione, la madre poliziotta; Rocco e Rita giocano a scambiarsi i ruoli ma sono sempre la stessa persona, e forse sono una persona ancora diversa, nella quale riconoscersi e perdersi nello stesso momento; Rita da Cascia riflette su cosa significhi essere da Cascia, in un delirio geografico e religioso che svela i limiti del comune sentire, dell’appartenenza e della casualità; due personaggi parlano con la stessa voce: uno fa parlare l’altro, questi muove la bocca e sospetta l’inghippo, ma intanto continua ad aprire la bocca e a lamentarsi di quella voce alla quale in fondo deve la sua esistenza… A tutti quanti dà vita Antonio Rezza, con l’ausilio di Ivan Bellavista, e la presenza delle scenografie di Flavia Mastrella a definire vuoti e identità, a dare un senso alla forme per poi toglierglielo all’improvviso per assumerne un altro.La X evocata dal titolo prende la forma di due lunghi teli bianchi, plasmati e resi vivi dall’attore, mezzo attraverso il quale si manifestano le sue creazioni, ma che sono anche, più semplicemente, il loro significato letterario. Fratto x è, infatti, è il divisorio che elide, è il discorso sul vuoto di un’esistenza che ci ostiniamo a cercare di riempire, è l’uomo fratto uomo. Il risultato non può che essere matematico: il nulla.
Il prossimo appuntamento di ArTau sarà con Lina Wertmuller, protagonista di Un'allegra fin du siécle, spettacolo che era in programma il 29 Marzo e, a causa di problemi tecnici, è stato rinviato al 10 Maggio 2013 alle 20,30.
Tommaso Spinelli