Cultura e Spettacolo
Franco Sicari: l palcoscenico, la scenografia e gli attori
Ho pensato per tanti giorni come potere chiudere definitivament il racconto a puntate iniziato tanti mesi fa.. Certo, che mettere sulla scena i miei personaggi è stato molto facile ma poi è stato difficile trovargli una collocazione caratteriale per farli diventare protagonisti semplici della vita di tutti i giorni.
Adesso è difficilissimo chiudere perchè chiudere si deve e, forse lanciare sul palcoscenico altri personaggi che, al mio paese, certo non mancarono.
Il palcoscenico finale è la stazione delle ferrovie dello stato di Bianco per l'occasione aperta.
E' tardi, molto tardi. Orologi che battono le ore non ci sono mai stati.
E' passato da poco il rapido Bari-Reggio Calabria e il silenzio domina la biglietteria, una piccola stanza di 4 metri per 3.
Un piccolo tavolo e uno di fronte all'altro il capostazione Misitano ed il manovale Condello.
Sono diventati vecchi coi capelli bianchi e sui loro volti stanchi, mille rughe come solchi profondi.
Non giocano a carte ma con le mani sotto il mento guardano fissi nel vuoto e sembrano pensare.
Non una parola, non un gesto, solo gli occhi fissi nel vuoto.
Il non parlare rende più profonda ed importante la scena e forse, in questo
momento stanno giocando la partita più grande della loro vita.
Pensano e guardano nel vuoto facendo un bilancio della loro vita quasi parlassero al confessore.
La vita era trascorsa come erano passati i treni a scandire anche il passaggio delle ore, delle stagioni e della vita.
La noia era stata allontanata mille volte ma era ritornata sempre, ostinata,a colpire nel momento giusto.
Accanto alla noia, la Morte, a dettare il significato dell'esistenza e della vita.
Era lì, sempre lì, da sempre, paziente, col la sua falce in mano, ad aspettare.
Gli attori piano, piano, si erano consumati tutti e solo l'animo era rimasto.
Bottino scarso, ma sempre bottino, per la morte che conosceva i personaggi ritenendoli avversari duri e pericolosi.
Certo che ne aveva perso di partite in 50 anni alla stazione di Bianco!
Gente dura, con le palle e con tanta fede i miei paesani.
Forse anche filosofi profondi se è vero che erano sicuri, come Socrate, che l'anima fosse immortale.
Epilogo
Adesso i protagonisti sono giunti al cimitero di Bianco e si sentono stormire i grandi cipressi e il tremolio delle luci fa paura creando bagliori tra le lapidi.
Le tombe sono attigue e le hanno fatte apposta per tenersi compagnia perchè in due si è più forti.
La morte è stata sconfitta di nuovo e questa volta per sempre perchè è stata preceduta con una mossa geniale.
Il capostazione Misitano ed il manovale Condello hanno voluto morire e scomparire con dignità, senza paura.
Il capostazione Misitano ha 35 anni. E' alto, un fusto,1,80 di altezza per 75 kg di peso.
Il manovale Condello, basso, coi baffetti, potrebbe far innamorare qualsiasi donna.
Ho sbirciato per l'ultima volta nella biglietteria della stazione FS di Bianco.
Sopra lo scaffale mi sembra di vedere un mazzo di carte napoletane, quasi un'arma per sconfiggere il buio della notte e la noia della vita.
(Capo Bruzzano-38° Parallelo nord)
Franco Sicari