Cronaca
Fosse Ardeatine: Italia accusata di aver insabbiato la verità
GERMANIA, 27 FEBBRAIO 2012 - Arriva dalla Germania l'accusa al nostro paese di aver deliberatamente insabbiato la verità sull'eccidio delle Fosse Ardeatine, coprendo i responsabili della strage. Lo storico tedesco Felix Bohr, ha rinvenuto,infatti, durante delle ricerche nell'archivio politico di Auswaertiges Amt AA, il Ministero degli Esteri tedesco, delle missive risalenti al 1959, che proverebbero l'esistenza di un patto tra Roma e Bonn per evitare di perseguire i nazisti responsabili di una delle stragi più buie del nostro paese. Ovvero, il massacro di 335 italiani da parte delle truppe nazifasciste ordito come rappresaglia in seguito all'attacco partigiano avvenuto in via Rasella a Roma e in cui furono uccisi 33 soldati del battaglione tedesco Bozen. Dei responsabili della carneficina, solo Herbert Kappler e Erich Priebke vennero incriminati mentre gli altri componenti del comando nazifascista riuscirono misteriosamente a farla franca. In realtà, almeno altri tre responsabili dell'eccidio erano noti e facilmente rintracciabili ma vennero sottratti alla giustizia in base a un accordo tra l'Italia e la Germania.[MORE]
Pare che oltre a non voler compromettere i rapporti con la Germania di Adenhauer, alleata della Nato, Roma non volesse creare un precedente che consentisse a paesi come la Jugoslavia di ottenere l'estradizione degli italiani accusati di aver commesso crimini di guerra, tra cui il generale Mario Roatta, autore di crudelissime repressioni in Croazia e Slovenia. Vi erano inoltre ragioni di proselitismo politico. Infatti, richiamare nuovamente l'attenzione dell'opinione pubblica sull'eccidio avrebbe significato favorire la propaganda comunista.
Questa corrispondenza tra l'ambasciata federale tedesca a Roma e l'AA, oltre ad attestare le ragioni che portarono a coprire le indagini sull'eccidio, dimostrerebbe l'infondatezza dell'affermazione tedesca secondo cui sarebbe stato impossibile rintracciare i responsabili, ammesso che fossero ancora in vita. In effetti, non solo erano in vita bensì perfettamente rintracciabili. Basti pensare che, Carl Theodor Schuez, che aveva comandato il plotone di esecuzione, lavorava per i servizi segreti tedeschi, Kurt Windler, che aveva selezionato gli ostaggi da fucilare, lavorava alla Deutch Bank di Francoforte e Hans Keller, che alle Fosse Ardeatine ebbe un ruolo di primo piano, era direttore del tribunale di Ravensburg.
foto da amantea3.it
Maria Assunta Casula