Cultura e Spettacolo
Franco Sicari: Lente a contatto al 4° Ginnasio
4° Ginnasio 1° ottobre 1965 Lente a contatto Quanti anni sono trascorsi da quel 1° ottobre 1965! Ero fanciullo, ancora coi calzoni corti! Quanta paura di iniziare una nuova sfida!
Non mi sembra ancora vero, dopo quasi una vita, avere superato ostacoli tanto duri e difficili. Chissà dove sono le pagelle di quell'anno di cui non ricordo quasi niente se non che iniziammo il "greco" che ci portammo dietro per 5 anni.
La professoressa la ricordo, era di Roccella Jonica, forse ancora viva.
Ci faceva Italiano , latino e greco. Se ricordo bene, era zitella quindi potenzialmente molto pericolosa, presa dalla foga dell'insegnamento e poco disposta a perdonare niente. Le bocciature, quell'anno, fischiarono.
Io fui rimandato a Settembre solo in Latino e fu quasi un trionfo. Il 5° ginnasio, anno di esami,difficilissimi, mi portai a Settembre Italiano e Greco.
Il primo Liceo Classico mi rimandarano in latino. Il secondo liceo ancora in Italiano. Agli esami di stato fui promosso perchè, l'anno prima, avevano fatto una legge che aboliva gli esami di riparazione.
Fui promosso con 37(il minimo era 36).
I ricordi di quegli anni intensi non mi tornano, chissà perchè!
Cinque anni al liceo classico "Ivo Oliveti" di Locri passati come nulla sulla nostra vita di studenti fanciulli, piccoli uomini, che sicuramente non maturarono mai se è vero che sono stasera a scrivere e rammaricandomi di non ricordare. Il preside, lo ricordo bene! Piccolo di statura, veloce e scattante sulle scale dell'istituto con le forbici in mano per tagliarci i capelli che già incominciavamo a farci crescere.
Professore di latino e greco(Pipino il Breve) entrava improvvisamente, nelle aule per interrogarci facendo tremare di paura le nostre professoresse che venivano controllate e "bacchettate". Ricordo il campo di palla a volo nelle 2 ore settimanali di educazione fisica che utilizzavamo per giocare al calcio o preparare la materia dell'ora dopo. In quel campo, il mio compagno Domenico P., perse la lente a contatto, che a quei tempi costava parecchio. La cercammo a lungo ma non la trovammo!.
Quel mio compagno è morto pochi anni fa. Anche se non sembra è morto qualcosa di me che piano, piano si sta sgretolando sotto i colpi degli anni e della vita. La vita nostra è giunta ad un punto della parabola e ci teniamo stretti per non scivolare in basso. Ci vuole tanta forza e tanta fede e i ricordi ci aiutano a rallentare il tempo . Alcune volte, basta fermarsi, sedersi in una panchina del lungomare del mio paese e guardare verso est il mare jonio, in un mattino qualsiasi.
Tra poco nascerà di nuovo il sole anche se è nuvoloso. Si potrà accendere una marlboro morbida e guardare nel vuoto e pensare piano, cercando di scacciare la tristezza e la malinconia. Il tempo che ci è rimasto bisogna centellinarlo bene perchè è molto prezioso. Solo alla mia età si incomincia a capire qualcosa della vita e dei suoi valori.
La marlboro si è quasi consumata tutta e sento un po di freddo, seduto sulla panchina del lungomare di Bianco.
Bagliori tra le nuvole, verso Roccella Jonica, mentre nasce il sole. Sulla spiaggia 20 fanciulli della 4a C del ginnasio Ivo Oliveti di Locri cercano tra la sabbia una lente a contatto. Uno di quelli sono io.
Franco Sicari