Cultura e Spettacolo

Franco Sicari. Stanca pure mia madre

Il temporale era di quelli classici. Veniva da dietro l'Aspromonte e si apprestava a transitare verso il mare Jonio. Raffiche di vento, lampi e tuoni e se ne era andata via la luce elettrica.
Mia madre aveva preso il lume a petrolio ed era andata a controllare tutte le imposte controvento. La scena è pronta ed io sono diventato bambino, pieno di paura e di angoscia.Anche mio padre è ritornato in vita e mia sorella e mio fratello sono tuttipresenti per ricomporre il quadro della mia famiglia, chiamata a me ancora una volta.

Mia madre inizia il racconto e mi tiene la mano sulla testa.
Io sono coricato nella culla, aperta dalla parte dei piedi per farli uscire difuori. Ascolto un'altra volta la storia di un pezzo di legno diventato burattino
con piedi e mani snodabili. Il burattino aveva il cappello di molliche di pane e Geppetto sorrideva dalla felicità. Mi addormento come sempre.
Fuori il temporale di Novembre scarica lampi e tuoni sulla casa di viaCristoforo Colombo e le cunette, ai lati della statale 106 si riempiono d'acqua.
Mia madre, oramai,è stanca, molto stanca. In questi ultimi anni l'ho chiamata

spesso per starmi vicino ed adesso è giusto che riposi finalmente in pace!
Tante volte mi sono riproposto di diventare grande e di non avere più paura ma poi la parola è uscita dalla mia bocca senza nessuno controllo!"Mamma mia" elei pronta, anche se oramai polvere ,per stringermi fra le braccia ancora unavolta.Quanto è difficile, cercare di diventare grandi!Forse non lo voglio ancora fare perché ho sempre paura della malinconia e cerco di allontanarla vedendomi bimbo, fanciullo nelle vie del mio paese.Sicuramente ho iniziato anch'io la mia partita con la morte.Non sara facile

sconfiggermi, anche sè tutto depone in suo favore ed il tempo che è rimasto a mè è poco, molto poco.Non sarà facile battere un tipo tanto imprevedibile, come mè. E poi tutta l'esperienza fatta in più di 50 anni alla stazione ferroviaria di Bianco, dovela mettiamo?
Tipi tosti quelli che abitano a Bianco, capaci di architettare una finta morte per infarto o altri mille trucchi e "mastravote"(marchingegni) per sconfiggere la morte.

"Mamma, non ti chiamerò più!" "sarò forte e mi farò coraggio" e quando scoppierà il prossimo temporale sarò io a venire a trovarti per accarezzarti ed a dirti di non avere paura, tu, oramai, polvere.Il burattino, intanto,sta bruciando velocemente come una miccia.Per ultimo, illungo naso scompare, polvere pure lui.
Il viale in salita, al cimitero del mio paese,è pieno di fiori.Salgo in alto e
la tomba dei miei genitori è semprelà! Leggo l'epigrafe e piano ,piano la mia commozione diventa più dolce equasi una grande serenità pervade il mio cuore.

“Mane nobiscum, Domine, quoniam advesperascit”

Franco Sicari