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Francia al voto: ballottaggio tra Le Pen e Macron. Si vota dalle 8 alle 20 in un clima di incertezza

PARIGI, 07 MAGGIO – Il giorno della verità è arrivato. La Francia è tornata al voto per decidere definitivamente chi, nei prossimi 5 anni, sarà il Presidente della Repubblica francese. Ma non è una mera questione di personalità. Non si scontrano solamente Marine Le Pen – che sarebbe la prima donna all’Eliseo – e il giovane rampante Emmanuel Macron. A scontrarsi, ancora una volta, sono due Weltanschauungen, due visioni del mondo apparentemente contrastanti. Una convintamente europeista, che guarda al libero mercato e all’apertura delle frontiere, l’altra sovranista ed euroscettica. Niente di nuovo. Sennonché si tratta della prima versione esplicita e compiuta in Europa di un bipolarismo tra due concezioni così opposte ma che potrebbe contraddistinguere gli scenari politici anche negli altri Paesi Ue, nonché in Italia.

Dopo la vittoria di Trump in Usa e della Brexit in Uk, la Francia con un eventuale – anche se poco probabile – trionfo della Le Pen rappresenterebbe il definitivo scoperchiamento dei già fragili equilibri politici europei e nazionali, gettando le basi per un’ascesa per chi non crede più a quell’impostazione di Unione Europea arrancante da diversi anni.

I sondaggi sembrano parlare chiaro: Emmanuel Macron dovrebbe avere la strada spianata. Secondo un sondaggio di Elabe per BFM-TV, il leader di “En Marche!” è dato vincente con addirittura il 62% dei voti, contro il 38% di Marine Le Pen. Tuttavia il risultato è più incerto di quanto potrebbe sembrare, infatti dei potenziali 47 milioni di elettori, al primo turno i due candidati hanno acciuffato complessivamente solo un 45% dei consensi. Questo vuol dire che in uno scenario di grande volatilità elettorale e di scarsa appartenenza partitica radicata, non è così semplice comprendere da quale parte penderà la bilancia e, soprattutto, quanta affluenza ci sarà.

I seggi sono stati aperti alle 8 di questa mattina e si potrà votare fino alle 20.45, per un ballottaggio non solo dominato dall’incertezza politica, ma anche insicurezza. Per questa tornata elettorale sono state messe in atto numerose misure di sicurezza con una mobilitazione di circa 50 mila agenti delle forze dell’ordine, in particolare dopo l’ennesima minaccia del sedicente Stato Islamico che sull’ultimo numero della sua rivista “Rumiyah” aveva lanciato un appello ai suoi seguaci, ricordando loro che “ogni buon musulmano il dovere di uccidere i candidati, gli elettori, il personale ai seggi, che vanno dati alle fiamme in quanto simbolo di idolatria”.[MORE]


Carlo Giontella

Immagine da france24.com