Politica
Fondi ai Gruppi Consiliari Regione Sardegna: Diana, Sanjust e Cogoni fanno scena muta davanti al Gip
CAGLIARI, 8 NOVEMBRE 2013- Gli interrogatori del Gip Giampaolo Casula, nel carcere di Buoncammino, ai consiglieri regionali Mario Diana (ex capogruppo Pdl) e Carlo Sanjust (Pdl), e all’imprenditore Riccardo Cogoni, si sono svolti questa mattina dalle 8:30 alle 10:40.
I tre, arrestati mercoledì nell’ambito dell’inchiesta-bis sull’uso illecito dei fondi ai Gruppi del Consiglio della Regione Sardegna, hanno scelto di non rispondere.
L’avvocato di Mario Diana, Mariano Delogu afferma “il mio assistito si è avvalso della facoltà di non rispondere. Vogliamo analizzare le carte che sono state depositate ieri”. Gli avvocati dell’ex capogruppo del Pdl hanno depositato ieri l’istanza di scarcerazione.[MORE]
Anche il consigliere Carlo Sanjust ha preferito stare in silenzio di fronte al Gip Giampaolo Casula.
“Vogliamo analizzare le carte processuali di cui solo ieri abbiamo avuto modo di prendere visione. Ci siamo riservati di rispondere nel momento in cui avremo conoscenza delle carte.” Dichiarano i suoi legali Carlo Amat e Francesco Marongiu, che oggi hanno presententato l’istanza di riesame.
Perfino l’imprenditore Riccardo Cogoni non risponde alle domande del Gip, sotto suggerimento dei suoi legali difensori Anna Maria Busia e Massimiliano Ravenna, i quali intendono studiare gli atti per decidere la strategia difensiva futura e hanno presentato oggi la richiesta di scarcerazione o di modifica della misura cautelare al Tribunale del Riesame.
Analoghe richieste sono state fatte anche dagli avvocati Mariano e Massimo Delogu, rappresentanti di Mario Diana, che verrà trasferito nuovamente nel carcere di Massama, a Oristano.
Gli interrogatori sono cominciati questa mattina alle 8:30, presso il carcere cagliaritano di Buoncammino. I primi ad entrare sono stati gli avvocati Mariano Delogu, e il figlio Massimo, che sono stati raggiunti alle 8:40 dall’assistito Diana, trasferito da Massama a Buoncammino a bordo di un cellulare. Successivamente è arrivata Anna Maria Busia, legale di Cogoni, e la difesa di Sanjust, composta dagli avvocati Carlo Amat e Francesco Marongiu. Poco prima delle 9:00 è giunto il Gip Giampaolo Casula, e successivamente il sostituto procuratore Marco Cocco, coordinatore dell’inchiesta.
Intanto emergono nuovi dettagli dell’inchiesta. Nelle 55 pagine dell’ Ordinanza, firmata dal Gip Casula, si fa riferimento al clima pesante che si viveva in Consiglio durante le indagini, e alle pressioni subite da alcuni fornitori. Uno dei dipendenti ascoltati in fase investigativa ha dichiarato che la tensione fra gli onorevoli era diventata molto evidente, e che dopo essere stato convocato dagli inquirenti sarebbe stato avvicinato da Diana e Sanjust per chiedergli cosa gli fosse stato chiesto. Stando all’Ordinanza, inoltre i due consiglieri avrebbero anche fatto pressione a soggetti esterni per coinvolgergli nell’occultamento delle prove. A tal fine avrebbero approfittato del loro ruolo, con modalità almeno implicitamente ricattatorie, poiché chi si sarebbe rifiutato avrebbe di certo perduto le opportunità di lavoro con il Gruppo consiliare. Nel frattempo ledevano così la dignità del Consiglio regionale e del loro mandato elettivo.
(immagine tratta da: www.unionesarda.it)
Silvia Giordano