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Francia: aumento prezzo carburante, braccio di ferro anche social
PARIGI 5 NOVEMBRE - In Francia cresce il malcontento popolare per l'annunciato aumento dei prezzi dei carburanti in vigore dal 1 gennaio 2019. Lo sfogo di un automobilista, con un video postato sui Social, e' gia' stato rilanciato da milioni di utenti mentre decine di migliaia di francesi hanno firmato petizioni contro il provvedimento governativo. Per il 78% dei francesi e' giustificata la manifestazione nazionale indetta per il 17 novembre, giorno in cui gli automobilisti bloccheranno le strade. "L'aumento delle tasse sul carburante del 1 gennaio non sara' sospeso" ha ribadito oggi il ministro dell'Economia Bruno Le Maire all'emittente 'Bfmtv'. Il governo francese ha varato una politica di aumento dei prezzi del carburante, che sara' rafforzata dal 2019, di sei centesimi per il diesel e tre centesimi per la benzina fino al 2022, con l'obiettivo di rendere meno costosa la benzina rispetto al diesel, piu' inquinante.
Sulla polemica e' intervenuto persino il presidente. "Mi assumo del tutto il fatto che la tassazione del diesel sia allineata su quella del carburante. Preferisco tassare il carburante piuttosto che il lavoro" ha dichiarato Emmanuel Macron in un'intervista al gruppo editoriale 'Ebra'. "Quelli che si lamentano per l'aumento dei prezzi del carburante sono gli stessi a chiedere maggiore lotta contro l'inquinamento poiche' i loro figli si ammalano. Per il 70% il rincaro e' dovuto all'aumento dei costi mondiali del petrolio" ha aggiunto il presidente francese, rivendicando "la responsabilita'" della transizione ecologica da portare avanti. Sull'argomento carburante si e' espresso il primo ministro Edouard Philippe, a migliaia di chilometri dalla Francia. "E' complicato ma non c'e' altra scelta. Come ho sempre detto, non esiste la bacchetta magica per risolvere il problema dei cambiamenti climatici" ha detto il premier in visita in Vietnam.
A dire la sua tramite social e' stata anche il segretario di Stato presso il ministero della Transizione ecologica, Emmanuelle Wargon. In un monologo di due minuti ripreso col suo smartphone, la Wargon ha assicurato che "non c'e' alcun complotto del governo contro le macchine, ma la nostra politica e' semplice: piu' sicurezza, meno inquinamento e meno cambiamenti climatici". Una risposta allo sfogo diventato virale dell'automobilista arrabbiata, Jaclime Mouraud, che ha accusato l'esecutivo di "dare la caccia ai francesi con i rincari di carburante, diesel e una foresta di radar". In base all'ultimo censimento dell'Insee, nel 2015 circa il 70,6% della popolazione attiva francese va al lavoro in macchina, ma solo la meta' lo fa per necessita'; in Francia ogni anno le polveri sottili mietono 48 mila vittime.