Politica
Fondi Ue consentiranno di sviluppare progetti "compatibili" per ovviare ai ritardi nella spesa
CATANZARO, 04 AGOSTO 2015 - I cosiddetti “progetti retrospettivi”, cioè lo spostamento contabile su progetti già realizzati con altri fondi nazionali, salveranno i programmi italiani con fondi Ue 2007-2013 (in gran parte al Sud) dal rischio della revoca per mancato rispetto dei termini di spesa.[MORE]
La direttrice dell’Agenzia della Coesione Maria Ludovica Agrò dichiara: «Stiamo lavorando a testa bassa con Regioni e Ministeri – dice la Agrò – per riprogrammare le risorse e poi per rendicontare la spesa, e contiamo di centrare l’obiettivo di non perdere fondi europei. Certo una parte rilevante della spesa residua per raggiungere l’obiettivo sarà ottenuta, oltre che riprogrammando all’interno degli stessi programmi, con i progetti retrospettivi». Si tratta di un meccanismo, regolamentato a livello europeo, che consente, in caso di ritardo nella spesa, di spostare la rendicontazione su progetti compatibili, ma già realizzati con fondi ordinari di Stato o Regioni. Si inviano dunque a Bruxelles fatture per opere “compatibili”, già fatte, attenendosi ai target, senza creare sviluppo né incrementare il Pil.
«Si tratta comunque di fondi aggiuntivi – precisa la Agrò – perché verranno in gran parte da opere finanziate con i fondi coesione». Stando all’ultimo monitoraggio ufficiale del 31 maggio l’Italia deve ancora spendere, entro il 31 dicembre 2015, 12,3 miliardi di euro (75% europei, 25% nazionali) sui programmi comunitari 2007-2013 per le aree svantaggiate, rispetto a un totale di 46,6 miliardi. Negli anni scorsi la spesa è cresciuta dai 5,6 miliardi del 2012 ai 6,8 del 2013 ai 7,8 del 2014, ma quest’anno restavano da spendere 13,6 miliardi. Alcuni programmi, specie quelli del sud, sono in evidente ritardo: il Pon Infrastrutture deve ancora spendere il 50,2%, il Por Fesr Sicilia i 43,5%, il Por Campania il 41,2%, il Por Calabria il 40,3%. Davanti a un simile scenario parlare di spesa “nuova” risulta quindi un’ambizione irraggiungibile.
«Un ritardo così rilevante non si è mai visto, non c’è dubbio» spiega la Agrò, ormai da sei mesi a capo dell’Agenzia, nominata dal governo Renzi. «La programmazione 2007-13 è stata colpita dalla crisi e dai conseguenti vincoli a vari livelli dei Patti di stabilità». Ma c’è di più. «Naturalmente – risponde – nessuno lo nega, pesano le annose fragilità di molte amministrazioni pubbliche. E il nostro compito chiave, sul 2014-2020, sarà proprio quello di affiancare le amministrazioni nell’organizzazione e nella gestione passo dopo passo della spesa». «Stiamo facendo un lavoro serrato con gli enti responsabili dei piani più in ritardo, cercando di sfruttare ogni flessibilità contenuta nei regolamenti – aggiunge la Agrò - Sarà una riprogrammazione step by step, come già facciamo da mesi. E credo che alla fine riusciremo, nel marzo 2017, a evitare perdite di fondi. Una parte importante del risultato sarà ottenuto contabilizzando spesa già fatta con altri fondi “aggiuntivi”. Tuttavia è importante dire che non si tratta di spesa per opere inutili o per spesa corrente: sono sempre progetti del tutto simili a quelli in ritardo, ad esempio sempre opere ferroviarie di Rfi o stradali dell’Anas».
Luna Isabella
(foto da infooggi)