Cultura e Spettacolo

Franco Sicari: Il sogno di mio padre (Mimì)

Quando la morte decise che era " l'ora" per mio padre, si appostò vicino, per poterlo sorprendere con la guardia abbassata. L'avversario non era facile perchè mio padre era un uomo forte e di profonda fede e non aveva paura della morte! La morte, però, lo colpì piano, piano, togliendole tutta la carne dal corpo e riducendolo , alla fine, pelle ed ossa. Alla fine gli tolse l'ultimo battito del cuore e l'ultimo respiro.

Certo, sè avesse avuto ancora dentro il suo corpo ancora un ultimo grammo di forza non sarebbe crollato! La morte, quasi, si era stancata perchè la preda era diventata debole, poco appetibile per lei che cerca uomini giovani, superbi, attaccati alla vita! Mio padre era nato e vissuto in questo ultimo lembo di terra della Calabria. Quì, prima dell'ultima guerra, aveva frequentato il magistrale di Locri e si era diplomato.

Dopo la guerra e la prigionia in un campo di concentramento in Germania, fece il maestro di scuola elementare ed il suo primo incarico lo prese a Casalnuovo,uno dei paesi più sperduti del mondo,situato dietro il monte Scapparone, dove scorre l'Aposcipo,un affluente della grande fiumara "Laverda" che sfocia tra Bianco ed africo, in vicinanza del 38° parallelo.

Da allora si dedicò all'insegnamento,alla famiglia e al sociale cercando di aiutare la gente, in quel periodo, analfabeta. Mi ricordo il via vai a casa mia di persone che venivano per farsi scrivere domande di vario genere oppure lettere per gli emigrati che lasciarono il mio paese a migliaia, spopolando il paese e le campagne.

Mio padre aveva l'hobby della caccia. Era ,però, un cacciatore vero! Usciva con poche cartucce, col suo setter Boby, grande cercatore di quaglie, forse il più grande cane avuto. Si recava,a piedi,in contrada "Palazzi" dove arrivavano dal mare le quaglie. Altro suo hobby era l'orto che coltivava a pomodori, peperoni e melenzane!

Sapeva fare di tutto! Ricordo che aggiustava la sua doppietta Beretta con i "cani esterni", modellando i percussori con dei banali chiodi!

Grande lettore di libri di autori russi (Dostojeski e Toltoj) e cultore di Carlo Marx di cui ancora c'è una copia del "Capitale" nella casa di Bianco. Forse,da grande idealista, sperava in un mondo migliore, più giusto dove gli uomini

fossero finalmente uguali e liberi! , però, era tutto un sogno, una grande illusione che è servita, serve e servirà ancora per vivere e combattere il tempo e la vita! Quando ha visto dissolversi il sogno del Socialismo Russo, non si abbattè nè crollarono i suoi ideali!

Continuò ad andare a caccia nelle campagne di Bianco e continuò a coltivare

l'orto. Oramai vecchio nel corpo ma ancora capace di pensare si fece costruire al cimitero di Bianco presso la Cda "Pardesca", una cappelleta per il suo riposo finale. In fondo, per chi accede dal vialetto, puo leggere l'Epigrafe:

            “ MANE NOBISCUM,DOMINE,QUONIAM ADVESPERASCIT"

                      “ Resta con noi,Signore,perchè si fà sera”

Gli era svanito piano, piano il grande sogno della libertà per un sogno molto più grande; quello della fede! Il monte Scapparrone, la fiumara Laverda, i grandi cipressi del cimitero di Bianco, vegliano sulla sua tomba.

(Sulla via di Emmaus i discepoli di Cristo,ciechi nella fede,non riconobbero Gesù risorto.Cristo gli si affiancò e  li vide scettici,dubbiosi.

Poi lo riconobbero e lo invitarono a restare con loro.Non ebbero dubbi quando spezzo il Pane)

Queste parole le dedico tutte a mio padre, Mimì, uomo buono di grande cultura e di grandissima fede!

  Franco Sicari