Foreman vs Ali, la magia della parola di Federico Buffa al Politeama di Catanzaro
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Catanzaro, 18 Marzo - 'La pagina più forte del novecento sportivo, per la location, per l'eccezionale festival musicale che l'ha accompagnato e perché è stato un match inarrivabile, difficilissimo. Un match tribale dove il nero che ha sangue bianco si appropria del pubblico africano, a differenza del nero che è nero fino in fondo e sbaglia tutto nell'approccio, sia mentale al match e sia all'ambiente. Muhammad Ali è contro un uomo sette anni più giovane, tre volte più forte di lui e al suo top di sempre, come fa a ribaltare il match alle quattro del mattino con il 40% dell'umidità? Dicono che noi usiamo poco più del 15% delle nostre facoltà mentali, cosa succede se, per una volta, un uomo va oltre le 20?' Federico Buffa, il più grande narratore italiano di storie sportive, e non solo, presenta così, alla conferenza stampa che ha preceduto il suo spettacolo, A night in Kinshasa - George Foreman vs Muhammad Ali, al Teatro Politeama "Mario Foglietti" di Catanzaro.
La magia delle sue parole fa immergere immediatamente nella surreale atmosfera dello "Stadio 20 Maggio" di Kinshasa il 30 Ottobre 1974. Si riescono a vedere i cunicoli sottostanti il campo, dove il dittatore Mobutu ha imprigionato più di mille uomini. Sulle loro teste risuonano i passi di Ali che dallo spogliatoio raggiunge il centro dell'arena scortato dai suoi collaboratori e dalle guardie di Mobutu. Viene la pelle d'oca quando si riescono a sentire ottantamila persone gridare 'Ali bomaye, Ali bomaye', Ali uccidilo. D'improvviso fa caldo, 40 gradi e 90% di umidità. Sale la tensione al primo gong. Il ritmo è vibrante, grazie alla maestria dei due musicisti che accompagnano il racconto, il maestro Alessandro Nidi al pianoforte e suo figlio Sebastiano alle percussioni. Inizia un intreccio di suggestioni, di emozioni, con Federico che, abilmente, alterna il racconto dei colpi durissimi, che Foreman assesta sul corpo di Ali, con flashback e flashforward che consentono di capire come questo straordinario evento sia nato, le ripercussioni sociali che ha avuto e gli sviluppi futuri. E così, pugno dopo pugno, si viene a conoscenza di chi era realmente il dittatore zairese Mobuto Sese Seko, del perché l'incontro si svolse nella Repubblica Democratica del Congo che, soltanto in quel periodo, si chiamò Zaire, di come Don King, da allibratore illegale, divenne uno dei più famosi promotori di incontri di pugilato professionistico negli Stati Uniti. Si viene a conoscenza, soprattutto, dei particolari che portarono Cassius Clay, giovane di religione cristiana, a convertirsi all'Islam e a diventare un simbolo mondiale della lotta per il riscatto razziale. Di quando rifiutò di andare in guerra in Vietnam perché nessun vietnamita lo aveva mai chiamato 'sporco negro', nonostante ciò gli costò il ritiro del titolo mondiale, una squalifica di tre anni e mezzo e una condanna a cinque anni. Di quella sentenza con la quale nel 1971 la Suprema Corte ribaltò quella condanna riconoscendo il suo diritto all'obiezione di coscienza, senza la quale il 'Rumble in the jungle', come fu definito questo storico incontro, non ci sarebbe mai stato. Del suo controverso rapporto con l'amico Malcom X ed anche del retroscena che spiega la clamorosa punizione tirata dal difensore zairese Mwepu al posto del brasiliano Rivelino nei Mondiali di Calcio giocati dallo Zaire pochi mesi prima in Germania.
Ali colpisce subito con un destro veloce che sorprende Foreman, colpisce ancora duramente più volte, il pubblico grida 'Ali bomaye', prima della fine del primo round, però, Foreman si riprende ed inizia la serie dei suoi colpi micidiali. Nei sei round successivi Ali incassa provocando con parole di sfida l'avversario che, all'ottavo round ormai stanco, subisce un gancio sinistro seguito da un diretto destro che lo mettono al tappeto. Ali è di nuovo Campione del mondo dei pesi massimi. [MORE]
I due si incontrano casualmente cinque anni più tardi e si scambiano i numeri di telefono. Qualche giorno più tardi Ali chiama Foreman e, come sua abitudine, registra la telefonata. E' proprio con la straordinaria interpretazione di questa telefonata, sia la parte di Ali che quella di Foreman, che Buffa conclude il suo racconto, in un mare di applausi che richiamano lui e i due maestri più volte sul palco.
'Più che palloni regolamentari da 450 gr, quelli sembravano gli uccelli di Hitchcock", queste le parole utilizzate qualche anno fa da Federico Buffa per descrivere i calci d'angolo battuti da Massimo Palanca, l'eroe sportivo di questa città e, ieri sera, Catanzaro lo ha ringraziato con un evento speciale, nel teatro più grande della città, quasi completamente gremito, i giovani e i giovanissimi presenti, molti dei quali con un suo libro in mano, erano tantissimi, in numero superiore agli adulti.
Saverio Fontana
Foto di Antonio Raffaele