Editoriale
Forconi, tra presidi e blocchi stradali: l'Italia nel disagio
PALERMO, 9 DICEMBRE 2013 - È iniziata nella notte la protesta dei “Forconi” contro il governo nazionale. Presidi e blocchi stradali attraversano in maniera trasversale l’intera nazione, creando non pochi disagi al traffico stradale.
Al grido di il “9 Dicembre 2013 l’Italia si ferma”, o con slogan quali “9 dicembre 2013: l’inizio della fine, o ancora “9/12: ribellarsi è un dovere”, parte del mondo degli autotrasportatori, commercianti, piccoli imprenditori, ma anche tassisti, agricoltori, fino a studenti o semplici cittadini sono scesi nelle piazze e nelle strade per manifestare il loro dissenso alla classe politica nazionale, richiedendo a gran voce un alleggerimento del peso fiscale.
Nella fattispecie le istanze dei manifestanti si concentrano sulle tasse patrimoniali, non per niente minacciano di invadere Roma se verrà approvata la legge di Stabilità, e ancor di più sulle accise dei carburanti, troppo alte per le già vuote tasche degli italiani. Motivi e cause di una protesta che detta in questi termini è del tutto condivisibile. D’altronde cavalcare l’onda di un malcontento diffuso contro la classe politica e di una crisi economica che attanaglia gran parte della popolazione nazionale diventa cosa ben facile. Peccato però che chi si aspetta dai “Forconi” proposte e soluzioni altrettanto chiare e definite, in condizioni e termini, ne può restare deluso, perché di fatto non ne propongono.[MORE]
Sorgono allora degli interrogativi. Se da un lato affermare la necessità di un immediato intervento “abbattendo il costo del lavoro, i costi di produzione e la concorrenza sleale dei paesi stranieri, intensificando tutti quei controlli che ancora non arrivano”, è più che comprensibile, come lo è il diritto alla protesta, dall’altro un dissenso senza proposte risolutive non rischia di diventare sterile e fine a se stesso? Bloccare le autostrade o snodi principali della viabilità, come di fatto sta accadendo in diverse parti d’Italia, con tutte le conseguenze che ne susseguono (in primis disagi per i semplici cittadini, lavoratori, o ancora impossibilità per gli autotrasportatori non aderenti alla manifestazione di rifornire negozi di prima necessità o gli stessi distributori di carburante, impossibilità da parte dei produttori agricoli di esportare la propria merce) non comporta disservizi e perdite economiche cospicue (come difatti accadde per i comparti agricoli siciliani lo scorso anno) che di fatto possono soltanto aggravare la già disperata situazione economica? Inoltre, rivendicare una protesta con espressioni quali “quando un governo non fa ciò che vuole il popolo va cacciato anche con mazze e pietre”, non implica in se stessa gravi forme di violenza?
Non è un caso che in queste ore a Torino, nella centrale Piazza Castello, sono scoppiati violenti tafferugli tra manifestanti e forze dell’ordine, con lanci di pietre da parte dei primi e lacrimogeni dei secondi. Quelli che dovevano essere pacifici presidi informativi e di volantinaggio si sono trasformati nel capoluogo piemontese in atti di violenza. Una protesta così diffusa e per certi versi scriteriata ha offerto margine anche a quelle frange oltranziste di violenti, come ad esempio gli ultras di Juventus e Torino che davanti alla sede della Regione hanno dato vita ad una vera e propria guerriglia urbana. Una città quasi in stato d’assedio con gruppi di manifestanti presenti in diversi punti nevralgici: p.zza Pitagora, corso Regina Margherita e corso San Maurizio.
Come detto la protesta dei “Forconi” coinvolge l’intera nazione e per fortuna in altre zone del Paese si sta svolgendo in maniera pacifica, ma comportando gioco forza problemi di viabilità. In Veneto, i presidi sono presenti nelle principali arterie della regione: Verona-Soave sulla A4, ai caselli autostradali presso V icenza e nelle zone industriali di Padova e Cittadella.
A Genova dopo le 14 un centinaio di manifestanti ha occupato i binari della stazione di Genova Brignole. Il traffico ferroviario risulta occupato anche sulla linea Genova Ventimiglia, in seguito all’occupazione della stazione di Imperia Oneglia.
A Milano i manifestanti si sono concentrati prima davanti la sede di Equitalia, per poi spostarsi a Palazzo Lombardia, sede della Regione. Anche nella regione lombarda tanti i presidi presenti negli snodi autostradali, come Assago, Molino Dorino e Monza, dove comunque non si sono registrati particolari problemi.
Anche a Roma è stata presa di mira la sede di Equitalia. I manifestanti si sono concentrati per lo più a Piazzale dei Partigiani, dove vi sono dei gazebo e un camper.
In Sicilia, invece, regione dove nasce il movimento dei “Forconi”, la protesta non ha riscontrato la cospicua partecipazione dell’anno passato. Il casello autostradale di San Gregorio, lungo l’A18 Messina-Catania, che fu il luogo simbolo della protesta nel 2012 è oggi sgombro. Non vi sono stati blocchi, ma semplice volantinaggio.
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(Immagine da frontierenews.it)
Giovanni Maria Elia