Cultura e Spettacolo
Franco Sicari: Solstizio d'inverno Bianco 21 Dicembre 1965
Era iniziato, alla stazione di Bianco, il giorno più corto dell'anno. La stazione FS era vuota perchè gli studenti erano in vacanza e sarebbero rientrati il 7 gennaio. Erano le 7,00 del 21 Dicembre 1965. Faceva freddo e da ovest giungeva un vento pungente. Il treno imbarcava e partiva tra sbuffi di vapore.
Il capostazione Ferraro fumava la 2a Marlboro della mattina e sembrava che pensasse.
Non era insolito in questi atteggiamenti e per chi non lo conoscesse sembrava un grosso personaggio dedito alla riflessione ed al pensiero.
Niente di tanto profondo e filosofico! Era solo scoglionato anche se questo gli succedeva solo raramente. Si sedette vicino alla stufa di ghisa per riscaldarsi mentre il manovale Romeo entrava nella stanza del movimento, dopo avere azionato lo scambio a mano all’altezza del ponte del Marafioti.
Non c'era nessuno fuori perchè faceva freddo e perchè era il giorno più corto dell'anno. Mia madre mi raccontava che il 21 dicembre si aggirava per le vie del paese la Morte che entrava nei portoni delle case seguendo gli spifferi del vento! Il Peppe della Rosa tappava con dei giornali i buchi e non usciva di casa. Era il più grande bevitore del paese, proprietario anche di una vigna che
gli rendeva 400 litri di vino che già incominciava a spillare alla fine di Ottobre
quando ancora il vino era immaturo e pieno di zucchero non fermentato.
Sul tavolo della piccola cucina c'era un bottiglione di 5 litri che bisognava razionare considerando anche il lungo pomeriggio e la sera.
Beveva con metodo scientifico alternando il vino ad assaggi di noci e fichi secchi e pane raffermo.
Dopo i 2 litri incominciava a dare di testa intavolando un dialogo con la Morte.
Cosa dicesse era un mistero e saperlo sarebbe stato come vincere un super enalotto. Il bottiglione si stava svuotando perchè il giorno più corto dell'anno doveva passare portandosi dietro le paure della notte e della morte!
Intanto dormiva profondamente, drogato dall'alcool etilico. Era un sonno
profondo simil comatoso che sarebbe durato per almeno 24 ore. Il capostazione Misitano non aveva paura della morte, anzi teneva la porta della stazione aperta perche la voleva sfidare a carte.
Aveva visto in TV il "Settimo Sigillo" di Ingmar Bergman e non sapendo giocare a scacchi, voleva sfidare la morte a scopa!
La Morte non si azzardò mai di entrare nella biglietteria perchè sapeva che l'avversario era molto duro anche per il fatto che le giocate del capostazione erano surreali e pazzesche e quindi imprevedibili!
Il manovale Romeo aveva preso un mazzo di carte nuove e le rigirava nelle mani per ingolosire il capostazione!
Era già buio inoltrato ed il vento fischiava negli usci.Il giorno più corto dell'anno doveva passare e tenere lontano la paura della noia e della morte.
La lunga notte si stava avvicinando e tutte le porte erano sbarrate.
Il Peppe della Rosa dormiva senza sogni e la morte non si avvicinò mai perchè puzzava di vino!
Il capostazione aveva una sola carta in mano e pensava!
A terra c'era solo l'asso di bastone e lui in mano aveva il 2 di coppe!Cosa pensasse era un mistero!
Pensava,facendo con le dita calcoli! Il manovale Romeo, che aveva fatto carte,dormiva sulla sedia già da 10 minuti!
Il 21 Dicembre 1965 era passato! Erano 01,45 ed era transitato senza fermarsi il rapido Reggio-Bari.
P.S.: Il punteggio della scopa era 127 a 125. In condizioni normali e con persone normali , la scopa doveva finire a 15.
Franco Sicari